domenica 15 giugno 2008

La casta Susanna: Sisto Badalocchio

Sisto Badalocchio c.1609 161,3x111,4 (part)
Ringling Museum of Art, Sarasota

Nella cerchia dei Carracci, specie di Annibale che aveva fatto la grande impresa della Galleria di Palazzo Farnese, c'era anche Sisto Badalocchio, un notevole pittore minore. La sua Susanna ha alcune cose in comune con quella di Rubens del 1607, che Badalocchio la conoscesse o no. I tempi andavano da quella parte: vicinanza dei personaggi in uno spazio ristretto in cui gli annessi e connessi spariscono quasi tutti (giardino, ancelle, stoffe, gioielli, anfore, profumi, pettini), non solo, in cui è presente una conclamata fisicità: così fa Badalocchio, solo che la fisicità non sale alla prorompente carnalità di Rubens. Ma neppure scende all'anatomia dei tardi manieristi: la sua Susanna è una ragazzotta popolana piuttosto tozza, con mani e piedi grandi e carni sode, appena un po' marmorizzate. Il suo spavento un po' ammirato che cotanti signori la vogliano è uno spavento vero, non una recita, al di là della posa classicheggiante la sua natura di giovane un po' campagnola, mora per giunta - erano tutte bionde prima - prevale, e le dà una forza non bella ma viva. In uno dei due vecchioni, entrambi di voglia vivace, prevale l'aspetto faunesco, analogo a quello di Rubens: è quello in secondo piano, a cui guarda atterrita Susanna, che quel tipo di voglia lì lo capisce immediatamente per sua natura. L'altro vecchione è diverso, anche se ne è analoga la voglia, attestata dallo sguardo rapace come il naso aquilino; le rughe e le grinze sono in parte di età in parte di espressione, la barba foltissima, ma assai ben curata, le mani grandi per afferrare meglio, le vesti colorate e raffinate, con gialli, rosa e blu cangianti. Ma è il turbante, l'espressione più piena del personaggio bello e cattivissimo: un turbante rigonfio, quasi fatto doppio, organizzato con sapienza e simmetria, ordinatissimo nel suo genere, rinchiuso sul davanti da una placca d'oro probabilmente araldica: un pascià non saraceno forse ma che sa dove vuole arrivare, la cuffia rossa sotto il turbante biancastro lo accerta. Il gusto del possesso è ulteriormente attestato dalla mano appoggiata con fermezza sulla balaustra marmorea. La vedo messa male, la nostra Susanna mora e di campagna: le toccherà piegarsi, chissà se poi se ne farà una ragione, forse sì, in campagna hanno sette vite.

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