mercoledì 21 gennaio 2009

Udite, udite, o rustici. C'è da rimanere a bocca aperta.

Amfortas


La crisi finanziaria che attanaglia le fondazioni liriche italiane corre di pari passo con l’attuale congiuntura economica, piuttosto precaria, diciamo così.
Ovviamente le istituzioni rispondono tagliando le spese ovunque e senza un minimo di programmazione.
Volevo sottoporre all’attenzione di tutti qualche piccola considerazione, ricavata dall’esperienza personale e non dai spesso confusi relata refero.
Un amico, ricercatore scientifico di livello (fidatevi) ha deciso di trasferirsi a Copenaghen; un’altra amica, architetto, se ne va a Edimburgo.
Alcuni cantanti di grido (non è una battuta, anche se parrebbe!), pur desiderosi di esibirsi in Italia, sono costretti a cantare all’estero perché non ci sono certezze né sui titoli delle opere in cartellone né sui compensi.
Molti teatri, cito il Comunale di Bologna solo perché è il primo che mi viene in mente, hanno sostituito le opere già vendute in abbonamento con altre e gli interpreti, con tutto il rispetto per loro, sono giovani dei conservatori.
Il prestigioso Rossini Opera Festival di Pesaro ha dovuto ridimensionare il suo programma e, inoltre, c’è almeno incertezza sulla stagione del prossimo Maggio Musicale Fiorentino.
A Trieste, venerdì prossimo, debutta l’Aida, secondo titolo della stagione.
I ruoli fondamentali in questo lavoro di Verdi sono quattro: Radames (tenore), Aida(soprano), Amneris (mezzosoprano), Amonasro(baritono).
Ebbene tra primo e secondo cast sono cambiati, rispetto alla presentazione ufficiale della stagione avvenuta appena qualche mese fa, tutti i protagonisti.
L’Aida e il Radames del secondo cast, l’Amneris e l’Amonasro del primo cast(s’intende che almeno sulla carta, i sostituti sono di livello artistico inferiore).
Sempre a Trieste, la prevista Francesca da Rimini di Zandonai che doveva aprire la stagione è stata sostituita da una Tosca (peraltro molto buona, ma evidentemente non è questo il punto).
Io stesso ho speso una discreta cifra per andare a Firenze a sentire il soprano Elena Mosuc, una delle migliori belcantiste in attività, nella Lucia di Lammermoor di Donizetti.
Mi dovrò accontentare di Eglise Gutiérrez, cantante rispettabilissima, per la quale però non sarei andato in trasferta con mia moglie.
Potrei continuare, evidentemente.
Come concludere?
Addio del passato? Giunto sul passo estremo fra poco a me ricovero darà negletto avello mentre una furtiva lagrima intorno all’idol mio col sorriso d’innocenza, si può?
Forse basta un bel cortigiani, vil razza dannata.

P.S.
Chiedo scusa a tutti per la mia latitanza nelle ultime settimane.

9 commenti:

Roby ha detto...

Amfortas, pur non conoscendo il settore, mi fido della tua sintesi.

Però, riguardo alla tua trasferta con moglie a Firenze... va bene, non ascolterai la tua cantante preferita, però, CAPPERI, FIRENZE gli è sempre FIRENZE!!!

Passeggiare romanticamente sul lungarno al tramonto, tra Ponte Santa Trìnita (TrI'nita, mi raccomando, NON TrinitA'!) e Ponte Vecchio vale comunque il viaggio!

Ovvìa!!!

[:->>>]

Roby (alias Florentina Jones)

Giuliano ha detto...

Fa rabbia perché questi che sono al governo si riempiono la bocca ogni giorno parlando di tradizioni, poi tagliano, tagliano, tagliano.
Di musica non ne sanno niente, per loro l'opera è solo un posto dove indossare pellicce e gioielli e far passerella per la tv. In mancanza di questo, che poi si può fare anche altrove, ogni interesse si spegne.

Cara Roby, penso che sia per questo, per Firenze, che Amfortas non è poi tanto incazzato... Pensa se andava a Busto Arsizio!

Giuliano ha detto...

