domenica 22 marzo 2009

Io e le scarpe con i tacchi


Giulia

Come fare ad adeguarsi a ciò che caratterizza, nell’immaginario collettivo, la donna e la sua femminilità. Io ho avuto sempre dei grossi problemi, uno dei quali sono i tacchi alti. Non che non ci abbia provato. Le ho indossate le scarpe col tacco: sono loro che non volevano me, non io loro.
La prima volta è stato quando avevo 17 anni e mi dovevo incontrare per la prima volta con un ragazzino che mi piaceva molto. Risultato, il tacco mi si è impiantato in una fessura della strada e da quel momento ho camminato con una scarpa col tacco e l’altra no… Il ragazzo? Bè, l’ha presa bene, nel senso che si è divertito moltissimo: io un po’ meno, perchè invece di guardare me, come avrei desiderato, rideva come un matto.
Ma quella volta il tacco non era comunque molto alto.
Ho provato altre volte con tacchi non proprio vertiginosi, ma di tutto rispetto. Quando li indossavo la mia camminata lasciava un po’ a desiderare: avete presente Jack Lemmon in “A qualcuno piace caldo”: ecco proprio come me.


Ho pensato che fosse questione di esercizio, ma dopo tutta una serie di storte, ho desistito.
Risultato: mi sono detta che mi voleva mi avrebbe accettato così come ero e cioè con i tacchi bassi, anzi bassissimi.

Poi girando per internet forse una soluzione l’ho trovata: mi posso sempre mettere una scarpa con i tacchi in testa come cappello come suggeriva la grande stilista Schiaparelli che è considerata insieme a Coco Chanel e Crisobal Balenciaga, una delle più grandi sarte del Ventesimo Secolo. Se lo dice lei può funzionare, che ne dite? Però un problema c'è: non porto mai neanche cappelli.


9 commenti:

Barbara Cerquetti ha detto...

Sottoscrivo tutto.

Anonimo ha detto...

Io invece sono una patita delle scarpe. Invecchiando poi sono peggiorata di brutto.
Rifacendomi al post "mutande di latta" per anni ho allontanato da me ogni cosa che fosse vagamente femminile, figuriamoci le scarpe col tacco. Poi, smettendo di fare politica piano piano la natura civettuola e femminile è riemersa in tutta la sua prorompenza. Adesso porto prevalentemente scarpe col tacco, largo, a spillo, zeppa, di tutti i tipi. Non vertiginosi perchè voglio camminare bene e il tacco rasoterra non mi piace più. La zeppa l'adoro perchè non s'infila nelle grate, nei tombini, nelle fessure tra un sasso e l'altro e nel pratino stile inglese. Adesso mi sono abituata a osservare il mondo almeno da un'altezza di 7/8 cm. in più:)Adoro le chanel con tacco medio alto e di tutti i colori.
Adesso vendono scarpe che sono opere d'arte. Hanno anche i prezzi da opere d'arte per cui le guardo e passo oltre. Sono bellissime però.

Habanera ha detto...

Da qualche anno ho abolito totalmente le gonne dal mio guardaroba ed anche le scarpe con il tacco.
Pantaloni forever, mocassini d'inverno e sandali piatti in estate.
Ma non è sempre stato così; ho avuto anche scarpe bellissime con i tacchi a spillo e mi piaceva sentirmi molto femminile.
Ora sono tornata ad essere un maschiaccio come ero da ragazzina... corsi e ricorsi storici.

Post veramente delizioso.
H.

Solimano ha detto...

La statura è un argomento di cui si parla pochissimo perché è un punto delicato soprattutto per gli uomini, non per le donne.
Il detto così diffuso in Toscana: grande, grosso e coglione è la consolazione iterata dei piccoletti, come il gesto ben noto del pollice e dell'indice a significare la proporzionalità inversa della statura con l'organo sessuale: altra consolazione dei piccoletti. La coglioneria e le dimensioni sono come la pioggia del buon Dio, un pioggia che piove dovunque. Niente di meritocratico, è così e basta.
Il punto è che i piccoletti sono agitati, non perché sfottuti, ma di per sé: ci patiscono.
Nelle sere -e notti- sul lago, quando passeggiavamo in tre, confessore, angelo e squallido, provarono ad aggregarsi (si capiva che ci divertivamo senza nessuna programmazione di divertimento), ma alla fine, non per selettività nostra, divenimmo in sei: uno alto più di un metro e ottanta come noi e due donne, una media e una piccola, trnquille e felicissime.
Riguardo alle donne, di fondo la statura non è un problema, salvo se è molto alta (ma è un problema piccolo). Come femminilità, la si capisce veramente quando le scarpe se le tolgono, non quando se le mettono.

grazie Giulia e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Concordissimo sulla femminilità del togliersi le scarpe. Qui emerge ancora tutto il mio passato ricco di mimosa:)
Diciamo che risulta più intrigante, farsele sfilare allora...

Anonimo ha detto...

Io li trovo sexy, i tacchi, e amo le belle scarpe, ma sugli altri (sulle altre) e in vetrina. Io non ne ho la forza, né la voglia. Adoro i sandali e i piedi nudi, ecco.

Anonimo ha detto...

Sivia, concordo: ci sono scarpe belissime, ma ribadisco bisogna saperle portare e certe scarpe non fanno per me. Alla fine è stato un bene che abbia capito i miei limiti o il mio modo di essere.
Habanera, sono d'acordo che ci sono scarpe bellissime con i tacchi a spillo, ma ce ne sono anche di belle con i tacchi bassi...
Hai ragione Solimano, anch'io penso che la femminilità si misuri in altri modi e momenti e concordo con Silvia. Un giorno un mio carissimo amico mi ha detto che la femminilità è qualcosa che si ha dentro e non fuori e confesso che gliene sono stata molto grata.
Sabrina, se potessi anche io andrei sempre a piedi nudi.

Anonimo ha detto...

Beh, io sono un tipo molto alla buona, quindi non faccio caso all'abbigliamento né maschile né femminile.
Per el scarpe poi, sono veramente negato.
Mi piacciono le gambe, invece, sono la seconda cosa che guardo in una donna, e spesso la priam che mi colpisce.

annarita ha detto...

Io prendo le storte anche con i mocassini e le scarpe da tennis. Non aggiungo altro.
Scusate la laconicità, ma non sono in vena, Cuore di pelo mi ha profondamente colpita e per oggi mi fermo qui.