mercoledì 18 febbraio 2009

Dedicato a Walter Veltroni

Solimano


Les grenouilles qui demandent un roi
Fable de Jean de La Fontaine

Les grenouilles se lassant
De l'état démocratique,
Par leurs clameurs firent tant
Que Jupin les soumit au pouvoir monarchique.
Il leur tomba du ciel un roi tout pacifique :
Ce roi fit toutefois un tel bruit en tombant,
Que la gent marécageuse,
Gent fort sotte et fort peureuse,
S'alla cacher sous les eaux,
Dans les joncs, dans les roseaux,
Dans les trous du marécage,
Sans oser de longtemps regarder au visage
Celui qu'elles croyaient être un géant nouveau.
Or c'était un soliveau,
De qui la gravité fit peur à la première
Qui, de le voir s'aventurant,
Osa bien quitter sa tanière.
Elle approcha, mais en tremblant ;
Une autre la suivit, une autre en fit autant :
Il en vint une fourmilière ;
Et leur troupe à la fin se rendit familière
Jusqu'à sauter sur l'épaule du roi.
Le bon sire le souffre, et se tient toujours coi.
Jupin en a bientôt la cervelle rompue :
" Donnez-nous, dit ce peuple, un roi qui se remue. "
Le monarque des dieux leur envoie une grue,
Qui les croque, qui les tue,
Qui les gobe à son plaisir ;
Et grenouilles de se plaindre,
Et Jupin de leur dire : " Eh quoi ? votre désir
A ses lois croit-il nous astreindre ?
Vous avez dû premièrement
Garder votre gouvernement ;
Mais ne l'ayant pas fait, il vous devait suffire
Que votre premier roi fût débonnaire et doux :
De celui-ci contentez-vous,
De peur d'en rencontrer un pire.

D'accordo, Walter Veltroni non è il solo colpevole, e non è il peggiore. Ma leggendo stamattina che il suo solo successo è stata la recente manifestazione del Circo Massimo a Roma, mi sono chiesto: "Quale successo? Mobilitare centinaia di migliaia di persone per non dirgli niente di utile, niente di niente?" Provate a pensare se Veltroni avesse cominciato dicendo: "Non parlo di Berlusconi, tanto tutti noi la pensiamo allo stesso modo. Parliamo di noi invece, me compreso. Ho un elenco di almeno dieci cose importanti che non vanno bene e su cui ognuno di noi può e deve fare qualcosa, e dirò che cosa occorre fare con la massima chiarezza possibile, anche con la necessaria durezza. Se no, che leader sarei?"
Ci sono due segni che mostrano la gravità della situazione. Il giornale la Repubblica fa di tutto per non infierire, mentre dovrebbe infierire, e ieri sera, nelle dichiarazioni degli avversari, si coglieva una pietà neppure irridente per Walter Veltroni. Sembravano addirittura preoccupati. A questo siamo ridotti.

P.S. Le due immagini sono di Dorè e di Granville.


13 commenti:

Solimano ha detto...

Per chi non sa il francese, metto qui la traduzione di Luigi De Marchi:

Le rane che vogliono un re

Già sazie le Rane di stare in repubblica,
gracchiarono tanto, che Giove pensò
di dare allo stato la forma monarchica,
e un re tranquillissimo ad esse mandò.

Ma tanto fu il chiasso ch'ei fe' nel discendere,
che scappan le Rane in preda al terror.
Sott'acqua, nel fango, quegl'umidi sudditi
non osano mettere il muso di fuor.

Ma quel che un gigante dapprima credettero
apparve più tardi un re travicel.
Sentendo dell'acqua finito il subbuglio,
or questa, ora quella, le rane, bel bel,

due prima, poi quattro, tremando in principio,
poi dieci si accostano a sua Maestà.
Poi piglian coraggio, si fanno domestiche,
e c'è qualche ardita, che in groppa gli va.

Il re travicello, che adora i suoi comodi,
non parla, non si agita, pacifico in sé.
Allora i Ranocchi con Giove borbottano,
ché vogliono un re, che faccia da re.

