domenica 2 maggio 2010

Le smanie per la villeggiatura

Roby





A casa, la grande agitazione cominciava più o meno dopo Pasqua, e arrivava al culmine tra il 25 aprile e il 1° maggio.

Nella mente di mio padre il pensiero preponderante diventava uno ed uno soltanto: individuare la località balneare dove passare il periodo di ferie concessogli ad agosto dalla ditta per cui lavorava, spendendo il meno e riposando il più possibile.

Riposo per lui, ovviamente: perchè mia madre -prima con due e poi con tre pargole a cui badare- avrebbe avuto comunque ben poco da gingillarsi. Le andava un po' meglio se la scelta del capofamiglia cadeva sulla soluzione pensione/albergo, in cui almeno le pulizie e la preparazione di pranzo e cena erano a carico di terzi: ma se il discorso paterno iniziava a vertere su "il mio collega Marangoni, l'anno scorso, ha preso una casa tutto agosto a Marina di Massa per 500.000 lire: buono, no?" era chiaro dove il genitore voleva andare a parare! Si prospettavano, per la mamma, quattro settimane di trasposizione costiera della medesima vita svolta nell'entroterra, con la sola differenza che, tra le nove e mezza e le undici del mattino, ci sarebbe scappata un'oretta di tintarella in santa pace (bagni no, perchè lei odiava l'acqua salata quanto il diavolo quella santa).

Una volta presa la decisione -univoca e irrevocabile- si trattava di recarsi in esplorazione sul posto, allo scopo di perlustrare minuziosamente la zona in cerca dell'hotel o dell'abitazione più adatta, per spazi e costo, alle esigenze dell'intera (?) famiglia. L'occasione giusta era offerta dalla festa della Liberazione, o da quella dei Lavoratori, posizionate strategicamente sul calendario alla giusta distanza temporale dall'inizio ufficiale delle ferie: e così, di buon mattino, iniziava un'avventurosa spedizione (interrotta solo a mezzogiorno dal pranzo in qualche trattoria sul lungomare), durante la quale io, almeno fino agli anni dell'adolescenza, me la spassavo un mondo.



Davanti ai miei occhi curiosi di bambina scorrevano hall d'albergo rifinite in plastica e fòrmica, camere con o senza bagno da quattro letti più una culla, dignitose sale TV dove un enorme televisore in finto legno troneggiava davanti ad una doppia fila di poltroncine in finta pelle... Oppure villini unifamiliari graziosissimi e poco costosi, immersi nel verde e nel silenzio, ma lontani 5 km sia dal mare che da qualsiasi centro abitato; bilocali seminterrati lievemente odorosi di umido, che bastava però attraversare la strada per essere subito in spiaggia; appartamenti funzionali, spartanamente arredati, posti giusto nella piazza principale della cittadina, con la banda del paese al completo che la sera di ferragosto di sicuro non ti avrebbe fatto chiudere occhio con tamburi pifferi e piatti...

In conclusione, l'opzione più gettonata era di solito il piano superiore di casette tranquille, un po' anonime, equidistanti fra la pineta ed il mare, i cui proprietari si ritiravano a pianterreno lasciando a noi affittuari le stanze migliori. "Non ciabattate con gli zoccoli salendo le scale" ci raccomandava la mamma, fin dall'inizio della nostra permanenza "e non giocate a palla nel corridoio: la signora, sotto, sta dormendo!". Misteriosi e interminabili, i sonni dell'invisibile padrona di casa, che io mi figuravo come un incrocio tra la strega della Bella Addormentata e la nonna di Cappuccetto Rosso. Altrettanto infiniti i giorni che -a primavera appena iniziata- sembravano separarmi da quella villeggiatura agognata, luminosa, fantastica.

Ancora non conoscevo Leopardi, e già vivevo l'alba del mio sabato: finchè il 1° d'agosto la festa cominciava, imboccando l'Autostrada del Sole a bordo di una Seicento bianca stracarica , sul sedile posteriore della quale io -puntualmente litigando a morte con mia sorella A.- inauguravo l'inizio delle vacanze e segnavo la fine del divertimento vero.

Quello, appunto, intensamente sognato nell'irripetibile, magico tempo dell'attesa.



6 commenti:

Gauss ha detto...

