lunedì 22 dicembre 2008

Impastare con i guanti

Giuliano

Vedo sempre più spesso, in tv nelle rubriche di cucina, gente che impasta con i guanti. Guanti in gomma, in lattice, o in plastica semplice. Devo ammettere che la cosa mi fa un po’ senso.
Ho sempre visto mia mamma, cuoca eccellente, impastare senza guanti: basta lavarsi bene le mani. E Gianni Rodari, figlio di fornaio, racconta un gesto comune di suo padre: che prendeva un ramo acceso dal forno a legna e si depilava le braccia così, con l’abilità di un mangiatore di fuoco, senza scottarsi. Ne ho parlato con amiche e parenti che lavorano al reparto salumi o nei panifici, e mi hanno detto che se non mettono i guanti vengono severamente riprese, e che i più cattivi e perentori sono i clienti. E’ infatti opinione diffusa che portare i guanti sia sinonimo di igiene assoluta: un mito sul quale ci sarebbe da sghignazzare. I guanti sono sinonimo di igiene se vengono cambiati ogni volta: pensate che sia così? Pensate che se mi prude il naso stia lì a pensare che porto i guanti e che prima di grattarmi me li devo togliere? Pensate che sia impossibile andare a fare la pipì se prima non si tolgono i guanti? E poi, va anche detto che i guanti sono prodotti da industrie chimiche, spesso (anzi, sempre) lubrificati con appositi oli, cosparsi di talco e disinfettanti, eccetera: tutta roba che può ben finire dentro i vostri tortellini.
Ho esperienza diretta di “quelli che lavorano con i guanti”: queste persone, uomini e donne per lo più orgogliosissimi di indossare i guanti (si sentono un po’ chirurghi, credo), con i guanti sporchi lasciavano impronte indelebili del loro passaggio: rubinetti, maniglie, antine, porte, niente scampa al tocco del portatore di guanti. Con le mani nude, è facile accorgersi quando ci si sporca; con i guanti no, si va avanti lo stesso, e alla fine è difficile capire cosa è rimasto attaccato alle maniglie e ai rubinetti.
Caso mai, i guanti servono per protezione personale: ecco, questa è davvero una cosa importante. Su questo punto c’è poco da dire: se il salumiere o il fornaio proteggono se stessi, sono ben contento che usino i guanti; ma io personalmente preferirei vederli a mani nude. Piuttosto, e sempre per esperienze di vita vissuta, più che i guanti sarebbe utile una mascherina: ma qui mi fermo se no mi passa la voglia di mangiare.
(l’immagine viene da “L’enigma di Kaspar Hauser” di Werner Herzog)

5 commenti:

Ermione ha detto...

A volte il mio ortolano -una vecchia bottega dell'Oltrarno, una delle poche sopravvissute- preso forse da manie igieniste, indossa i guanti. Raramente, per la verità. L'altro giorno osservavo la sua mano guantata, nera nera; e mi dicevo proprio se non sarebbe stato meglio usare le mani nude, come sempre si è fatto. Ma ormai tutto deve essere sotto plastica: il pane e il prosciutto, i tortellini natalizi e il panettone, l'insalata già lavata. Eh, il nuovo avanza...

annarita ha detto...

Cerco di non pensarci troppo, ma hai proprio ragione. Mi è passato l'appetito... ;-)

Giuliano ha detto...

Più che altro mi disturba l'idea di risolvere i problemi in questo modo: quello dei guanti è solo un esempio, una piccola metafora.
Molti ragionano proprio così, che uno si mette i guanti e, zac!, diventa tutto igienico.
Oppure le date di scadenza, i certificati, leggi e leggine...

Sono tutte cose belle, intendiamoci: ma alla fine si rimane come prima, bisogna trovare una persona di cui fidarsi. E non è facile.

Solimano ha detto...

E' una specie di rito inutile, a cui ci assoggettiamo anche noi quando preleviamo la frutta nei supermercati, con leggerissimi guanti di plastica che quando ce li togliamo li dobbiamo accompagnare nei cestini perché altrimenti svolazzano per aria.
Vorrei vedere quello che succede alla frutta prima, quando la si raccoglie, la si trasporta, la si conserva nei magazzini. Però il camion della frutta, da cui mi servo normalmente, non ha ancora di queste fisime: il fruttivendolo dovrebbe agitarsi come nei film di Ridolini, visto che oltre che la frutta maneggia i soldi...

saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

Quoto tutti con un pizzico di disperazione. Io certo di essere più realista del re. Lavorando in un ristorante da ragazza ho visto di ogni. Dietro il banco, nella cucina, nella macelleria, nel frigo della frutta, ciò che succede, guanti o no, non lo vediamo. Meglio così.
Io lavo ben bene la frutta e pure la carne se ritengo sia il caso. E impasto rigorosamente a mani nude. Che non dobbiamo diventare ridicoli.