venerdì 28 novembre 2008

Le meraviglie della sanità lombarda

Giuliano

- Dottore, mio figlio ha la febbre a quaranta ed è tutto coperto di macchie rosse. Cosa devo fare?
- Lo porti qui.
La prima volta che mi hanno riferito questo dialogo (al telefono) mi sono scandalizzato, e allo stesso modo hanno reagito le persone che erano con me. Un bambino piccolo, con la febbre altissima, dovrebbe starsene a letto al caldo, e il medico dovrebbe correre a casa sua a visitarlo; oltretutto, le macchie rosse potrebbero essere rosolia, morbillo, qualche brutta malattia che potrebbe infettare le persone presenti nell’ambulatorio. Quel dottore era proprio uno scandalo, abbiamo commentato tutti. Invece oggi, una quindicina d’anni dopo, è diventato una cosa normale. Fanno tutti così, e non aspettatevi che un medico di famiglia (pardon: “medico di base”) venga a casa vostra: per quello c’è la guardia medica. E non aspettatevi che il vostro medico di base vi segua se avete un malato grave in casa: il medico vi mollerà subito, non appena possibile, soprattutto se la degenza è lunga e rischia di protrarsi per anni.
Non so nelle altre parti d’Italia, qui da noi i medici di base ricevono solo su appuntamento. Se non avete appuntamento, nisba: tenetevi il mal di pancia, oppure correte al Pronto Soccorso, ma solo dopo le ore 19. E occhio che il mal di pancia sia grave, se no dovete pagare il ticket perché fate perdere tempo.
L’anno scorso dovevo ritirare delle ricette (roba di routine) e ho trovato la saracinesca abbassata. Come mai, mi sono chiesto: ed ero in pensiero. Non c’erano biglietti, volantini, niente di niente: solo la saracinesca abbassata. Dopo un po’ mi è venuto in mente di leggere bene tutti i manifesti appesi: caspita, era un prefestivo. Tutti sanno che nei prefestivi i medici di base chiudono la saracinesca e vanno al mare: lo insegnano anche all’asilo infantile. Faccio due conti: oggi è venerdì, il mio medico ha il turno di riposo il giovedì; fanno quattro giorni di “ponte”. Mica male. Vuoi vedere che è festa anche lunedì?
Una volta i medici di famiglia facevano il primo soccorso: mettevano e toglievano i punti, per esempio. Per un medico mettere i punti ad una ferita non è un grande impegno, ma non si fa più nemmeno questo. Pensate quanto lavoro in meno avrebbe il Pronto Soccorso, se i medici di base tornassero disponibili per le piccole medicazioni e i piccoli incidenti: invece succede questo, che il medico (a trovarlo) ti manda dal medico. E’ quello che mi è successo qualche anno fa, quando avevo un piccolo problema e andai da uno specialista: con la prescrizione in mano, lo specialista commentò: « Sicché, il suo medico l’ha mandata dal medico.» Ed era vero, verissimo: ma lo specialista mi visitò lo stesso, perché non era mica colpa mia se gli facevo perdere tempo con una cosa che tutti i laureati in medicina dovrebbero saper riconoscere e curare.
Un’altra volta (e qui mi fermo, ma gli esempi sarebbero molti) avevo un piccolo sfogo che mi dava un po’ di pensiero; pensavo di andare dal dottore, ma davanti all’idea di dover telefonare e di sentirsi rispondere “questa settimana è tutto occupato”, e poi di vedermi mettere in mano una ricetta per andare dal dottore, ho lasciato perdere. Mi sono invece detto: vuoi vedere che, nel tempo che ci metto ad andare dal medico, lo sfogo passa da solo? E così è stato, che meraviglia. (Tengo a sottolineare che io dal dottore non ci vado mai, e che ho lo stesso medico di base da più di vent’anni).
Tra i progetti del fu governo Prodi ce ne era uno che prevedeva una riforma globale del servizio del medico di base: ambulatori aperti 24 ore su 24, quindi con i turni di notte, con più medici a svolgervi servizio. Ma non si è fatto neanche in tempo a parlarne, e mi immagino cosa avrebbero detto i medici di base se fosse passato un simile provvedimento: apriti cielo! Già i farmacisti, quando Bersani liberalizzò la vendita delle aspirine, aprirono scenari apocalittici e se ne uscirono con la fatidica frase: “Non siamo qui per fare gli impiegati” (mi ricordo ancora la faccia terrea e severissima del Grande Capo dei Farmacisti Lombardi nelle sue apparizioni tv: somigliava all’avvocato Ghedini col mal di mare).
E’ quello che dicono anche i medici, quando c’è da fare qualche rivendicazione. E io ci credo, so che fare il medico, e farlo bene, comporta molti rischi e molti impegni; ma so anche – perché su certe cose non si può continuare a far finta di niente – che i medici di base hanno un grande sogno nascosto, il grande sogno nel cassetto: fare gli impiegati, tirare le cinque e correre via dall’ambulatorio come nei film di Fantozzi, facendo la gara a chi lavora di meno. A queste persone andrebbe spiegato che fare il medico non è obbligatorio, ci sono tanti altri mestieri: come dicono in fabbrica, se non ti piace quello che fai lì c’è la porta. Invece no, facciamo finta di niente ed evitiamo di pensare agli ospedali, che per i discorsi seri non basta nemmeno Milena Gabanelli.
PS: L’immagine viene da un film, ma il dottore è vero: “La ballata di Stroszek”, 1977, regia di Werner Herzog.

