In qualsiasi modo avvenga il mio risveglio, ho sempre la sensazione che da qualche luogo buio e a me sconosciuto qualcuno entri nella mia coscienza e mi strappi da un posto caldo ed accogliente dove sarei rimasta . Percepisco questa forza estranea, quasi fosse una vera e propria spinta anche quando non c'è una sveglia a irrompere nel mondo un po' sospeso del sonno o qualcuno che mi chiama più o meno amorevolmente.
Ho appena aperto gli occhi che già la radio sta dando le ultime notizie per ammonirmi che, mentre io stavo tranquillamente dormendo, altri lavoravano per me anche se io non gliel'ho certo chiesto: il signor B. di primo mattino ha già fatto un sacco di cose orribili, qualcuno generosamente ha licenziato un bel po' di "esuberi", qualcun altro ha investito nella notte un povero passante, il partito democratico ha perso le elezioni e litiga, un giornalista in Iraq ha tirato una scarpa a Bush (beh questa notizia non è poi così male!)... Mi affretto però a chiedere che la radio venga spenta o per lo meno abbassata perchè io possa riprendere il contatto con me stessa.
Il risveglio mi sembra sempre il momento in cui ognuno è chiamato ad entrare in scena: prima nel più o meno tranquillo e rassicurante ambiente di casa e poi sulla strada dove sembra che la vita non abbia perso tempo, tutto sia già in marcia e mi vuole risucchiare perché anch'io faccia la mia parte.
E allora vado, mi lascio prendere dalla corsa a cui tutti sembrano così abituati e quasi programmati, mi immergo tra la gente. Tutti a fare qualcosa, tutti con la fretta negli occhi e nelle gambe, ognuno senza guardare l'altro, quasi a testa bassa...
Sì, la vita al nostro risveglio appare già lì in tutta la sua frenesia: indipendente da noi, esige ugualmente la nostra presenza. E' un fluire continuo, inarrestabile e il mio desiderio spesso è quello di tornare in quello stato indefinibile che è il sonno dove il mondo non può fare irruzione e tutto appare fuori dal tempo e dallo spazio.
Ho appena aperto gli occhi che già la radio sta dando le ultime notizie per ammonirmi che, mentre io stavo tranquillamente dormendo, altri lavoravano per me anche se io non gliel'ho certo chiesto: il signor B. di primo mattino ha già fatto un sacco di cose orribili, qualcuno generosamente ha licenziato un bel po' di "esuberi", qualcun altro ha investito nella notte un povero passante, il partito democratico ha perso le elezioni e litiga, un giornalista in Iraq ha tirato una scarpa a Bush (beh questa notizia non è poi così male!)... Mi affretto però a chiedere che la radio venga spenta o per lo meno abbassata perchè io possa riprendere il contatto con me stessa.
Il risveglio mi sembra sempre il momento in cui ognuno è chiamato ad entrare in scena: prima nel più o meno tranquillo e rassicurante ambiente di casa e poi sulla strada dove sembra che la vita non abbia perso tempo, tutto sia già in marcia e mi vuole risucchiare perché anch'io faccia la mia parte.
E allora vado, mi lascio prendere dalla corsa a cui tutti sembrano così abituati e quasi programmati, mi immergo tra la gente. Tutti a fare qualcosa, tutti con la fretta negli occhi e nelle gambe, ognuno senza guardare l'altro, quasi a testa bassa...
Sì, la vita al nostro risveglio appare già lì in tutta la sua frenesia: indipendente da noi, esige ugualmente la nostra presenza. E' un fluire continuo, inarrestabile e il mio desiderio spesso è quello di tornare in quello stato indefinibile che è il sonno dove il mondo non può fare irruzione e tutto appare fuori dal tempo e dallo spazio.
5 commenti:
Ah, Giulia cara, non sai quanto concordo con te, quasi in ogni virgola... il tepore delle coperte verso le sei e mezzo-sette di mattina è così difficile da lasciare per tuffarsi nella fredda strada sottostante!!! Eppure bisogna... uffff!
Buonanotte, e sogni DI PLATINO!!!
Roby
Un guaio (fra i tanti) del risveglio è che interrompe i sogni proprio sul più bello.
Adesso non ha molta importanza, ma quando ho trascritto centinaia di sogni sotto l'influenza de "L'interpretazione dei sogni" di Freud, verso mattina mi sembrava di capire... e proprio in quel momento suonava la sveglia. La prima cosa che facevo era di mettermi seduto sul letto a trascivere il sogno. Tenevo la matita e il notes sul comodino perché i sogni hanno un difetto: scappano dopo pochi secondi, e non li riacchiappi.
grazie Giulia e saludos
Solimano
Hai mai lavorato a turni? Un giorno sveglia alle cinque del mattino, l'altro giorno si inizia a lavorare alle due del pomeriggio, l'altro giorno ancora si sta svegli tutta notte e si dorme di giorno.
E non è vero che si recupera, piuttosto si va fuori giri, col rischio di colpi di sonno davanti a persone che magari ti piacciono molto (ed è difficile da spiegare, cascar dal sonno alle ore 17 davanti a una bella morettina...)
Mi sveglio da 30 anni alle 3.55 del mattino, quindi non ho mai tempo di godermi alcuna sensazione.
Quando non lavoro mi sveglio presto comuqnue e non riesco a indugiare a letto, sono dell'operoso nord-est.
Più che risvegli dal sonno, i miei sono momentanei e transitori momenti di coscienza :-)
Siciliano ma sempre mattiniero fui :-) però per rientrare nel mondo ho sempre avuto bisogno di una buona dose di tempo
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