Il re degli Dèi per tôrsi il fastidio,
- Prendete, - risponde, e manda la Gru,
che becca, che stuzzica, che infilza, che storpia:
resistere i sudditi non possono più.

Ma Giove, gridando, pon fine agli strepiti:
- Ognuno il governo che merita avrà.
Un re non voleste leale e pacifico
tenete la bestia che addosso vi sta -.

saludos
Solimano

Ermione ha detto...

Sei proprio cattivo ed inclemente. Personalmente sono sempre restia a scagliare il dardo e ad addossare le colpe all'ultimo, a colui che ha dovuto suo malgrado accogliere un'eredità pesante e deve anche prendersi tutte le colpe, anziché spartirle com altri, molti altri. Il discorso che Weltroni avrebbe dovuto fare è questo che tu ipotizzi, ed è molto giusto; ma non penso proprio che sia così facile farlo, facile come lo è dalla tastiera di un pc di persone che non hanno responsabilità. Ti dico tutto questo pur non essendo un'elettrice del PD, tranne che alle ultime elezioni.

Dario ha detto...

Da un lato concetti semplici e mai smentiti, dall'altro una pluralità litigiosa e ideologicamente "a riporto" delle nefandezze dettate dai vincitori... chi mai poteva vincere?

Solimano ha detto...

Chi mi conosce sa che non comincio adesso a prendermela con la disatrosa situazione della poltica e della sinistra in Italia. Sono stato sempre sul concreto, non sul generico, sui fatti, non sulle opinioni. Il "tutto sbagliato tutto da rifare" non è il mio sport. Potrei fare degli esempi che ho già fatto, ma ve li risparmio.
Elena e Dario, provate ad ipotizzare che Veltroni al Circo Massimo avesse fatto quello che ho detto, cioè che avesse tirato nerbate e indicato possibili e praticabili soluzioni, e l'avesse fatto da leader (anzi Leader), perché tale era. Quale migliore occasione? Davanti aveva centinaia di migliaia di persone, che se lo sarebbero ricordato per anni. La sorpresa sarebbe stata grande, e ne avrebbero parlato per mesi e mesi. La situazione era già marcia, e Veltroni almeno questo lo sapeva benissimo. Aveva personalmente tutto da guadagnare e niente da perdere: se l'avessero defenestrato da leader del PD, ampi spazi gli stavano di fronte, altro che Di Pietro e la Lega!
Ha preferito non farlo, e sapete perché? Perché non aveva nesuna chiarezza sui problemi reali e quindi nessun progetto su come superarli. Si è visto oggi, nell'addio se l'è presa con la sinistra salottiera e giustizialista (ma quando mai!) ed ha riprincipiato a parlare del sogno che aveva e che avrà. Che la smetta, coi sogni, che si fanno di notte quando si dorme, di giorno si sta svegli e si affronta l'aspra realtà. A forza di sogni c'è il Partito Sonnambulo.
La politica è tante cose, è soprattutto Potere ed esercizio del Potere (che non è una parola sconcia, la parola Potere). Lo eserciti, almeno ci provi, se glielo impediscono denunci e allora sì, dia le dimissioni mettendola giù dura, e sarebbe stato in posizione di Forza (altra parola non sconcia, la parola Forza). Un Partito Politico (ancora parole non sconcie) non si regge né coi paternoster né con i sogni. Magari il problema fosse solo la leadership! Non si risolve, togliendo Veltroni e mettendo Bersani, ma solo se un cambiamento avviene nei fatti di ogni giorno. Credono di sapere e non sanno: somari ma non umili e nessuno è disposto a farsi da parte, dopo che le hanno sbagliate tutte. Facciamo della buona prepolitica, che ne siamo capaci e non perdoniamogliene una. Lo so il ricatto morale che useranno: il Senso di Responsabilità. Ma servirebbe solo a coprire la loro cronica, palese, conclamata irresponsabilità. Senza fare i grilleschi naturalmente, o i dipietristi. Questi non si rendono conto che politica è avere degli argomenti per convincere chi non ti ha votato: secondo loro sono tutti o coglioni o ladri. Ma il succo del ragionamento è semplice: stanno dandosi da fare primariamente per difendere il posto di lavoro, sono quattro volte quelli di cui ci sarebbe bisogno. E' questo il motivo per cui, sic stantibus rebus, non vedo soluzioni: la palla è caduta, ma non rimbalza, perché è sgonfia. Non faccio del moralismo, il problema vero non è la corruzione, ma l'ignoranza e l'incapacità.
E comunque Jean de La Fontaine lo sapeva già, quattro secoli fa.
Mentre Veltroni, al Circo Massimo, ha voluto scaldare i cuori invece di far funzionare i cervelli (a partire dal suo).

