lunedì 12 ottobre 2009

Samuel Parent

Solimano

Per la cortesia di una coppia amica, abbiamo potuto assistere al concerto che il giovane pianista francese Samuel Parent ha tenuto venerdì sera allo Sporting Club di Monza. Nel 2008 Samuel Parent ha vinto il secondo premio al concorso pianistico "Rina Sala Gallo" di Monza.

Il programma:

Mozart Sonata in la minore K310
Beethoven Sonata in re minore op.31 n.2 "La tempesta"

Fauré Notturno n.12 op.107
Ravel Sonatine
Albeniz El Albaicin
Balakirew Islamey

Il pianista ha eseguito due bis, una mazurka di Chopin ed un brano di Ravel.
Ho scoperto che Samuel Parent ha un buon sito, questo.

In YouTube ho trovato due video con il terzo movimento (allegretto) della sonata di Beethoven: Wilhelm Kempff e Glenn Gould. Due Beethoven completamente diversi... ognuno ha diritto ad avere le sue preferenze... senza stilare nessuna classifica.

P.S. Ho trovato anche il secondo movimento (adagio) eseguito da Glenn Gould.
Condivido quasi del tutto questi due commenti al video:

Gould proves that only the insane can inaugurate art. There is a vortical motion about his head, and an escape into unself-conscious neurosis, maintained by self-assuring ecstasies - something that resembles a whirling dervish in delay.

Gould is sensational in this movement: singing line in the right hand, perfectly balanced textures, clarity of articulation, superb tension in the musical line, and an always forward moving line.

P.P.S. A questo punto, inserisco anche il primo movimento (largo/allegro), sempre nell'esecuzione di Glenn Gould.

...how lucky that we have two perfect geniuses like G.Gould & W. Kempf to give us two sublime interpretations of this sonata. And they are all available for free...

P.P.P.S. Non amo mettere gli scatoloni YouTube nei post, quindi, cliccando sui nomi di Kempff e di Gould (in colore diverso) si va ai video YouTube.

6 commenti:

Silvia ha detto...

Grazie:)Li riascolterò e ne dirò con più calma. Non è luogo questo per la musica.

Solimano ha detto...

E già mi stavo preparando all'idea che questo fosse il primo post a 0(zero) commenti, poi sei arrivata tu, Silvia! Meno male. Ma una prima volta ci deve essere e ci sarà, prima o poi, è uno status symbol a cui segretamente aspiro.
Però. Non mi par poco essermi attrezzato con i tre tempi della sonata "Der Sturm" di Ludwig van Beethoven nella straordinaria esecuzione di Glenn Gould (straordinaria da tanti punti di vista). Ci tornerò spesso, a questo post, a causa del mio egocentrismo epicureo. Ma anche Wilhelm Kempff non scherza, e il giovane Samuel Parent ha un sito gradevole con altra musica disponibile. La passione è passione, senza, non sarei andato a 500 concerti... e non sarei caduto spesso in trance, ma questo lo racconterò un'altra volta. Occhio, il trance esiste, stateve accuorti! Con la musica ci si cade senza farsi male, però si disturbano i vicini.

grazie Silvia e saluti
Solimano

Habanera ha detto...

Per una strana coincidenza proprio il terzo movimento (allegretto) de la Sonata in re minore op.31 n.2 "La tempesta" di Beethoven imperversava già da due settimane come sottofondo musicale del Nonblog quando tu hai pubblicato questo post.
Dopo aver ascoltato su YouTube le mirabili interpretazioni di Gould e di Kempff che ci proponi, e dopo aver aggiunto al mio Player anche il primo movimento (largo/allegro), ho capito che di questa musica ormai ne avevo abbastanza e ho deciso di eliminarla dal mio blog.
Anche le cose più belle, se ripetute all'infinito, alla fine vengono a noia.
Non me ne voglia il caro Ludwig van Beethoven, prima di lui era già capitato ad altri suoi illustrissimi colleghi.
Io sono fatta così, ogni tanto devo cambiare musica.
H.

