venerdì 17 luglio 2009

Taccuino di viaggio: Tokyo Hotel

mazapegul

Risale ai tempi squattrinati del dottorato l'arrivo mio e di altri matematici in erba al Tokyo Hotel di Chicago, l'albergo più economico del centro.
"Trenta dollari per una stanza doppia, cinquanta per la suite."
La suite ha due stanze doppie: prendiamo quella.
Il Tokyo ha un passato prestigioso, che sfoggia con tutta evidenza nell'architettura, ma è decaduto a topaia. L'uomo della reception ci indica l'ascensore, azionato da un liftboy in uniforme, lisa e polverosa. Il liftboy, in realtà, è un anziano signore basso, con una pronunciatissima gobba che emerge dietro la spalla destra. Nell'ascensore ci sono due alti sgabelli da bar. Su una sta appollaiato il boy, l'altro regge una radio che trasmette un'opera di Verdi. Di fianco agli sgabelli c'è un'impressionante pila di vecchi libri. Sbircio i titoli e vedo che c'è della letteratura non banale, assieme a gialli e altre cose di genere.
"E' l'Otello del Metropolitan di New York, particolarmente buono," risponde a una domanda che gli avevo fatto per distrarlo dal mio sguardo puntato sulla gobba.
La suite è uno stanzone alto sei-sette metri, con due enormi finestroni gotici. I divani hanno le molle di fuori e le coperte dei letti, nelle due stanze, sono pieni di strappi. C'è anche un frigorifero, ma contiene solo un ammasso organico che identifichiamo, in prima istanza, con un pezzo di cadavere. (Il frigo non fu riaperto per una più scrupolosa indagine).
Dai finestroni gotici si ha una bella vista dall'alto sulla Medinah di Chicago, il grande santuario dei Templari, che fanno scolpire sulle loro lapidi una scimitarra sulla mezzaluna. [Sulla storia dei neo-templari, filiazione ottocentesca della massoneria che rivendica con orgoglio i falsi storici utilizzati contro i veri templari nel processo del 1312, si veda Peter Partner, I Templari, Einaudi, 1987.]

4 commenti:

Silvia ha detto...

Un quadretto da commedia americana perfetta:) Ma davvero le coperte erano piene di stappi e in frigo c'erano cose non ben indetificabili?
Ma le lenzuola almeno erano pulite?
Scommetto che c'era una carta da parati orribile e a tratti strappata e la moquette lisa e sporca. Un posticino meraviglioso!:)

Solimano ha detto...

Quella scena con l'ascensore, col lift-boy vecchio e gobbo, i due sgabelli alti, i libri vecchi ma non banali, sembra tratta da un film di Roman Polanski, ad esempio "L'inquilino del terzo piano", "Rosemaryi's Baby" o "La nona porta". Ti è andata molto bene, Màz, perché uno come te, col dottorato in matematica e con il cervello che ragiona di conseguenza, in film del genere fa una bruttissima fine, come minimo esce fuori di testa, perché si trova immerso in una realtà che lo spiazza completamente e gli toglie tutta l'orgogliosa sicurezza etc etc
Riguardo ai Templari, mi hanno divertito troppo in un libro di Umberto Eco che è molto meno noto de "Il nome della rosa": "Il pendolo di Foucault". Quando arrivano i Templari e quando arriva l'editore rispettabile di facciata, ma che fa i soldi editando aspiranti scrittori ansiosi di publicare ad ogni costo, un grandioso divertimento di tipo intellettuale è assicurato. Sono le pagine più divertenti in assoluto che ha scritto Umberto Eco.

grazie Màz e saludos
Solimano

annarita ha detto...

Davvero il massimo dello squallore, povero Maz. Non c'entra niente, ma mi domando se questo albergo abbia qualcosa che fare con la scelta del nome da parte dell'omonima rock band tedesca. Salutissimi, Annarita

mazapegul ha detto...

Annarita, in verità, per un gruppo di studenti squattrinati, ma cresciuti nella comune middle-class del loro paese (c'era anche due spagnoli e un'iraniana, oltre a me), questo squallore aveva qualcosa di attraente. Soprattutto, lo stridore con centro di Chicago, pulito e ordinato, era stridente.
Silvia: sì, coperte e lenzuola erano piene di strappi, la polvere era ovunque, ma le lenzuola -della categoria "cilicio"- erano per fortuna passabilmente pulite. Il misterioso ammasso organico nel frigorifero (spento) c'era: qualche residuo mummificato di antico pasto, forse.
Non ho mai letto Il Pendolo, Solimano; un giorno rimedierò. Negli USA la massoneria è una associazione di massa, così come i templari ("shriners"), che ne costituiscono una filiazione di successo. L'esperienza dell'albergo, come ben dici, aveva qualche cosa di cinematografico. Al Tokyo ci sono tornato un'altra volta, sia per il budget limitato che per la particolare atmosfera.
Maz