saludos desolados
Solimano

mazapegul ha detto...

Va bene, mi hai convinto: riprendero' la serie sul PD, in forma di cronaca.
Ciao,
Maz

giulia ha detto...

Io sono d'accordo Solimano. Non ha avuto coraggio, o forse non l'ha voluto bene. Avremmo bisogno di chi denunci il marcio che c'è...
Per ora penso che dovremo esser noi a cominciare dalle piccole cose, che poi piccole non sarebbero se ognuno di noi facesse la sua parte.

Solimano ha detto...

Màz, e farai bene, a raccontarci del PD dal tuo punto di vista. Proprio perché non hai riserve mentali o scopi occulti (magari inconsci) puoi essere utile più di quello che credi, perché le cose si possono fare o dall'alto, se c'è un Leader con poche idee giuste e chiare e la voglia di esserlo veramente, il Leader, o dal basso, in piccole unità locali che voltano pagina, fottendosene del capetto che viene da Bologna a portare il verbo (volutamente minuscolo). Oggi Veltroni ha chiesto scusa, continua a non capire. Invece di chiedere scusa, dica in che cosa ha sbagliato e chi gli ha impedito di fare, ammesso che volesse fare qualcosa.
Giulia, da un punto di vista sano, non esistono piccole e grandi cose. Esistono solamente cose, in due sottogruppi: le cose che si fanno e le cose che non vengono fatte. Una ragioniera che ho conosciuto sul lavoro, all'arrivo nella sua azienda dei soliti consulenti in pompa magna, mi disse: "Questi parleranno dei massimi sistemi, così manderanno a ramengo i piccoli dettagli su cui sta in piedi la ditta".

grazie e saludos
Solimano

Ermione ha detto...

Solimano, la risposta che hai dato sulle dimissioni di Veltroni (che è molto lunga) la condivido in pieno per due terzi, è sul terzo terzo che l'analisi smette di piacermi.
Io dico che è scandaloso, roba da star male, che al 60-70% degli elettori non importi un fico secco delle condanne per corruzione e mafia: prima di Previti e Dell'Utri, ora di Mills. Lo so che non si può dire che il 60-70% degli italiani sia coglione, ladro o mafioso...
E' vero, verissimo, che la sinistra ha le sue colpe: ma, santo Cielo... Ci dovrebbe essere un limite a tutto. Quando vedo Schifani e Maroni "in prima linea nella lotta alla mafia e alla corruzione", non so tu, ma io sto davvero male.

Solimano ha detto...

Elena, supponi per un momento che sia vero quello che ho scritto nel mio commento, cioè che gli addetti ai lavori a libro paga della politica siano quattro volte quelli che dovrebbero essere. E non parlo di Roma, ma di dappertutto. Mettici dentro tutto, compresi i gettoni di presenza (che male non fanno).
Beh, io lo trovo scandaloso, e trovo che si sa che è così e che non se ne parla mai. Quindi, con gli scandali, bisogna dirsela tutta, non girare la testa su quello che non ci fa comodo, perché succede dalla parte nostra.
Poi c'è l'altro argomento, lo slogan che usò Carlos Lacerba per diventare sindaco di Rio de Janeiro. Lo slogan fu: "Io rubo ma funziono".
Rubare è brutto, ma anche non funzionare è brutto, e quindi, oltre ad essere quattro volte quelli che dovrebbero essere, ho l'impressione che non funzionino. Di queste cose vere non va lasciato il monopolio a Di Pietro ed a Grillo, vanno dette, magari di fronte a centinaia di migliaia di persone al Circo Massimo. Dirle, facendo le azioni conseguenti, significa acquisire credibilità e quindi innescare un circolo virtuoso, ma Veltroni preferisce adesso chiedere scusa: scusa di che? Specifichi, prego. In queste cose non bisogna fare del perdonismo e del poverinismo: dove sono adesso Aznar, Jospin, Blair, Schroeder, Al Gore? Questa è la vera domanda e la vera differenza.

