martedì 25 novembre 2008

Tragica fatalità

sabrinamanca


Il palazzo in cui vivo è proprietà dello stato. Ci sono un centinaio di appartamenti per ogni ala dell'immobile.
Ogni sei mesi è effettuata la manutenzione dei termosifoni, ogni tre mesi si controllano le prese d'aria e la ventilazione, ogni sei mesi vengono verificati gli impianti elettrici, ogni mese gli ascensori, ogni sei mesi le scatole dove si trovano i vari contatori.
Se uno solo di noi inquilini non permette l'accesso per le verifiche tutti noi perdiamo il diritto all'assicurazione per eventuali problemi od incidenti.
Ognuno degli inquilini (e questo vale per chiunque in questo paese compri o affitti una casa) deve pagare un'assicurazione.
E' mai possibile che il presidente del consiglio italiano chiami tragica fatalità la morte di un ragazzo in un edificio dello stato nel quale, con tutta evidenza, la manutenzione delle strutture e i controlli non erano stati effettuati a dovere?

4 commenti:

Roby ha detto...

Sabrina cara, da quale pianeta alieno scrivi? Dagli anelli di Saturno? Dalla galassia di Andromeda? Dal più remoto pianeta di Giove (ammesso che ne abbia)?

Come? Dalla FRANCIA? Quella Francia lì, quella che sta proprio attaccata a noi, a nord ovest?

Mon Dieu... Robba che nun ce se crede!

Bisous

R.

Giuliano ha detto...

I controlli si fanno, se vuoi ti spiego anche come. Non ho esperienze professionali nell'edilizia, ma in altri campi sì.
(Non c'è molto da spiegare, la maggior parte delle cose si sono già capite...)
(meno male che ci sono ancora i Carabinieri e i Nas)

Solimano ha detto...

Vi ricordate lo tsunami? Centinaia di migliaia di vittime, sparse selle coste asiatiche dell'oceano Pacifico e dell'oceano Indiano. Ma non furono sparse a caso, in certi paesi in proporzione ce ne furono molte di meno, in particolare in Giappone non ce ne fu quasi nessuna.
Perché c'erano dei paesi che avevano preso atto che esisteva la possibile fatalità degli tsunami e ne avevano preso atto, con una prevenzione informativa efficace, basata sul fatto che in presenza dello tsunami l'avvertimento arrivasse prima dell'ondata al maggior numero possibile di persone. E funzionò.
La prevenzione costa, ma molto meno dei costi derivanti dalla mancata prevenzione.
Non è fatalità che al tempo dell'alluvione dell'Arno il quadro di Cimabue fosse appoggiato sul pavimento della chiesa, ma è comodo parlare di fatalità quando la parola giusta sarebbe irresponsabilità.

saludos
Solimano

annarita ha detto...

È triste che certi commenti vengano da chi ci rappresenta perché è stato eletto a ricoprire tale ruolo.