Pasquale
Roma, 10 dicembre 2008
sabato 13 dicembre 2008
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5 commenti:
Accompagno, in autobus, mia figlia Sofia alla scuola di greco moderno, accanto al Liceo Tasso, dalle parti di Piazza Fiume, per stare un po’ insieme, e torno a casa labicana a piedi, visto e considerato che, stramaledizione, il campetto di tennis delle suore le suore lo hanno ridotto a parcheggio e non trovo un tavolo di ping-pong che sia uno nei paraggi, e dunque cammina, mi dico, almeno cammina!
Tengo la digitale in tasca ma non me lo ricordo più, quasi non guardo in giro, tutto occupato da pensieri astratti. Cammino, cammino, sento il brusio della folla informe intorno a me, lo stridio delle automobili che invadono inondano inzeppano le strade come i ratti i films di Herzog, il fruscio degli ultimi gruppetti di storni che corrono verso gli alberi della Stazione Termini, il sordo rumore di fondo metropolitano e le vocine in secondo piano di chissà quale bambino che pretende un regalino, ma non guardo, non guardo, tiro avanti, a zig zag, verso casa. Finché costeggiando via Torino e con la coda dell’occhio intravedo, vedo, ricevo un colpo al cuore, mi fermo, afferro la digitale, scatto, riprendo a camminare. Ma ormai vedo tutto e non sento più niente.
C'è anche un Caravaggio pietrificato, o sbaglio? (alla sinistra del busto in primo piano)
(cioè alla nostra destra, sullo schermo)
@ Giuliano
Pensi alla testa di Medusa, vero? Forse. Forse Caravaggio aveva in mente questa testa.
Certo hai un grande occhio filologico-critico.
Ma sono cose antiche? Io pensavo a un deposito di "falsi", magari per il cinema. In alcuni film di Fellini ci sono immagini simili.
@ Giuliano
Sono copie in gesso. Anzi no. Non ho fatto una foto di copie di gesso. Nel loro insieme sono qualcosa che non so definire. Con le parole. Ecco la ragione della foto. Io realizzo con un determinato linguaggio ciò che è intraducibile pienamente in un altro.
Buona serata. Vado a far bisboccia con la mia belloccia.
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