Per quelli che amano i quiz, nelle ultime tre righe sono celate una decina di opere liriche diverse.
Siccome sono buono, vi dico le due più difficili: Boito e Leoncavallo.
(si può?) (no, domandavo: si può o il quiz volevi farlo tu?)
(signore, signori, scusatemi se da sol mi presento: io sono il Prologo.)

Habanera ha detto...

Accolgo, e faccio mio, il tuo grido di dolore, Paolo.
Tutto sta andando a remengo e la crisi economica attuale è solo una scusa in più per tagliare tutto quello che ha a che fare con la cultura.
Si sa come sono fatti questi signori (?) che ci governano. Tutti lustrini e pellicce per le prime ma per loro la parola cultura ha sempre un suono oscuro, quasi minaccioso.

Tutta la mia solidarità e un abbraccio
H.

Solimano ha detto...

Potenza di Google!
Ho sofferto qualche minuto, perché mi seccava non riuscire a ricordare certe arie che avevo dentro, sendo cresciuto a pane e concerti Martini & Rossi, la memoria non è più quella de' verdi anni miei. Ma con Google in tre minuti mi si è svelato l'arcano ( a due arie non sarei mai arrivato, proprio non le sapevo). A questo punto però mi si è posto il problema vero: che cosa ha veramente detto Amfortas. Perché il suo post è criptico, disseminato di segni segreti che solo gli iniziati possono cogliere. Gli iniziati e Google.
E quindi:
...una discreta cifra mi mette a disposizione un accompagnatore che viaggia a mio carico....
...incertezza sulla stagione di prosa: si farà e chi la dirigerà...
...non ci sono certezze neppure grammaticali... (e come facessimo, senza certezze grammaticali?).
Come si vede, questo primo assaggio googlesco consente di chiarire alcuni aspetti del mi sterioso personaggio che si cela sotto il nick di Amfortas: un uomo solitario ma desioso di compagnia, per cui è disposto a spendere cifre folli, un uomo che finge interesse per la lirica, ma è la prosa che gli sta veramente a cuore, un po' scettico blu, miscredente anche in grammmatica, figuriamoci con la sintassi:
«Cosa mi importa se il mondo mi rese glacial
se d'ogni cosa nel fondo non trovo che il mal?
Quando il mio primo amor mi sconvolse la vita...» (Gino Franzi, 1919)

grazie Paolo e saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Oh de' verdi anni miei, sogni e bugiarde larve... Se troppo vi credei, l'incanto ora disparve.

E' il re Carlo V (nella visione di Victor Hugo, quello di Notre Dame) che butta via i sogni del passato e si appresta a diventare "vincitore dei secoli".
(una delle scene più belle di tutto Verdi, anno 1844, Ernani)

(Solimano spiega Amfortas, io faccio le note a margine...)
(il mio Prologo è un Pagliaccio, di Leoncavallo anche per i versi e non solo per la musica). (la mòsica, come avrebbe detto Totò)

Giuliano ha detto...

Tornando però al tema iniziale, dopo le variazioni, penso a come verrebbe trattato oggi uno come Giorgio Strehler (triestino anca lu, ch'el vaga in mona). Strehler, con Paolo Grassi (pugliese) con Claudio Abbado (milanese) negli anni 60 e 70 fecero miracoli per portare la grande cultura a tutti.
Oggi gli sputerebbero addosso, come hanno fatto (ripetutamente) con Rita Levi Montalcini.

Anonimo ha detto...

Mah, sono veramente arrabbiato per questa situazione e poi Firenze non la vedrò neanche, perché sarò di corsa in arrivo da Torino.
E poi, Solimano, io non sono così complicato, illetterato sì, ma complicato no.
La miglior descrizione di me stesso la trovai in una scatola di cioccolatini, ma mi pare d'averlo già detto proprio qui: Eterno sognatore, rischia di perdersi facilmente.
Un saluto cumulativo a tutti :-)

Anonimo ha detto...

Quoto Giuliano. Ha ragione purtroppo:(
Però come dice la nostra fiorentina doc, Firenze è sempre Firenze.
Buon viaggio:)