Nel 1636 c'è Rembrandt. La sua Susanna è sola con la sua luce in mezzo al buio. Un piede è inserito nella ciabatta, l'altro no, poggia soltanto sopra, forse Susanna per timore ha fatto un movimento incontrollato. La ragazza - tale è - completamente nuda si stringe a sè, la mano destra che ha portato il telo a coprire il pube, il braccio sinistro che difende il seno. I gesti sono inesperti e goffi, eppure Susanna è adorna di perle: braccialetti doppi ai polsi, una collana, un diadema. Ci guarda, è da noi che si sta difendendo. Dove sono i soliti vecchi laidi? Fra la vegetazione alle sue spalle sbuca sì una faccia, ma forse è la solita statua di satiro. Non cerca bellurie Remrandt, non gioca coi gesti di Susanna, nemmeno coi panni rossi e biancastri, disposti come se fossero un fagotto. Sembra quasi che il pittore abbia convinto una ragazza appena fatta a posare nuda per lui e che la ragazza non riesca ad assumere una qualsiasi posa dalla vergogna e dal rossore. In Rembrant, quelli che lui dipinge, anche in scene di questa tipologia, non sono modelli generici, belli o brutti che siano, sono persone come tali riaffermate, ancor più individualizzate di quanto siano individui. In basso a destra, la grande firma del pittore fa a tutti gli effetti parte del quadro. Attorno, interrompono il buio la luce lunare su un palazzo dalla grande balaustra in cima e lo strano piccolo monumento appena dietro Susanna, con decorazioni scultoree appena accennate: non so cosa sia quell'oggetto che poggia sopra, e se la funzione è da tavolo o da catino. C'è l'acqua, in basso a sinistra, non so se Susanna ci entrerà, probabilmente è acqua fredda. L'intrico della vegetazione alle spalle di Susanna è inestricabile, appena la sagoma di un volto statuino riesce a trovarci un suo spazio. E' un attimo, quello della sorpesa spiacevole, che durerà a lungo, ogni notte Susanna vorrebbe andare a rinfrescarsi, ma non lo farà più: persone in cui aveva fiducia l'hanno tradita, e non sa come difendersi, ma lo deve fare. Il disegno (203x164 mm) è al Kupferstichkabinett di Berlino.
domenica 15 giugno 2008
La casta Susanna: Rembrandt (1636)
Nel 1636 c'è Rembrandt. La sua Susanna è sola con la sua luce in mezzo al buio. Un piede è inserito nella ciabatta, l'altro no, poggia soltanto sopra, forse Susanna per timore ha fatto un movimento incontrollato. La ragazza - tale è - completamente nuda si stringe a sè, la mano destra che ha portato il telo a coprire il pube, il braccio sinistro che difende il seno. I gesti sono inesperti e goffi, eppure Susanna è adorna di perle: braccialetti doppi ai polsi, una collana, un diadema. Ci guarda, è da noi che si sta difendendo. Dove sono i soliti vecchi laidi? Fra la vegetazione alle sue spalle sbuca sì una faccia, ma forse è la solita statua di satiro. Non cerca bellurie Remrandt, non gioca coi gesti di Susanna, nemmeno coi panni rossi e biancastri, disposti come se fossero un fagotto. Sembra quasi che il pittore abbia convinto una ragazza appena fatta a posare nuda per lui e che la ragazza non riesca ad assumere una qualsiasi posa dalla vergogna e dal rossore. In Rembrant, quelli che lui dipinge, anche in scene di questa tipologia, non sono modelli generici, belli o brutti che siano, sono persone come tali riaffermate, ancor più individualizzate di quanto siano individui. In basso a destra, la grande firma del pittore fa a tutti gli effetti parte del quadro. Attorno, interrompono il buio la luce lunare su un palazzo dalla grande balaustra in cima e lo strano piccolo monumento appena dietro Susanna, con decorazioni scultoree appena accennate: non so cosa sia quell'oggetto che poggia sopra, e se la funzione è da tavolo o da catino. C'è l'acqua, in basso a sinistra, non so se Susanna ci entrerà, probabilmente è acqua fredda. L'intrico della vegetazione alle spalle di Susanna è inestricabile, appena la sagoma di un volto statuino riesce a trovarci un suo spazio. E' un attimo, quello della sorpesa spiacevole, che durerà a lungo, ogni notte Susanna vorrebbe andare a rinfrescarsi, ma non lo farà più: persone in cui aveva fiducia l'hanno tradita, e non sa come difendersi, ma lo deve fare. Il disegno (203x164 mm) è al Kupferstichkabinett di Berlino.
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