11 commenti:

Roby ha detto...

Caro Giuliano, appunto perchè so che la maggioranza dei medici -soprattutto pediatri, ahimè!- si comporta così, mi ritengo abbastanza fortunata per averne uno un po' "diverso", nel senso che viene addirittura a casa a visitarmi se ho la febbre (roba incredibile, lo so!!!).

Certo, durante le varie, lunghissime malattie di mamma, papà e zii vari ne ho visti parecchi, di dottori, specialmente in ospedali e pronto soccorsi. Ricordo perfettamente la dottoressa di turno quando morì mia madre. Accorgendomi che non riusciva a respirare bene, la chiamai. Lei venne, scura in volto per esser stata "disturbata". Dopodichè alla mia richiesta "Allora, come sta?" rispose sbrigativamente: "Come vuole che stia? E' gravissima! Per favore, esca dalla stanza."

Buonanotte, e buon libro...

Roby

Giuliano ha detto...

Cara Roby, so che ci sono molti medici bravi, ma ormai la maggioranza è così. Nessuno chiede degli eroi, e forse una volta i medici facevano troppo, ma alle volte basterebbe cominciare a fare il proprio mestiere (non molto di più) per vedere il mondo migliorare.

(Il dottore della foto lavora al reparto prematuri: guarda come tiene in mano il piccolino.)

Anonimo ha detto...

Che immagine dolcissima!:)

Barbara Cerquetti ha detto...

E' così un po' ovunque

annarita ha detto...

E quando il dottore ti chiede quanti giorni vuoi sul certificato? Meglio non pensarci... se sto male, mi aspetto che sia lui a dirmi in quanti giorni guarirò, salvo complicazioni...Se penso al pediatra della nostra infanzia che veniva da un paese vicino a qualunque ora del giorno e pure se era festa!

Solimano ha detto...

Giuliano, in parte dissento. Quando abbiamo avuto bisogno (e purtroppo l'abbiamo avuto), il medico di base è venuto, ed è capitato diverse volte. E anche dall'ospedale abbiamo avuto un buon servizio, che è durato per mesi. Malgrado tutto, certe qualità della operosità lombarda continuano ad esistere, e bipartisan.
Annarita, a proposito del numero di giorni sul certificato.
Qui a Monza, fra gli insegnati succede una cosa curiosa. Ne arrivano dal sud, e una delle prime cose che fanno è di chiedere con tranquilla ingenuità quando possono prendersi il mese di malattia. E' una costumanza (chiamiamola così) del tutto informale che evidentemente è diffusa in certe zone del nostro Bel Paese: qui da noi non succede, e mi auguro che continui a non succedere. Le mie fonti informative non sono leghiste, ma persone di sinistra attivamente impegnate nella scuola.
Una sinistra degna di questo nome non dovrebbe avere nessuna ritrosia nel denunciare sconci di questo genere. Aggiungo che io parlo volentieri anche con i leghisti. Ci discuto, magari, ma ci parlo: diranno molte stupidate, ma in genere si vergognerebbero a comportarsi così. Nota bene: costumanza del tutto strutturata, simpaticamente avallata dai Signori Presidi, proprio come quella delle Supplenze e delle relative priorità.

saludos
Solimano

sabrinamanca ha detto...

