martedì 17 giugno 2008

1. Prologo

Nel settembre del 2004 ero contento di me stesso.
Ad agosto ero riuscito a vincere la sfida di riuscire a scrivere quattro Bei Momenti in un mese, con l’intenzione di pubblicarli man mano in Arengario durante i mesi successivi. Bei Momenti di quelli tosti, con molto testo e tante immagini. Avevo faticato, sì, ma la gratificazione era stata tanta, i Bei Momenti li scrivevano pure altri amici che avevo coinvolto nella impresa, e il numero delle visite era più elevato di quello che avevo previsto -e lo è ancor oggi.
Quando non ero sul PC, lavoravo in terrazza, circondato dai libroni che mi servivano per documentarmi. Matite, gomma, notes, tutto l’occorrente. Frequenti caffè, troppe sigarette, qualche chinotto e via andare. Anche delle altre attività in rete ero soddisfatto: scrivevo quasi uno Stile libero al giorno, ed accudivo alla settimana in rete per Arengario con regolarità, il che voleva dire cominciare a lavorarci alle 3 del pomeriggio del sabato per finire alle 2 di notte. L’impegno maggiore era riuscire a procurarmi ogni volta tutte le immagini a tema: le attrici francesi, i fumetti di Iacovitti, la mostra di Fra’ Carnevale, la Val d’Orcia, i disegni di Federico Fellini -la rete è una miniera a cielo aperto, si tratta solo di scavare. E alleggerivo il peso delle immagini senza perdere in qualità. Alle 2 di notte, quando mi alzavo dal PC, ero stanco, ma fino ad un momento prima mi sentivo benissimo. In sottofondo ascoltavo musica -Bach soprattutto.
Mi vedevo con amiche ed amici, partecipavo a riunioni politiche, alimentavo la mia cineteca personale con i film di Fuori Orario, davo una mano in casa, facevo spesa, andavo in banca e scrivevo e ricevevo tante e-mail.
Avevo dei problemi personali, ma ce li hanno tutti, no? Cercavo di saltarci fuori, a volte riuscendoci, a volte no. Andavo di frequente dal dentista, non solo, anche dall’odontotecnico, ed era una seccatura, divenuta quasi cronica. A causa di ciò, mangiavo meno del solito e stavo perdendo qualche chilo, ma me ne compiacevo, essendo storicamente un po’ sovrappeso.
Ma a fine settembre 2004 mi accorsi che facevo fatica a leggere il giornale: i caratteri di stampa mi sembravano divenuti più piccoli. Che fare? Andare dall’oculista, naturalmente, che mi avrebbe detto di cambiare gli occhiali. Presi appuntamento, c’è uno studio oculistico proprio di fianco al mio dentista, che è a meno di cinque minuti da casa mia.
Tutto sotto controllo, quindi.

Buster Keaton in "The Navigator" (1924)

Nessun commento: