sabato 15 novembre 2008

Novembre

Pasquale


Sulmona, 8 novembre 2008

8 commenti:

Fulmini ha detto...

Passeggio a Sulmona a fianco di Alexandra, in attesa di prendere parte alla proiezione (Sulmona ospita ogni novembre Sulmonacinema) del nostro film-documentario ‘Vita breve di Eftimios’, e alla discussione che ne seguirà. Entro da un cono d’ombra autunnale in un raggio di luce primaverile, faccio quattro passi, vacillo, mi fermo, prego Alexandra di tornare qualche passo indietro - non posso fare a meno di testimoniare quella luce, tiro fuori la digitale, inquadro un trittico di ombra-luce-ombra, aspetto, ed ecco entra nell’inquadratura un altro Eftimios, leggero, di spalle, sceso o salito da non so dove, scatto.
Post scriptum. La proiezione non c’è stata, abbiamo dedicato tutto il tempo alla discussione su ‘finanziamenti’ e ‘donazioni’, abbiamo rimandato, per la visione del filmato, al nostro sito-rivista www.fulminiesaette.it . Qualcuno, qualcuna, lo avranno fatto. Se non potete farne a meno ne avete facoltà.

Giuliano ha detto...

Sembra un fotogramma da un film di Herzog (magari il Woyzeck).

Habanera ha detto...

La vita, questa parola così difficile da afferrare e da capire è tutta lì, nelle tue foto.
Non c'è bisogno di altro, basta avere occhi...

Grazie, Pasquale
H.

Solimano ha detto...

Pasquale, di primo acchito mi son detto: "Ecché vor dì?". Poi, dalla tua spiega assolutamente non pedante, e da ciò che ha scritto Giuliano, herzoghiano ad sanguinem, qualcosa ho capito.
Sul cinema, oltre ad interessarsi del presente e dell'ipotetico futuro, occorre investigare sul passato, non per nostalgia, ma per due motivi: che due generazioni di italiani non hanno visto i grandi film (a causa della TV e dell'ignobile spezzettamento pubblicitario contro cui si battè Fellini) e che siamo andati avanti per decenni con almeno trenta film all'anno (nel mondo) che sono diventati classici (sinonimo di fresco di giornata). Per me, è così anche oggi, se consideri le filmografie di paesi come l'Iran , la Corea, l'India. Domani... vedremo, e chi lo sa? Se non ci sarà più il cinema, ci sarà qualcos'altro, come sempre all'inizio spregiato dai sopracciò, poi cresce. Gioco vecchio sempre nuovo.

grazie Pasquale e saludos
Solimano

Giuliano ha detto...

Gran parte del fascino di Herzog sta nell'aver cercato e trovato luci come questa, posti come questo. Si vede che Pasquale lo sa.

Fulmini ha detto...

@ Giuliano

Nessuno ancora mi aveva associato a Herzog (vengo dal cinema e sono stato variamente associato ad altri cineasti più noti).

Per cominciare, grazie stragrazie - Herzog è uomo d'onore. Per continuare, il giudizio critico è benedettamente autonomo, e non dimentico mai la massima: "Non sottovalutare mai gli altri, è la prova che tu esisti" - per ciò ci penserò sopra. Per finire, ecco una differenza tra Herzog e me come cineasta: io non cerco luci straordinarie, non cerco situazioni straordinarie, cammino per strade ordinarie del mondo, con una digitale ordinaria, e testimonio quello che mi sorprende. E' lo straordinario dell'ordinario che mi commuove. Herzog cerca, invece, l'ordinario dello straordinario.

Grazie ancora.

Fulmini ha detto...

@ Habanera

I complimenti 'me rimbarzano' - di solito. Ma questo tuo no, forse perché non è propriamente un complimento, è un incoraggiamento.

Grazie stragrazie.

Fulmini ha detto...

@ Solimano

Mi parli del cinema, amico mio, e sai che io, da venti anni, lo considero morto ma non sepolto. Ma allora, dirai tu, in che senso ti dichiari cineasta? Risposta: nel senso che faccio cine-audio-video. E che roba è - rimandi? Roba forte, Solimano, che un giorno, o una notte, vedremo e sentiremo l'uno accanto all'altro, magari a Roma, magari a Monza, magari a Teano. Intanto, vedi e senti 'Vita breve di Eftimios' e poi ne riparliamo.

Un fuerte abrazo.

Post Scriptum. Il cinema è morto (il cinema di set-pellicola-sala), non l'arte audiovisiva.