mercoledì 11 giugno 2008

6. Profumo di donna

Nella sala riunioni del Re delle Maglie eravamo in tredici. Cercavo di mettere d’accordo dodici imprenditori perché prendessero un Centro Elettronico insieme. Un outsourcing molto ante litteram. Cosa dura, perché questi erano anche concorrenti fra di loro, quindi la cordialità reciproca, vera perché cresciuta negli anni del decollo delle aziende, era pure falsa, ognuno voleva stare sopra.
Otto uomini e quattro donne, gli uomini abituati a viaggiare per vender maglie nel mondo intero, le donne a stare in azienda per l’amministrazione, dedite anche all’andirivieni con le lavoratrici a domicilio -migliaia. Il mondo era dei mariti, ma Carpi, cuore del mondo, era in mano alle mogli. La discussione non si stava inasprendo, ma le osservazioni reciproche si facevano puntute, e faticavo a tenere in piedi il progetto in cui avevo la mia commerciale convenienza.
Entrò la segretaria ad personam del Re delle Maglie, alta un metro e settantotto, minigonna come ovvio status symbol del suo ruolo in quegli anni, molto professionale però, ed anche il profumo lo era, chiaro, diretto, quello che ti voleva dire lo diceva bene, senza inutili squasi. Nel silenzio che si era stabilito, annunziò che stava per arrivare la moglie del Re delle Maglie.
Ci mise un altro quarto d’ora, ma finalmente giunse lei, la Regina delle Maglie! Bionda occhicerulea, appena sotto i cinquant’anni, e li mostrava tutti, quattro figli sparsi sul pianeta: master a Boston, rally nel Sahara, mansarda romantica a Parigi, giornalista contro tutto e contro tutti, fossero anche la grammatica e la sintassi.
In quegli anni non esistevano cialtronerie siliconiche, lampade al quarzo, body building, beauty farm, tecnicalità del genere. La Regina delle Maglie conduceva quindi una sua personale battaglia contro i giorni che passavano, uno via l’altro. Capelli, occhi, guance, labbra, unghie e altro ancora erano oggetto di cure assidue - ombretti, fondotinta, ciprie, rossetti, profumi, detergenti - certamente iterate nel corso della giornata, ma iterate alla brava, con spezzatura, perché aveva tanto da fare, curiosa di tutto, azienda, figli, casa d’epoca, gastronomia, arte (una collezione magnifica, si faceva ben consigliare), viaggi in bicicletta e in jet.
Noi tredici al suo ingresso fummo investiti da un turbine, da una epifania di squasi -utili, utilissimi. Intimità da festa non comandata, coniunctio oppositorum, coniunctio, semplicemente. Profumo di femme. Al consorzio credette -per ragioni sue furbe e istintuali- prese in mano la situazione, la sorpresero gradevolmente alcune mie osservazioni -troppo buona- e il consorzio si fece. La Regina delle Maglie fu eletta alla presidenza con voto unanime, chi poteva opporsi ad un turbine del genere? Quell’anno la multinazionale mandò me e mia moglie una settimana alle Bermude, spesati di tutto, ma furono quegli squasi a comprarci il viaggio.

Agostina Belli in "Profumo di donna"
di Dino Risi (1974)

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