Solimano ha detto...

Habanera, negli ultimissimi giorni avevo notato la strana coincidenza degli allegretti, prima no, perché privo di PC per venti giorni.
Io sono stato fatto diversamente dai 500 concerti dal vivo (soprattutto al Conservatorio di Milano) a cui sono andato fino a dieci anni fa. Quindi certe musiche le ho interiorizzate, sia pure in modo latente, e le sonate di Beethoven, che mi è molto caro, appartengono a queste perché sono tante le volte che le ho ascoltate dal vivo eseguite da diversi esecutori. Quindi, un microsecondo prima che la nota si faccia nel video di Gould, riemerge la nota memorizzata quindici anni fa. Succede anche con il greco antico, di cui apparentemente non ricordo nulla, ma basta sfruculiare un momento e c'è la riemersione. Di conseguenza è difficile che io mi stanchi e che volti pagina: ogni volta è come se fosse la prima. Attendo con curiosità le nuove musiche che metterai nel Nonblog.

grazie e saluti, Habanera
Solimano

Silvia ha detto...

Non devo scegliere vero? No, perchè proprio non saprei. Adesso dico una bestialità pazzesca e perdonami che è ora tarda. La versione di Gould mi pare più Mozartiana, rispetto alla perfetta e un po' gessata esecuzione di Kempff.
Io le terrei tutte e due, anche se quella di Gould è trascinante in modo vorticoso.
Bellissime. Non riesco ad immaginare un mondo senza musica.Per fortuna aggiungo.

Solimano ha detto...

Silvia, ho inserito la sonata "Der Sturm" di Beethoven con tutti i tre tempi per quanto riguarda Gould, mentre ho inserito solo il terzo tempo per quello che riguarda Kempff. E' un discorso complicato (ma in fondo semplice) in cui rischio di dire delle astruserie sublimiste. Mettiamola così: Kempff è un grande pianista solo apparentemente freddo, in realtà profondo e coinvolto. Ma Gould è hors categorie (come certi colli al Giro di Francia): ascoltarlo e vederlo è una esperienza totalizzante, e in quel suo moversi con tutto il corpo non c'è nulla di narcisistico, capisci come farà quella nota quando la mano è ancora a mezz'aria. Unico. Imparagonabile. Dionisiaco. L'etimologia della parola entusiasmo è essere invasi dal dio. Quello che succede a Gould, che è completamente spossessato. Succede anche nella danza, specie quando non ha perso la primitività iniziale. Succede anche con certa musica jazz. Succede nelle estasi mistiche, che esistono ma non sono raccontabili: Teresa d'Avila ne scrisse, ma non voleva scriverne: fu il confessore ad obbligarla. Viene fuori un essere umano che normalmente con compare, che ha in sé anche una forte animalità, repressa nelle situazioni abituali. Succede anche nell'amore fisico, ma lasciamo stare.
Una serie di discorsi pericolosi, perché dà degli alibi ai furbacchioni (poeti, musicisti, pittori, cantanti) che fanno finta di essere così, e allora è nauseante. Ma nel caso di Gould e di pochissimi altri (chissà, un sessantenne che balla il tango, quello vero, e magari lo balla con una ragazzina o Cristina Hoyos col flamenco o certe parti dei balletti di Bejart e della Bausch) viene fuori, ed è una verità indicibile, una manifestazione che poi cerchi di cancellare dalla memoria, ma sai che c'è stata. Può succedere anche a noi stessi, ma non bisogna cercarla.
Certe civiltà orientali (induiste, buddiste, taoiste) lo sanno molto meglio di noi, difatti le modalità di meditazione hanno in sé quasi sempre qualcosa di fisico, a cominciare dalla meditazione sul respiro, la prima esperienza che si fa appena nati. Occhio, di tutto ciò occorre saper parlare sorridendone, persino con ironia, altrimenti ci si fanatizza... da un estremo all'altro! E si sprofonda.

saluti Silvia
Solimano