martedì 17 giugno 2008

4. Il medico di base

Col medico di base avevo la coscienza sporca.
Ero andato da lui cinque anni prima, e fra le altre cose mi aveva preparato i moduli per fare tutta una serie di esami clinici. Non li avevo fatti -lo so che non va bene, sono fatto così, brutta cosa- ma ero sicuro che non se lo ricordasse, dopo tanto tempo.
L’appuntamento era per le 21.30 , e mi avviai per tempo, un quarto d’ora di strada a piedi, venti minuti al massimo. Solo che, poco prima di uscire di casa, mi era venuta un’altra crisi di noia agitata, e si cammina adagio quando si è in quello stato, fu un tragitto lungo. La mezz’ora di attesa prima di entrare nello studio del medico fu spiacevolissima, cercavo di fare in modo che le altre persone non si accorgessero della mia difficoltà, tenevo una rivista in mano e fingevo di leggerla -ci si vergogna, se si ha la depressione.
Venne il mio turno, ed appena entrato raccontai brevemente le mie traversie, il medico non si scompose, capii che ce n’erano tanti nel mio stato, poi mi visitò accuratamente, è una persona scrupolosa. Mi prescrisse l’antidepressivo Zoloft e scrisse i moduli per gli esami clinici. “Stavolta li faccia. Tutti”. Ahimè, si era ricordato, che memoria che aveva!
Nei giorni successivi, fra una crisi e l’altra, fui alle prese con questi esami e poi con la paura che faceva novanta, quella che mi prese vedendo che un dato importante era fuori linea. Il medico mi comandò –proprio così, mi comandò- alcune visite ambulatoriali ed una ecografia (molto particolare, ve lo assicuro). E subii anche questa trafila, tutt’altro che divertente, ma alla fine tirai un sospiro di sollievo: non mi avevano trovato quello che temevo mi trovassero.
Insomma, una pagina che girai volentieri, ma fu un sollievo per modo di dire, perché le crisi di noia agitata arrivavano quasi ogni giorno, malgrado l’antidepressivo che prendevo regolarmente -una pillola al dì, ore 12. E non è che stessi male solo quando c’erano queste crisi, tutti i giorni erano ormai condizionati dalla speranza che la crisi non ci fosse e dal timore che nel pomeriggio arrivasse - aveva i suoi orari preferiti, la bestia.
Mi sentivo in gabbia, e fu allora che un amico mi disse che conosceva uno psicoterapeuta di cui aveva una buona opinione. Ci si aggrappa a tutto, quando si sta male.
“Proviamo anche questa”, mi dissi, e presi appuntamento.

Buster Keaton in "College" (1927)

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