grazie Elena e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Il commento di ieri sera non è arrivato. Poco male. Avete già detto tutto voi. Il post è azzeccatissimo come sempre accade per Solimano. Attendo in religioso silenzio che Maza ci regali il suo sguardo da dentro. E' importante. E concordo con l'ultimo commento di Arfasatto, dovrebbe esserci un limite che non c'è più da molto tempo e che ha precipitato questo paese nella totale legittimazione dell'illegalità. Mi si perdoni il bisticcio. Una schifezza senza precedenti. Se vivessi all'estero, adesso non direi che sono italiana.

Anonimo ha detto...

Sono figlia di un antico funzionario del PCI: partiva la mattina alle sei, con la corriera, e tornava a notte, spesso, con mezzi di fortuna.
Prima sindacalista con Di Vittorio, poi, chiamato a ricoprire importanti cariche pubbliche: gettoni e compensi interamente, e sottolineo interamente, versati nelle casse del partito.
Pensione perequata a quella dei metalmeccanici, liquidazione niente.
In tempi in cui essere schierati significava essere additati e, vi assicuro, discriminati.
Io vengo da lì: le mie radici sono ben solide e coltivate; trattasi di radici sarmentose, non paralizzate ma in movimento.
Faccio parte di quella generazione che ha usato le ferie per le feste dell'unità (dovrò scriverne, una volta o l'altra) e ha considerato fare politica un abito naturale: necessario, e non particolarmente eroico o eccezionale. Una componente della persona, un modo per essere a posto con la propria coscienza.
Adesso, scusate, non mi ci ritrovo più, e non per ottusità o per lassismo. C'è che amo la congruenza: la corrispondenza fra idee, parole e azioni.
E amo il valore della laicità, che chiede di pensare al di fuori di scelte preconfezionate da una adesione di fede.
Mi addolora quello che sta accadendo nel PD, ma credo si stiano pagando molte incongruenze, dalle liti, in un contesto che dovrebbe nascere da un progetto condiviso, agli scandali di corruzione all'ambiguità di personaggi-spettacolo che, non disdegnano, in provato, certi stili di vita criticati pubblicamente.
Credo che occorra tornare a fare politica.

(e scusate questo commento a cuore aperto, sicuramente troppo lungo)

zena

Habanera ha detto...

La scorsa notte avevo scritto un lungo commento a questo post. E' stato ingoiato nel nulla perchè nel frattempo la connessione ad Internet era saltata e per ripristinarla ho dovuto smontare e rimontare la centralina Fastweb che era andata in tilt.
A quel punto, stremata, sono andata a dormire. Forse è meglio che sia andata così perchè ero stata troppo dura con Veltroni per il quale non ho mai avuto particolare simpatia.
Intanto ci sono stati altri commenti e tutto è già stato detto.
Condivido in particolare l'analisi lucidissima di Zena ed il suo senso di spaesamento nella politica attuale.

Un caro saluto a tutti.
H.

Anonimo ha detto...

Quoto zena in cui mi ritrovo in tutto e per tutto. Mio padre era nello stato, un vigile del fuoco al quale avevano detto che non poteva sposare mia madre, tesserata del PC. Sono passati 5o anni. Però, anche se adesso nessuno avrebbe da dire su chi sposa chi, almeno apparentemente, io non mi sento libera di pensare e mi sento figlia di nessuno perchè il mio bisogno di una società moralmente,eticamente accettabile non esiste. Si è combattuto tanto. Vorrei capire per cosa. E so che non può finire così. Qualcosa dovrà cambiare per forza.