domenica 22 novembre 2009

Il camino

ac

una legna non fa foco
due ne fanno poco
tre fanno un focherello
quattro fanno un foco bello
cinque un fuoco da signore
sei un fuoco da fattore


chiunque abbia il privilegio
di avere un camino
e si trovi ad accendere un fuoco
nel posto fatto apposta per questo,
sa che non esistono, in natura,
incendi per autocombustione.

se la preparazione è adeguata
basta un fiammifero, e il gioco è fatto,
ci si può godere a lungo
la danza delle fiamme,
di gran lunga più interessante
della maggior parte
dei programmi televisivi.

in caso contrario, si passano terribili quarti d'ora
a tentare inutilmente di rimediare;
in casi estremi, fatica e frustrazione
inducono i più deboli
alla umiliante, maleodorante scorciatoia
della Diavolina.

finché dura la pacchia del metano,
esaurito lo scopo di scaldare le nostre case
con durezza e fatica,
sudore della fronte e scottature di dita,
lo scopo è solo ludico-contemplativo.

tanto più da quando la grande saggezza Regionale
ha vietato per motivi soi-disant ecologici
l'uso dei caminetti, aggiungendo agli altri
il sottile piacere della trasgressione


7 commenti:

Solimano ha detto...

Alberto, non la dici tutta, sul camino. Così un grande poeta classico che qualcuno chiama scioccamente maudit (e chi non sa il francese lo impari, che è ora):

Mère des souvenirs, maîtresse des maîtresses,
— Ô toi, tous mes plaisirs, ô toi, tous mes devoirs ! —
Tu te rappelleras la beauté des caresses,
La douceur du foyer et le charme des soirs,
Mère des souvenirs, maîtresse des maîtresses !

Les soirs illuminés par l’ardeur du charbon,
Et les soirs au balcon, voilés de vapeurs roses ;
Que ton sein m’était doux ! que ton cœur m’était bon !
Nous avons dit souvent d’impérissables choses
Les soirs illuminés par l’ardeur du charbon.


grazie Alberto e saluti
Solimano

ottavio ha detto...

Però, non sapevo che in Lombardia fosse proibito l'uso dei caminetti; strano, il legno è abbondante e il suo utilizzo è senz'altro "più ecologico" di altri combustibili. Vorrà dire che sono stato fuorilegge per qualche anno...
E'vero che l'amministratore pubblico nella sua attività non tiene conto della poesia... il sentimento che si prova ad esempio da bambini alzandosi la mattina d'inverno e trovare nel soggiorno un bel ciocco che brucia, acceso dal babbo prima di andare al lavoro (in tempi in cui non si concepivano impianti di rscaldamento).
Spero che la regione dove ho casa di montagna non si azzardi a copiare la Lombardia: mi toglierebbe una buona parte del piacere di trascorrere là alcuni week end d'autunno e, spesso, le festività di fine anno.
Sedersi davanti ad un fuoco scopiettante nel caminetto (anzi nella caminazza, come si dice in paese)dopo una lunga passeggiata nei boschi d'autunno o nella neve è uno dei piaceri della vita!
Nel tempo l'uso del fuoco mi ha dato una certa competenza nel valutare la legna da ardere (tra quelle esistenti nella zona). La migliore è quella del faggio, seguita dall'acero e dal nocciolo. L'ontano e il frassino sono abbastanza mediocri; un pò deludenti anche l'abete e il larice perchè di veloce combustione (aiutati anche dalle resine che contengono) e di poca brace.

Saluti
Ottavio

zena ha detto...

Mi piace il pruno, dentro il camino, quando è secco e scuro. E i ciocchi di salice, che sono solo fragorosi, ma danno un'allegria di pulviscolo e piccole scintille, incredibile.
Vien voglia di bucce di mandarino, da gettare sul fuoco a fare festa, insieme.

Solimano ha detto...

