sabato 13 dicembre 2008

Le invasioni burbariche

dedicato a Solimano




"E' vero, commissario, che Sua moglie è molto bella?"
"Sì, dottoressa, è una donna molto bella."
"E come ha fatto una donna molto bella a sposare un uomo così burbero?"

In una delle favole che scrissi a mia figlia quattro anni fa, mentre ero all'estero per lavoro, uno dei personaggi di contorno era Pentola Borbottante, uno stregone indiano "burbero, ma buono". Il personaggio serviva a colorare un po' un momento poco movimentato del racconto, ed era ispirato a mio padre, uomo burberissimo per natura e per scelta, che comunque ha tirato su per anni tre bambini da solo, con affetto selvatico e gusto dell'esperimento.
L'espressione "burbero, ma buono" è entrata nel lessico famigliare, e la parola "burbero" è delle più usate. "Perchè sei così burbero con me?" chiede Angelica. "Burbero sì, ma buono!" preciso io.
Burbera, ma buona è pure la Baba Yaga, che a me pare veramente troppo sinistra per essere chiamata buona, ma che un suo senso della giustizia ce l'ha, risparmiando la bella Vassilissa, ma incenerendo le invidiose sorellastre e la perfida matrigna.
Un paio di mesi fa ero a Milano da mio padre con la figlia, impegnata a scrivere delle frasi in incerta calligrafia per un compito a casa sotto l'occhio miopemente vigile del nonno.
"Il nonno è burbero, ma..."
"No, cancella! Burbero e basta! Burbero. Punto."

8 commenti:

Solimano ha detto...

Touché, Màz. Il messaggio è arrivato forte e chiaro e penso che ci volesse. E qui finisce la parte seriosa del mio commento.

Vengo alla parte... come chiamarla? Umorale, ecco! Anzitutto, mi sta bene la tua chiusa: Burbero. Punto.
Perché il burbero-ma-buono non piace a nessuno, viene solo usato, è la controparte di suo fratello, lo-zio-indegno che almeno, ogni tanto, si permette qualche week end sfolgorante, lasciando i figli piccoli in custodia al burbero-ma-buono.
No per davvero. Una volta, una persona che lavorava con me mi disse che ero un capo bonario. Gli tolsi il saluto per sei mesi, finché mi disse che ero diventato un capo ruvido, e gli offii il caffé, dicendogli di continuare così, che si sarebbero aperte delle prospettive per lui(le solite balle che si raccontano)e che dicesse in giro che ero ruvido, ma se diceva che ero rude era ancora meglio.
Il punto, Màz, è che io nasco timido, e per vent'anni mi mantengo tale: non sapevo ballare, non sapevo nuotare, non piacevo alle ragazze, soprattutto non piacevo a me stesso. Leggevo molto e fantasticavo moltissimo, in qualche modo bisogna pur passare il tempo.
La svolta fu a Moena, Val di Fassa (i timidi andavano in montagna, i tosti al mare). La Standa di Genova aveva organizzato le vacanze per le sue commesse affittando una pensione tutta per loro, con attorno qualche vigilante perché non si sa mai. Con un gruppo di amici andai in una balera dove arrivavano a frotte le commesse, e dopo cinque minuti i miei amici si erano tutti piazzati, ed io ero lì solo, rigido come un baccalà. Scelsi accuratamente la commessa più brutta, che se ne stava seduta a fare tapezzeria e la invitai a ballare. Non disse neppure "No", scosse solo la testa. Stavo sprofondando in cantina e la Signora Fantasia mi tese la sua soccorrevole mano: "La più brutta ti ha detto no, fatti dire di no anche dalla più bella, almeno ci hai provato". Andai ad invitare la commessa più bella, avevo probabilmente un'aria da ultima spiaggia (le sopracciglia aiutano) e lei disse "Sì" con un bel sorriso, e ballammo tutta la sera. Ne ricordo ancora il nome ed il cognome, ma non li dico a nessuno.
Poi si creò una specie di effetto valanga, avevo voglia di recuperare tutto il tempo perso, e due anni dopo, quando chiamai una ragazza con il nome della sua migliore amica con cui sarei uscito la sera dopo (vi risparmio le reazioni di quella ragazza), compresi che non ero più molto timido, dovevo stare solo più attento ai nomi delle ragazze.
Ma la timidezza è come il sacerozio, sacerdos in aeternum, un timido nato, al centro del suo essere, è sempre timido, e quindi si maschera: ruvido, rude, aspro. Diventa una seconda natura.
So ridere e far ridere, faccio più fatica a sorridere e a far sorridere, questo sì.

Presidente della Corte, lei è burbero ma buono, mi conceda almeno le attenuanti!

grazie Màz e saludos
Solimano

zena ha detto...

Come hai ragione, Solimano, sulla montagna fatta per i timidi....
E per le intimidite dall'universo munno
.
Un saluto a tutti: non sono sparita, solo risucchiata dal lavoro e dall'influenza(effetto aspirapolvere)
z.

Roby ha detto...

Ho un debole per i "burberi-e-basta". Mio zio era così, e da bambina ne avevo una sacrosanta paura. Poi, a poco a poco, ho imparato ad apprezzarlo. Per fortuna ho fatto in tempo a dirglielo, prima che lui e il suo cipiglio se ne andassero per sempre, otto mesi fa.

Con ALTRI burberi, of course, mi auguro di avere ancora lunghe e proficue frequentazioni, ad onta della mia ben nota bischeraggine...

[;-P]

Roby

PS: ciao, Maz, a te e all'uomo-lupo!!!

mazapegul ha detto...

Burberissimo Solimano,
anche io ho un passato (e un presente) di timidezza (ma mi piace nuotare: l'unica cosa che mi piace fare al mare), che ho sempre cercato di contrastare, facendomi spesso la fama dell'"originale" (ma non è originalità: è solo goffaggine; l'originalità, relativamente parlando, sta nello sforzo di non cedere alla propria timidezza).
A me la burberaggine piace, anche se non sono particolarmente burbero di mio. Con la burberaggine mi sento, come si sarà capito anche dal post, in famiglia (come Roby, del resto).
Saluti burberi,
Màz


Zena, buona guarigionee a presto rileggersi.
Màz

mazapegul ha detto...

PS Ho cercato una foto del burbero commissario Servillo con il sostituto Sara D'Amario, ma l'unica che ho trovato (sul sito della D'Amario) non era scaricabile.

Burbariche o burberiche?

Barbara Cerquetti ha detto...

Buona domenica a tutti dalla timida figlia di un burbero e basta! :-)

Giuliano ha detto...

In musica, il Burbero per antonomasia è Johannes Brahms.
Cioè il più toccante e profondo dei musicisti, e quando vuole (cioè spesso) anche il più dolce e delicato.
La ninnananna per bambini più famosa, per chi non ne sa niente, è opera proprio di Brahms: e chissà quante volte l'avete cantata.

Anonimo ha detto...

Io spesso sono stata circondata da uomini burberi. Mi piace andare a scoprirne la dolcezza. Perchè c'è. Il ma...allora lo tengo per me.
Un bacio a tutti i miei uomini burberi. Da uno di loro ci vado a pranzo adesso. Buona domenica.

Zena, un abbraccio di pronta guarigione:)