martedì 9 giugno 2009

Mi ha scritto Fabio Isman

Solimano

Volto o Maschera d'avorio Seconda metà del I secolo a.C.
Consegnato da Robin Symes all'Ambasciata d'Italia a Londra
all'inizio del 2003

Il 3 maggio ho pubblicato il mio post Alla ricerca dell'arte perduta (15) in cui scrivevo sulla conferenza che Fabio Isman aveva tenuto qui a Monza per la serie organizzata da Novaluna, in cui, oltre a lui, hanno parlato Vittorio Zucconi, Roberto Osculati e Giovanni Sabbatuci. Fabio Isman è venuto a sapere del mio post, l'ha letto e così mi scrive gentilmente:

Caro Solimano (e oltre a Solimano, che sarà pur stato il Magnifico, ma insomma ...?),

leggo solo ora il tuo (bello: complimenti) blog.

Grazie per quel che hai scritto, e anche per l'acquisto del librino; ma non avrai diritti d'autore da me: il primo pezzo che ho pubblicato sul messaggero su queste vicende, a parte le storie più antiche del presunto Lisippo, l'ho scritto nel 1995. E peccato che tu non sia intervenuto nella presentazione: ne sarebbe di sicuro nato un bel dialogo.

Lo possiamo sempre intavolare, se lo desideri: ora sai anche come trovarmi.

Altro e diverso discorso è quello sui dipinti magari decontestualizzati perché le chiese non esistono più; o i reperti che sono stati portati via (un tempo era anche lecito) durante scavi più antichi. E altro ancora si potrebbe dire e aggiungere.

A te, ovviamente, la decisione su una eventuale pubblicazione di questa mia nel tuo blog.

Un caro saluto

Fabio


P.S. Pubblico molto volentieri e risponderò nei commenti. Le immagini le ho tratte col mio scanner dal libro di Fabio Isman: "I predatori dell'arte perduta" (Il saccheggio dell'archeologia in Italia) Prefazione di Giuseppe De Rita Skira editore, Milano 2009. Le didascalie delle immagini sono quelle del libro di Isman. Grazie. (s)

Phiale IV secolo a.C. Oro cesellato Scavata in Sicilia negli anni 70
è stata sequestrata a casa di Michael Steinhard

Parte del corredo di argenti dorati
rinvenuti a Morgantina in una casa del III secolo a.C.
Torneranno in Italia dal Metropolitan nel 2010

5 commenti:

Solimano ha detto...

Sulla delicata quistione delle royalties non dico niente: ho i miei riscontri, i miei contrassegni, come diceva nonmiricordochi nei Promessi sposi.

Fabio Isman, non sono intervenuto nella discussione alla fine della tua conferenza un po' per naturale timidità, ma soprattutto perché ho capito che se cominciavamo a dilogare non smettevamo più, tu con la tua competenza ed esperienza ed io con la passione di un dilettante che cerca di non essere dilettantesco.
Tre punti, fra gli altri, mi piacerebbe discutere:
. lo straniamento delle opere d'arte museificate (anche se magari benissimo)
. il sizing troppo piccolo di tanti musei italiani
. la culturaggine protuberante. Faccio un esempio. A Parma organizzarono la mostra del Parmigianino. Gli Uffizi rifiutarono il prestito delle loro opere (in particolare la Madonna dal collo lungo), perché volevano fare anche loro una mostra sul Parmigianino. Ora. E' noto che i capitali affreschi del Parmigianino sono tutti a Parma e dintorni, ma evidentemente questo piccolo dettaglio era sfuggito a quello degli Uffizi che ha detto no. E ce ne sarebbe da dire, tipo Rutelli che autorizza il viaggio per Tokio dell'Annunciazione su tavola di Leonardo.

Personalmente sono fiducioso: vent'anni fa a Brera il biglietto costava pochissimo e non ci andava nessuno se non la domenica, oggi ci trovo sempre gente anche nel giorno più feriale. E il biglietto costa abbastanza (io non pago per esclusive ragioni anagrafiche...).

Non ho finito, con I predatori dell'arte perduta, fra qualche tempo scriverò un altro post sempre per la mia serie Alla ricerca dell'arte perduta.

Fabio Isman, qui sei benvenuto, torna a trovarci.

grazie (anche per i complimenti al blog) e saludos
Solimano

Habanera ha detto...

Tra tante cose perdute abbiamo anche trovato qualcosa di bello: il libro di Fabio Isman. Hai fatto un bellissimo lavoro con lo scanner, Solimano, le immagini sono superbe. Molto piacevole anche il dialogo tra voi due e, se posso dire la mia sulla questione delle royalties, mi pare che le date parlino chiaro. Non ti conviene insistere, altrimenti mi sa che sarai tu a doverle riconoscere a lui.

Ciao e grazie per le cose sempre interessantissime che ci proponi
H.

zena ha detto...

Chissà, Solimano, quante meraviglie sono nascoste in certi archivi: ci sono interi plichi ancora da aprire in quello di Mantova.

Per non parlare dei tesori delle chiesine di campagna.

Una delle mie passioni, qui lo confesso, sta nelle forme della pietà popolare: edicole, tempietti, altarini, immaginette sacre....
Delle ultime ne ho raccolte parecchie, in concorrenza con un ex compagno di scuola, sacerdote, che è del ramo e quindi mi batte sonoramente.
Mi colpice la scelta e il vicinato inatteso che si crea fra immagine, passo delle sacre scritture, circostanza: trattasi di potente dispositivo semiotico.
e' da una vita che vorrei lavorarci su, ma non ho mai mai tempo.
Ciao e buona giornata.

annarita ha detto...

Prendo nota di questo interessante volume e ringrazio per gli spunti sempre ghiotti :-)
Salutissimi, Annarita

Solimano ha detto...

La cultura delle immagini è importante, non perché lo dico io, ma perché gli occhi stanno al primo posto nella nostra percezione di ciò che è esterno a noi.
La Chiesa Cattolica per secoli e secoli ha svolto uno splendido lavoro: il motivo era l'analfabetissmo diffusissimo e la necessità di fare arrivare il suo messaggio a tutti - ed a tutte.
Una azione del genere, con altre motivazioni, l'ha svolta il cinema nel Novecento. Io sono un animale leggitore, ma dico che i libreschi, su questo argomento, hanno una presunzione del tutto ingiustificata, che non esisteva nell'Ottocento, in cui i libri di Manzoni, Dickens, Bazac; Hugo uscivano corredati di immagini, guai se no.
Oggi siamo pieni di grafici ignorantissimi e di libreschi sprezzanti (perché la TV non è cultura, ma sottocultura) e ci contentiamo di un'ora alla settimana di Storia dell'Arte nei Licei Classici.

grazie e saludos
Solimano