domenica 29 marzo 2009

Confessione di gruppo

Giulia

Il post di Roby mi ha fatto ricordare un episodio di confessione di gruppo.
Una volta il male, nelle vesti del diavolo tentatore, era sempre in agguato. Era una presenza oscura e insidiosa che poteva impossessarsi della tua anima da un momento all’altro. Dovevi essere vigile e attenta perché l’occhio di Dio (quel terribile triangolino con l’occhio appunto, disegnato dappertutto) poteva vederti ovunque tu fossi. Non c’era scampo né nascondiglio in cui ti potessi ritirare a farti i fatti tuoi. E non c'era da scherzare: ad aspettarti c'era l'inferno...
Avevo, credo, intorno agli undici anni. Una mia amica è venuta da me e da altre dicendoci, in tutto segreto, che c’era un uomo che si spogliava salendo su un letto in una stanza di una casa a piano terra, rendendosi completamente visibile. Allora non c’era quella libertà di costumi che oggi perseguita il povero papa Ratzinger che tanto vorrebbe tornare a quei tempi! La curiosità quindi era tanta. E così in fila indiana, ma strette l’una all’altra siamo tutte andate a vedere…
Ma poi? Avevamo commesso peccato! Un peccato gravissimo! Come fare? Per un po’ tenemmo il segreto. Poi io lo dissi a mia madre che, grazie al cielo, era “anticlericale” convinta e si è limitata a mandare, però, i miei baldi fratelli, più grandi di me, a vedere di cosa si trattava…
Le altre mie amiche non si davano pace. “Bisogna confessarlo al prete” continuavano a dire e io a quel pensiero ero davvero terrorizzata. La confessione era quasi un atto dovuto, ma io cercavo sempre di rimandare questo appuntamento e comunque, quando mi trovai davanti alla grata del confessionale, omisi sempre il fatto, sentendomi ancora di più in peccato. Così facevano anche le altre.
Finalmente una di noi trovò il coraggio. Tutte noi la circondammo in ansia e le chiedemmo quale era stata la penitenza: un rosario intero… A quel punto tutte lo abbiamo recitato e ci siamo sentite assolte con grande sollievo. Ma una cosa mi chiedevo sempre perché non capivo in cosa praticamente consistesse la frase che sempre veniva detta dal prete: “fai atto di contrizione”… agli occhi di una bambina quella parola “contrizione" suonava davvero strana”!
Devo dire che fin da piccola il senso di colpa passava come una nuvola sospinta velocemnete dal vento, ma poi il cielo tornava sereno... Non per tutti era però così.

Oggi l'aspirazione del papa, penso, sarebbe proprio quella di essere come l'occhio di Dio che vede e fulmina chi pecca, ma non si illuda non ha questo potere!

10 commenti:

Roby ha detto...

Posso dirlo?
Forse no.
Ma lo dico lo stesso: a me lo sguardo di Ratzinger, sotto il "camauro" rosso, fa paura. Anzi peggio: mi fa senso... mi rende inquieta... mi mette a disagio...

E meno male che non volevo parlare!

Roby

sabrinamanca ha detto...

Che paura, a me pare il diavolo! (davvero un peccato che non esista...)

Habanera ha detto...

Ma certo che puoi dirlo, è la stessa impressione che fa a tutti.
Fosse il diavolo mi aspetterei che avesse quello sguardo e forse ne avrei meno paura.
H.

Barbara Cerquetti ha detto...

A me ricorda l'imperatore galattico di Guerre Stellari (je piacerebbe)...

Anonimo ha detto...

E' vero che è terribil? Vorrebbe davvero tornare al Medioevo...

mazapegul ha detto...

Ragazze, siete proprio delle streghette! :)

Solimano ha detto...

A proposito dell'atto di contrizione. Le poche lezioni di sci che ho preso (più che altro per imparare a prendere lo skilift, sennò non ci si diverte), me le diede non un maestro di sci come siamo abituati a pensarli, ma una specie di bifolco che cercava di tenersi su. Il posto era Andalo, che non è il massimo della vita. E questo, se non ci impegnavamo come voleva lui, scandiva ad alta voce: "Serietà e compunzione!". La serietà vabbè, ma la compunzione non sapeva certamente cosa significasse ( e comunque non è detto che abbia un significato positivo). L'aveva certamente imparato dal parroco nelle prediche della messa alla domenica. Noi trascuriamo a volte l'azione di acculturazione (e naturalmente di plagio) che i parroci svolgevano quando l'alfabetizzazione era scarsa e non c'era la TV.

saludos
Solimano

giulia ha detto...

Altrochè se ci plagiavano, questo post ne è una piccola testimonianza, caro Solimano. Come dicono loro "vade retro..."

annarita ha detto...

Vi ricordate l'articolo de Il Manifesto con cui fu accolta l'elezione di Benedetto XVI? E le vignette di Vauro del 20 e del 22 aprile 2005?
Qui potete rivederle:
http://www.vauro.net/apr05store.html

Anonimo ha detto...

scusate l'errore. Correggo: "va de retro"