mercoledì 11 giugno 2008

28. Aromi selvatici

Noi Ulivisti Selvatici siamo tutti qui all’aperto davanti alla casa di Nicola che sta in Emilia, ma la Romagna non è lontana.
La moglie di Nicola si chiama Melinda, la figlia Angelica, la gatta Bradamante. Così, una idea di Nicola ce la si fa, nomina sunt consequentia rerum. L’abbiamo tirata in lunga, stamattina: non ci siamo alzati prestissimo, poi il caffè e le chiacchiere mentre camminiamo, persino il semaforo sulla Via Emilia che non diventa mai verde.
Finalmente diamo inizio ai lavori, ché dobbiamo parlare del sito, della linea politica, dei post prepolitici in Stile libero. Siamo in mezzo alle aiuole ed alle piante in vaso, sono tutte erbe aromatiche.
Nicola, da matematico, ha elevato la botanica a sistema coerente, le piante le ha tutte e ce le spiega, poi una per una ce le fa annusare. Nicola è gentile, non ci stordisce con i nomi latini, così qualcuna me la ricordo. Il rosmarino, vabbè, io lo impiego per gli arrosti, Nicola solo per le braciole di castrato, il timo, la salvia, poi si va anche sul difficile, l’elicriso, che ha un odore fortissimo e che bisogna stare attenti, può fare andare in bagno spesso, il ginepro, di cui Nicola aspetta invano le bacche da quattro anni, è una pianta pigra, il mirto, l’alloro, la menta, che cresce dappertutto, anche senza Nicola, la maggiorana e l’origano, business as usual, l’assenzio, viene in mente Degas, il sambuco, che da ragazzi ci forniva armi innocue per i nostri giochi e diverse altre piante che non ricordo.
A questo punto, sommersi da tanti odori variegati, chi ci pensa più alla politica? Anche perché la bimba Angelica ogni tanto strappa qualche rametto e ce lo fa passare sotto il naso. Sospetto che lei gli odori li senta meglio di tutti noi, sicuramente più di suo padre, che se sta ad occhi chiusi li confonde. Ad occhi aperti non ne sbaglia una, delle sue erbe, le ha tutte sistematizzate nel suo cervello matematico. Siamo tutti contenti ma incerti, perché gli odori non stanno in fila correttamente, ognuno cerca di portare via il posto all’altro. Fra una pianta e l’altra sbuca la gatta Bradamante, piuttosto magra per la sua dieta di lucertole, di cui chissà perché è ghiotta.
Riusciamo infine a parlare di politica, solo che Manuela e Nicola cominciano a litigare, perché Nicola è per D’Alema e Manuela per Veltroni. Ma come modo espositivo, come comunicazione, Nicola è veltroniano e Manuela è dalemiana, un effetto straniante che più non si può. Ne sorridiamo tutti, perché non si capisce proprio dove si andrà a parare, di questi tempi è meglio così. Ma mentre Sissi e Massimo tirano ad aizzare, i romani sono fatti così, Enzo, che è un riformista -nessuno è perfetto- mette pace. Finalmente ci mettiamo a parlare di Stile libero ed ognuno è a suo agio perché il prepolitico è il nostro pane: ci scambiamo opinioni sui nostri scritti, con cautela perché gli scrittori -siamo noi- sono permalosi, si fa un come eravamo riguardo quello che scrivevamo tre anni fa, ma nessuno, dico nessuno si sbottona sui post che ha in mente di pubblicare nei prossimi giorni. Avremmo una gran voglia di parlarne, i post che si amano di più sono quelli già scritti e non ancora pubblicati, ma abbiamo paura che parlandone ci passi l’entusiasmo. Basterebbe una battutina ironica e fra noi c’è chi le battute le sa fare. Meglio non parlarne, quindi i commenti ce li faremo ognuno da casa nostra leggendoci sullo schermo video e nessuno andrà a raccontarli in giro.
A metà pomeriggio si parte, è lungo il viaggio per tornare a Monza, ancora più lungo quello dei romani. Melinda tiene per mano Angelica che con l’altra mano ci saluta. Fra i vasi di erbe aromatiche eccola là, c’è Bradamante, che la lucertola del pomeriggio l’ha già presa.

Elicriso

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