venerdì 14 novembre 2008

Savoir faire

Roby

Qualche giorno fa, in seguito all'infelice battuta (?) di Berlusconi sull'abbronzatura di Obama, madame Carla Bruni-Sarkozy ha rilasciato una dichiarazione secondo la quale -davanti a simili affermazioni- è ben contenta di essere cittadina francese e non più italiana.

Prontamente, il picconatore ed ex-presidente della Repubblica Cossiga è saltato su a rimbeccarla: "Anche noi italiani siamo felicissimi che la signora Bruni adesso sia francese!"

Secondo me, hanno entrambi perso un'ottima occasione per star zitti...


L'imperatrice Carla (2008)

François Gerard,
L'imperatrice Josephine (1808)



6 commenti:

Giuliano ha detto...

E' stato veramente uno scontro fra titani.

Roby ha detto...

Com'è vero...

Ma cadranno poi a capofitto giù dall'Olimpo?

Lo volessero gli dèi...

Roby

annarita ha detto...

In Italia si commenta troppo tutto. A volte lasciar passare qualcosa sotto silenzio provocherebbe più effetto e non annoierebbe a morte il popolo...

Anonimo ha detto...

già, quel che si dice una sinergia nel segno della finezza e del buon gusto :(

saluti, eh
zena

Solimano ha detto...

Roby, avrebbero fatto bene a stare zitti tutti e due, anzi tutti e tre, perché c'è l'antefatto dell'abbronzatura.
Sono convinto che un certo tipo di cattivo gusto, anzi, proprio di volgarità sia funzionale a certi successi politici (e di alcova).
Il non tenere vergogna è una buona spiegazione del successo di Bush Jr. contro Al Gore, e più indietro nel tempo, delle ripetute sconfitte di Adlai Stevenson.

saludos y besos
Solimano

mazapegul ha detto...

Molti anni fa, era appena morto qualche ex costituente (mi pare) e un giornalista del TG presente ai funerali s'avvicinò al presidente Pertini: "Questo non è il momento per le parole," fu l'unica frase che riuscì a strappargli. Subito dietro veniva Spadolini.
"Questo parla," dicemmo insieme mio padre, mio fratello e io. Infatti, Spadolini parlò per cinque minuti buoni.
Dopo la strage di Erika e Omar, un giornalista intervistò Buttiglione, che parlò lungamente di sociologia, psicologia, educazione e storia. Poi fu il turno di Cacciari: "Vede, Lerner, il male esiste." E finì lì.
C'è, non da oggi, una competizione tra quelli che attribuiscono molta importanza ai propri discorsi e quelli che, a volte, preferiscono riempire di significato poche parole, o il silenzio.
Da un pò di anni ai funerali, del resto, si applaude.