"Nella Sologne non sono mai stato né andrò. Ma se ci fossi, mi piacerebbe mettermi un paio di scarpacce robuste ed uscire un mattino d'autunno camminando fra boschi e stagni fino al punto di desiderare di tornare per stanchezza. Tornerei con le scarpe piene di fango (pesano, per chi non l’ha mai provato) e non me le toglierei, arrivato a casa, ma mi metterei di fronte al camino con le scarpe appoggiate sul bordo, adocchiando ogni tanto come il fango sulle scarpe si asciuga, e cambia bellamente colore momento per momento.
Accorgersi senza sforzo delle cose che ci stanno davanti, e che dietro maya si nasconde maya, e lo fa benissimo. A volte capita e tutto va a posto, magari succede anche senza andare in Sologne, che è un po’ fuori mano.

"Et déjà je l’imaginais, la nuit, enveloppant sa fille dans un manteau, et partant avec elle pour de nouvelles aventures".

Così ho scritto qui.

saluti
Solimano

Anonimo ha detto...

per tanti anni ho bruciato,
all'insaputa della maîtresse di Baudelaire,
delle ottime travi di abete,
avanzi del cantiere della casa di fronte:
avevano sostituito i vecchi solai in legno
con nuovi in cemento armato.

ora che ho finito la scorta
mi capita, a volte, di rivolgermi
a un fornitore di legna,
pittore della domenica,
che spesso me la recapita a domicilio
e mi aiuta a scaricarla dalla sua Jaguar:
non è da tutti avere un fornitore di legna con la Jaguar.

a Ottavio e Zena, cultori del buon legno,
consiglio di aggiungere, di tanto in tanto,
qualche ramo verde di alloro,
che si produce in uno scoppiettio
di grande allegria e di ottimo auspicio:
ho imparato trattarsi di usanza locale,
in uso per gli auguri di natale
o per quelli di capodanno.
buon fuoco a tutti
a

Gauss ha detto...

Ottavio ha ragioni da vendere. Gran lusso bruciare faggio nel camino. Arde lento e quieto, senza scoppi e senza vampe, fiamma bassa e niente fumo.
Alberto, il tuo occasionale fornitore non se lo può permettere, munge legna dalla sponda magra del Lago Maggiore, dove la robinia insidia il castagno. Brutta bestia, la robinia, che da bruciare è però mille volte meglio del castagno.
Sembra che la resa di combustione della robinia sia stata tanto importante per la crescita demografica in Europa dal Settecento in poi quanto l'apporto proteico e vitaminico degli altri due celebrati vegetali d'importazione, la patata e il pomodoro.
Vale sicuramente per le nostre inclementi regioni subalpine, dove dilaga infestante.
Gadda la odiava: "...questa robinia, sopra a la terra lombarda, è più feconda che non le mosche sopra al risotto...". Riferendosi a Luigi Castiglioni, un nobiluomo lombardo che l'aveva importata all'inizio del Settecento, recrimina che "...non avesse ad aver fatto quest’opera, ch’è la pessima sua: egli propagò la robinia come nessun santo apostolo ha mai propagato la Fede di N.S. In quella terra che tutta la ricopriva il folto e sano
popolo delli abeti, e la mormorante abetaia, nel vento, pareva dare agli umani il suspiro e la resina, egli vi fece
venire questo arbore nuovo, ch’è a quelli nobilissimi come uno signor nuovo a uno vecchio signore..."

Gauss

Silvia ha detto...

Che bella compagnia:) Quanto scoppiettare nel camino, che buoni profumi, che luce diffusa, di allegria. Il camino è magia, da sempre, è incanto. Forse i pensieri più sereni li ho partoriti davanti ad un camino. Ma anche il mal di gola, poichè di solito m'infiammo in viso e mi si congela la schiena. Albergano due nature ambivalenti dentro me, mentre trascino la loro esistenza in un appartamento cittadino: quella che allarga lo sguardo su una terrazza che affaccia su un mare cristallino, e quella che sbircia dentro una finestra di una baita di alta montagna, dove dentro arde un bel fuoco nel camino.