martedì 13 gennaio 2009

A ognuno il suo lavoro

sabrinamanca

Il post di Giuliano biglietto valido e convalidato e i relativi commenti mi fanno venire in mente un episodio vissuto sempre durante la mia settimana di vagabondaggi solitari fra Lucca, Pisa e la campagna toscana. Sul treno, nel mio stesso scompartimento, ci sono un anziano controllore con una nuova leva. Una bella ragazza mora entusiasta e volenterosa. Li vedo partire per il loro giro di controllo e poi tornare, sedendosi vicino a me. Il padre della ragazza era stato controllore a sua volta ed è grande amico del collega che istruisce la giovane.
Alla ragazza viene confidato un borsello che contiene dei biglietti, l'obliteratrice, dei formulari e anche del denaro (immagino venga dalle multe).

Durante una fermata però la giovane lascia per un attimo il borsello incustodito per qualche secondo proprio mentre una famiglia di zingari scende di tutta fretta dal treno.

La ragazza è seduta di nuovo nel mio scompartimento e così l'anziano collega. Lei è in lacrime. Lui la consola - e che ci vuoi fare, una disattenzione, eppoi del resto, ognuno fa il proprio lavoro, e loro (gli zingari) quello fanno.

3 commenti:

Giuliano ha detto...

Conosco molti ferrovieri e con qualcuno di loro ho chiacchierato a lungo, storie così ne conosco molte. Molti di loro sono esasperati, e all'inizio è veramente dura: che fare? A me pare che oggi siano mandati allo sbaraglio, e che pian piano stiano imparando a non farsi vedere troppo in giro. Quando beccano qualcuno, è proprio perché non possono farne a meno: magari il Capo li ha appena sgridati perché non fanno mai multe...

Anonimo ha detto...

Bazicando sui treni ne incontri di storie. Ho incontarto ferrovieri di tutti i tipi, alcuni davvero gentili e concilianti, altri che è meglio non parlarne...
Giulia

Solimano ha detto...

Viaggiare in treno a me piace per diversi motivi, fra cui perché in treno mi addormento volentieri. Però, al tempo in cui tutti i maschietti, me compreso, giravano col borsello, un controllore mi avvertì: si addormenti pure, ma prima, si preoccupi del borsello. Esistevano piccole bande specializzate...
Viaggiare in treno in Toscana era bellissimo: il tratto fra Empoli e Siena, quasi lo conoscevao curva per curva. Ogni tanto scendevo dal treno ed andavo a piedi a Castellina o a Monteriggioni, perché, va bene il treno, ma il modo migliore per conoscere i posti è arrivarci a piedi, ricordando la regola: il capo di abbigliamento più importante sono sempre le scarpe adatte...

grazie Sabrina e saludos
Solimano