Vita vissuta, Roby. Mi hai rimandato ai miei infantili esodi estivi verso Barzio in Valsassina, traslochi in piena regola, mancava solo che ci portassimo appresso i materassi. Tutto per noi ragazzi, che d'estate bisognava farci respirare l'aria buona, ai miei genitori la montagna interessava poco o niente, credo che non siano neanche mai saliti ai Piani di Bobbio.
Da adulto, mi sono ritrovato, senza rendermene conto, a infliggere lo stesso trattamento alla mia famiglia. Fantozziane odissee verso Fano, isola d'Elba, Senigallia, Otranto, Lido di Camaiore, lunga la lista delle mete vacanziere, casa o albergo che fosse, l'auto traboccava.
Ma al destino non si sfugge, ora tocca ai miei figli.

Gauss

ottavio ha detto...

Peccato! Mi sono mancate le avventure stile Roby (anni '50/60, penso). Io vivevo in una città di mare, e bastava un tram in estate per portarci nella lunghissima spiaggia del Poetto (Cagliari).
Solo da "capofamiglia" (ma già negli anni '70), una volta trasferito sul "Continente", si è posto il problema di dove andare e come alloggiare, ma allora c'erano già le Agenzie con i loro pacchetti tutto compreso...
Adesso poi con Internet...

Ottavio

Roby ha detto...

Caro Gauss,
io invece ho abbandonato gli esodi estivi alla volta del mare circa 15 anni fa, quando per l'ultima volta ho passato una settimana in Versilia con la mi'figliola piccina (il su'babbo detesta e quindi evita accuratamente le spiagge). Da allora le mie ferie hanno coinciso o con periodi di riposo nella città assolata in mano a torme di turisti, oppure -meglio- con viaggi familiari all'estero, accuratamente preparati tramite internet... E la pargola me ne è stata grata!!!

Caro Ottavio,
il POETTO!!!! Che bellezza doveva (deve?) essere!!!! Me ne parlava il babbo, sardo di Cagliari, e me ne parla ancora la zia superstite: ma sono ricordi di anteguerra...

Grazie di avermi letto, e baciottoni!!!!

R.

Barbara Cerquetti ha detto...

Io vivo sul mare.
L'attesa della vacanza per me è sempre stata inebriante, proprio perchè, se la primavera è generosa, già da metà aprile il mare fa l'occhiolino. Era dura andare a scuola in quel caso, soprattutto visto che dalla classe si potevano vedere le chiare fresche e dolci acque.
E poi, se ci si metteva anche l'autunno, ti rimaneva addosso "il sapore di sale sapore di mare" fino alla fine di ottobre. Sono sicura che anche da quello dipendessero le insufficienze dell'inizio del quadrimestre.

Habanera ha detto...

Ah, la villeggiatura d'antan! Quanti bei ricordi...
Noi abitavamo a Napoli e con tutto quel bendidio che la circonda non avevamo che l'imbarazzo della scelta.
Negli anni cinquanta andavamo ad Ischia, prendendo in affitto sempre la stessa casa, a picco sul mare, di cui ci eravamo innamorati.
Poi, quando Ischia è diventata troppo rumorosa ed affollata, abbiamo scelto Capri con una soluzione ottimale: una via di mezzo tra la casa e l'albergo.
In una bella villetta ottocentesca, a due passi dalla famosa piazzetta e con vista mozzafiato sulla Marina Grande, avevamo a disposizione due ampie camere da letto, una grande terrazza piena di fiori profumati, ed un bagno.
Prima colazione servita in camera e pulizia delle stanze giornaliera, proprio come in albergo, ma con le chiavi del portone e la massima libertà di movimento, come in casa propria.
Non avendo a disposizione la cucina ci toccava pranzare e cenare sempre fuori, il che rendeva le vacanze particolarmente piacevoli (e riposanti) anche per la mamma.

Ormai, da parecchi anni, le mie estati hanno il profumo ed i colori dell'amatissima Liguria. Eppure, di tanto in tanto, mi capita di ripensare ancora al primo amore, al mare smeraldino e trasparente della mia giovinezza...

Roby ha detto...

Barbara e Haba, vigliacche, mi avete messo una nostalgia del mondo acquatico che non vi dico....

Vedere il mare dalla scuola: che spettacolo TERRIBILE per i poveri studenti!!!!

E la villetta ottocentesca a Capri... Haba, lo sai che proprio ieri ho rivisto su La7 un pezzo di "La baia di Napoli", quel film anni '50 con la Loren e un già attempato Clark Gable?

SALUTI SALATI a tutti (così io e mia sorella A. firmavamo immancabilmente le cartoline dal mare per parenti ed amici. Una fantasia unica...)