Mio padre è stato ammalato per tre anni prima di morire di tumore. Abbiamo visto di tutto, da un incompetente che non ha riconosciuto un'overdose di morfina che per me e mio padre era chiara come il sole e gli ha dato due giorni di vita (lui è morto un anno dopo) al nostro medico di famiglia, una dottoressa, che alla minima preoccupazione di mia madre, veniva di corsa e che lo ha visto morire, insieme a noi. Da un lato bisognerebbe chiedere ai medici di base che cosa li rende scontenti (avranno anche loro qualcosa da recriminare) e poi riparlarne. Da farmacista ho delle ragioni che a volte i pazienti che borbottano questo e quell'altro, non possono conoscere e quindi capire.

Giuliano ha detto...

Potremmo fare l'inventario: storie da raccontare ce ne sono tante, la maggior parte buone ma anche quelle cattive. I fatti ce li troviamo davanti tutti, e sui fatti c'è poco da discutere, ci sono e basta.
Io sono molto positivo, per esempio ammetto gli errori: sbagliare una diagnosi o un intervento che va a finire male sono incidenti che possono capitare, e non sono d'accordo con chi va per avvocati e tribunali.

Quello che non mi sembra giustificabile è rifiutare di assistere un cliente che si conosce bene: dopo vent'anni un medico di base saprà bene se chi gli chiede una visita è un rompiballe oppure no. E purtroppo di esempi ce ne sono tanti, ogni volta con medici diversi e pazienti diversi.

Sabrina, sui farmacisti in genere ho una buona opinione, ma se tu avessi visto il Grande Capo Lombardo l'anno scorso in tv... Nemmeno un grande attore comico sarebbe riuscito a fare dei comizi simili ai suoi.

Anonimo ha detto...

Si trova di tutto. Ho trovato medici e infermiere bravissimi, ma anche gente non solo incompetente ma di una cattiveria inaudita in ospedale.
Il medico di base lo scelgo con cura e adesso devo dire che ne ho uno che lavora in modo molto serio. Se però la gente aspetta troppo tra un paziente ed un altro perchè il medico ti visita e ci vuole tempo, protesta...

Un aiuto, io ho provato ieri a postare, ma era scritto che l'invito era scaduto che dovevo chiederne un altro a te Giuliano... Cosa devo fare? Il mio indirizzo email è emider@libero.it oppure ce l'ha Solimano a cui ho già scritto ma non mi ha risposto. Non è che non mi volete più! Ciao, Giulia

Solimano ha detto...

Giulia, che strana cosa. Non ho ricevuto la tua mail, e sono andato adesso a riguardare le autorizzazioni a guest e ci sei regolarmente come gli altri. Ti vogliamo ancora, naturalmente. Andare a capire cosa succede in rete è a volte impossibile. Ti rimando l'invito a guest, anche se lo sei già. Tu accettalo, poi vediamo cosa succede. Se ci sono ancora dei problemi di comunicazione, continua ad usare i commenti come modo comunicativo, non c'è nessun problema a comunicare così, sperando che Blogger, o chi per lui, rinsavisca. Fra l'altro, ho messo due giorni fa il tuo film in "Abbracci e pop corn".

saludos
Solimano

Habanera ha detto...

Ognuno ha le sue esperienze, a volte negative, più spesso positive. Il mio attuale medico di base viene spontaneamente a casa, ogni volta che ne abbiamo bisogno. Lo chiamiamo al telefono, magari solo per chiedergli un consiglio, e lui risponde: passo da lei prima di andare in ambulatorio.
Vero è che abitiamo a pochi metri dal suo ambulatorio ma è comunque gentile e disponibile, potrebbe anche evitarsi questo surplus di lavoro. Soprattutto è una persona competente che non sbaglia mai una diagnosi ed evita di mandarti dallo specialista, a meno che non sia strettamente necessario.
Non drammatizza, ti rassicura, ti rasserena, e tu sai con certezza che se ti dice che non è niente di grave davvero non hai niente di grave.
E' molto importante sapersi prendere cura anche del risvolto psicologico dei pazienti perchè la prima guarigione, da qualunque male, avviene nella nostra testa ancor prima che nel nostro corpo.
H.