venerdì 13 febbraio 2009

Io e la pianta

Giulia

Difficilmente, purtroppo, riesco a stare in mezzo alla natura. E quando lo faccio, mi capita di guardare le piante come dalla chiglia di vetro di certe navi si può vedere il fondo marino. Mi sembrano ormai vivere in un altro mondo pur condividendo con me la stessa Terra. Ma ne sono sempre attratta e non finiscono mai di destarmi stupore.
Toccare una pianta per me è come toccare una persona addormentata. E questo non per l'immobilità, ma per un diverso tipo di movimento, un impercettibile movimento che forse noi conosciamo solo nel sonno.
La pianta vive col minimo e la sua presenza però ci dà la sensazione di essere totale. E’ sostenuta da un lieve soffio di vita che l'attraversa, eppure appare fortemente presente, anche nel suo essere esposta a tutte le intemperie.

Noi corriamo, ci affanniamo e non sempre sappiamo dove stiamo andando e perché. E guardate invece un albero. E’ un essere vitale, ma che non va e non vuole andare da nessuna parte. C'è e basta. Sembra una vita ripiegata in se stessa, che vive però in totale armonia con ciò che la circonda. E anche se solo sembra abbracciare l’universo.
Ecco, dalla pianta dovrei imparare questo atto di fiducia totale. Lasciare che la vita scorra dentro di me, fidarsi, credere.

6 commenti:

Solimano ha detto...

Quando disegnavo (ho fatto più di mille disegni in tre anni), la prima passione era disegnare le mani, la mia mano e sinistra e le mani di altri. Però la seconda era disegnare i tronchi rugosi delle piante, qui al Parco di Monza, ma mi portavo dietro anche un piccolo notes per schizzre qualche tronco mentre cercavo i funghi. Disegnando, si impara a conoscere le personalità molto diverse delle piante.
Adesso, ho una quercia di quarant'anni a sei metri di distanza dal terrazzo grande. C'erano gli afidi ma finalmente quest'anno è guarita e nei pomeriggi della bella stagione si spegne il PC e leggo in terrazza. Sarebbe bello scrivere qualcosa di noi abbinato a una singola pianta, ad esempio, a parte la quercia condominiale, con un fico, un tiglio ed un alianto sono in ottimi rapporti, ci davamo del lei mo' siamo passati al tu. Se la tirano un po', specie l'ailanto perché sono più alti di me, ma faccio il democratico: ho una liaison anche con una robinia, di cui dicono che è infestante, perché cresce dappertutto ma fiorita è bellissima. Scendendo più in basso, qui attorno, grazie ai monzesi che privilegiano solo i giardini condominiali, sui marciapiedi cresce l'ortica.

grazie Giulia e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Gli alberi sono "persone" affidabili. Ci sono sempre e ti riparano dal sole cocente e pure dalla pioggerella. La loro chioma poi, emana un senso di freschezza e di pace, canterina nel vento.
Soffro ogni volta che vedo abbattere un vecchio albero. Con la nuova normativa comunale sul verde pubblico, nella mia via siamo rimasti in pochi ad avere alberi nel cortile perchè troppo impegnativi da gestire anche per un problema di sicurezza. Tristezza.

annarita ha detto...

Ho letto che in Svezia si trova l'albero più vecchio del mondo, un abete rosso di 8.000 anni. Ma ci pensate? Io ricordo ancora l'emozione di fronte a un maestoso ailanto che due amici ci portarono a vedere in Toscana,vicino a Castiglione d'Orcia, meta di visite da parte dei turisti, ma, ahimé anche oggetto di atti di vandalismo, come il solito. E poi come non parlare dell'emozionante cerchio di cipressi vicino Montepulciano, che suscita un senso di magia e di mistero. Guarda che belle cose mi hai fatto venire in mente con il tuo bel post!
Salutissimi, Annarita.

Anonimo ha detto...

Anni fa mi regalarono un pioppo, in occasione di una ricorrenza.
Purtroppo né io né chi me lo regalò sapeva che non si possono piantare in qualsiasi periodo dell'anno, e morì, povero.
Dal punto di vista del verde sono privilegiato, perché ho un giardino bello grande, con pini e altre piante.
A suo tempo tagliammo un salice.
Insomma, negli anni io e il mio giardino siamo cambiati, non so se in meglio, ma certo ci siamo fatti compagnia.
Ciao!

Habanera ha detto...

Fino a pochi anni fa trascorrevo gran parte dell'estate in montagna.
Mi piaceva fare lunghe camminate nei boschi scegliendo sentieri poco battuti, quasi sconosciuti da tutti.
Lo ricordo come un periodo di grande serenità, di felice armonia con me stessa.
Merito del silenzio, della natura quasi incontaminata che mi circondava.
Gli alberi, i fiori, il canto degli uccelli, il cielo così azzurro e vicino...
Giulia, non sempre riusciamo a lasciar scorrere la vita dentro di noi, non sempre possiamo fidarci, credere. Non perchè non vogliamo farlo ma perchè quasi sempre le circostanze esterne ci costringono ad essere attenti, vigili, sulla difensiva. Non è un bel modo di vivere ma noi non siamo nati alberi, ci tocca adattarci.

Ti abbraccio
H.

Anonimo ha detto...

Grazie per i vostri commenti che sono post veri e propri e mi regalano un po' di quel rapporto con la natura che in questo periodo mi manca molto.
Ed è vero Habanera che non siamo nati alberi, ma è anche vero che forse ci abituiamo troppo ad un mondo che fa di noi un prolungamento della tecnologia che a volte la vince su di noi. Guardare di più le piante mi fa riacquistare un po' di equilibiro e, appena avrò finito, un lavoro credo che staccherò un po' dalla cittaà.
Grazie ed un abbraccio a tutti,
Giulia