Nell’azienda in cui ho lavorato per molti anni avevo appreso il principio secondo cui “si vende quello che si ha”. Nel senso che dei propri prodotti si dovevano mettere in risalto i pregi (o quelli che si potevano presentare come pregi) e naturalmente tacere i difetti. Ricordo ancora delle riunioni di annuncio di nuovi prodotti dove, se qualcuno azzardava confronti non proprio favorevoli con la concorrenza, veniva tacitato con un “dobbiamo vendere quello che abbiamo”. Questa prassi aziendale è entrata anche in politica (e sappiamo anche da quando, dalla famosa discesa…) e ne abbiamo avuto nel tempo numerosissimi esempi. L’ultimo mi è capitato sott’occhio nei giorni scorsi, quando sono stati resi noti i risultati delle elezioni nella provincia di Bolzano. Là la fanno da padrone da sempre i partiti espressione dell'etnia tedesca, le tendenze nazionali hanno poco seguito. In particolare il partito al governo nazionale ha conseguito poco più di un miserello 8%, peraltro in diminuzione rispetto alle precedenti elezioni. Immagino le frenetiche consultazione post voto tra i boss locali del partito per presentare il risultato all’opinione pubblica. Alla fine è uscita l’orgogliosa dichiarazione: “Siamo il primo partito italiano nell’Alto Adige!”.
sabato 1 novembre 2008
"Si vende quello che si ha"
Ottavio
Salesmen
Nell’azienda in cui ho lavorato per molti anni avevo appreso il principio secondo cui “si vende quello che si ha”. Nel senso che dei propri prodotti si dovevano mettere in risalto i pregi (o quelli che si potevano presentare come pregi) e naturalmente tacere i difetti. Ricordo ancora delle riunioni di annuncio di nuovi prodotti dove, se qualcuno azzardava confronti non proprio favorevoli con la concorrenza, veniva tacitato con un “dobbiamo vendere quello che abbiamo”. Questa prassi aziendale è entrata anche in politica (e sappiamo anche da quando, dalla famosa discesa…) e ne abbiamo avuto nel tempo numerosissimi esempi. L’ultimo mi è capitato sott’occhio nei giorni scorsi, quando sono stati resi noti i risultati delle elezioni nella provincia di Bolzano. Là la fanno da padrone da sempre i partiti espressione dell'etnia tedesca, le tendenze nazionali hanno poco seguito. In particolare il partito al governo nazionale ha conseguito poco più di un miserello 8%, peraltro in diminuzione rispetto alle precedenti elezioni. Immagino le frenetiche consultazione post voto tra i boss locali del partito per presentare il risultato all’opinione pubblica. Alla fine è uscita l’orgogliosa dichiarazione: “Siamo il primo partito italiano nell’Alto Adige!”.
Nell’azienda in cui ho lavorato per molti anni avevo appreso il principio secondo cui “si vende quello che si ha”. Nel senso che dei propri prodotti si dovevano mettere in risalto i pregi (o quelli che si potevano presentare come pregi) e naturalmente tacere i difetti. Ricordo ancora delle riunioni di annuncio di nuovi prodotti dove, se qualcuno azzardava confronti non proprio favorevoli con la concorrenza, veniva tacitato con un “dobbiamo vendere quello che abbiamo”. Questa prassi aziendale è entrata anche in politica (e sappiamo anche da quando, dalla famosa discesa…) e ne abbiamo avuto nel tempo numerosissimi esempi. L’ultimo mi è capitato sott’occhio nei giorni scorsi, quando sono stati resi noti i risultati delle elezioni nella provincia di Bolzano. Là la fanno da padrone da sempre i partiti espressione dell'etnia tedesca, le tendenze nazionali hanno poco seguito. In particolare il partito al governo nazionale ha conseguito poco più di un miserello 8%, peraltro in diminuzione rispetto alle precedenti elezioni. Immagino le frenetiche consultazione post voto tra i boss locali del partito per presentare il risultato all’opinione pubblica. Alla fine è uscita l’orgogliosa dichiarazione: “Siamo il primo partito italiano nell’Alto Adige!”.
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5 commenti:
Benvenuto Ottavio. L'azienda però era più onesta, perché non si può vendere quello che non si ha.
Il caso del nostro premier è che riesce a far credere certe cose di sé che non sono vere, o che di per sé sarebbero negative. Per cui, posso capire quel tecnico di manutenzione di Parma, che quando assunsero un collega, andava in giro dai clienti che ormai conosceva tutti a dire che avevamo raddoppiato l'organico. Il cliente rideva, e lui siccome era molto spiritoso, restava serio e diceva al cliente: "Ho detto semplicemente la verità". Poi gli offriva il caffé per festeggiare al raddoppio dell'organico.
Tornando al nostro, il punto è che lo sanno che mente in continuazione, dice una cosa un giorno e il giorno dopo il contrario, parò lo votano lo stesso, e quindi, quindi... è un nostro problema: spesso non riusciamo a farci ascoltare anche quando diciamo cose che tutti sanno che sono vere.
grazie Ottavio e saludos
Solimano
Caro Ottavio, va anche detto che oggi ci sono persone che hanno avuto grande successo vendendo quello che non hanno.
E, cosa mirabile, gli acquirenti del nulla sono tutti orgogliosi del loro acquisto, e guai a chi glielo tocca.
Ottavio, sarebbe un post divertentissimo e sarcastico se non fosse così disperatamente VERO!!!!
Molti anni fa, quando erano ancora in lizza alle elezioni partiti di cui mi sfugge adesso il nome (mi pare fosse roba "di sinistra"...) ricordo -dopo una vittoria di misura della DC- le locandine dell'Unità con l'orgoglioso strillo: IL PCI TIENE! E al confronto, mi vien da piangere per la tenerezza...
Baciotti anche a te
Roby
Carissimi,
l'unica consolazione in questo periodo di crisi e recessione è che SONO TEMPI DURI PER I VENDITORI!
saluti
Ottavio
Caro Ottavio, dici quel venditore là? Sperèmm...
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