lunedì 9 giugno 2008

L'amore perfetto

William Hogarth: Il matrimonio alla moda (1743)
National Gallery, Londra

"Innamorarsi è roba da camerieri", disse una volta Gianni Agnelli, fra il consenso di tanti, plauditores in aeternum. Frase cinica, io la trovo anche triste, ma che di suo aveva il pregio di cantarlo chiaro, il pensiero segreto di tanti maestri d'amore, laici e chierici.
Giornali, riviste e libri, forum e talk show, pulpiti e cattedre, dovunque è un fiorire di autorevoli consigli volti al conseguimento del grande obiettivo: amare senza soffrire, e l'amore divien perfetto. Non denigrano l'innamoramento, questo non si fa, non sta bene, ma lo svuotano, come copertone d'aria che si affloscia, se punto da sasso aguzzo. L'amore perfetto, da tanti decantato, assomiglia a certe trattative commerciali in cui il vantaggio è sia del venditore che del cliente, abili entrambi a produrre il proprio vantaggio: Io sono OK, Tu sei OK.
Quindi, non si perde tempo se ci sono contraddizioni esterne, via via, meglio cambiar strada, né ci si accanisce in amori non ricambiati, il mercato è pieno di clienti disposti all'ascolto, basta guardarsi in giro. Niente gelosie, la scelta è fatta e va mantenuta, rispettata come una assicurazione di quelle buone. Qualche scorciatoia, ogni tanto, ma che non si sappia e non si indaghi, soprattutto. Nessuna dispersione, ti telefono alle tre, ed alle tre squilla il telefono, cascasse il mondo, puntuali si ha da essere.
Così il lavoro e lo studio procedono senza disturbi, si danno esami, si fa carriera, parlan bene di noi. Si procede nell'amore come alcuni fanno nelle visite di certi musei, che sulla guida del Touring si smarcano i vari capi d'opera esaminati, quelli con due stelle, poi quelli con una stella, se c'è tempo, e il tempo è denaro, anche quelli scritti in piccolo. Le ho sbirciate, queste guide, punteggiate di "visto!" e di "bello!".
Professionalità è non lasciar nulla al caso e così fanno, specie col sesso. Hanno appreso che è un mezzo di comunicazione, e come tale lo trattano, la comunicazione non deve essere disturbata. Al primo accenno di stanchezza, breve consulto fra i due: "E se facessimo la doccia insieme?" Detto, fatto, la doccia si fa insieme, nudi come vermi, completa di saponetta, shampoo, balsamo, telo da bagno unico, grande poggiapiedi di ciniglia. Il profumo di lui, il profumo di lei e la comunicazione si ripristina. Hanno dei libretti con consigli e figure di fantasia, però sistemica. Niente kamasutra, si badi bene, si punta alla agevolezza, una occhiata e ci s'intende.
Sono amori incolori inodori insapori come l'acqua, di più l'acqua, quella birbona, ogni tanto sa di cloro o di sale. Dove si va al cinema, dove si va a cena, il bar dell'aperitivo. Si rimuovono pericoli, l'amica troppo bella di lui, quello spiritosone dell'amico di lei, via via, vediamoci tra di noi e con quelli che sono come noi. Io do una cosa a te tu dai una cosa a me. Se di sinistra, si firmano insieme le petizioni, se di destra, si scelgono insieme il Mauritius o la Guadalupa. La camera d'aria sgonfia dell'innamoramento si impolvera in cantina e tutto procede per il meglio: tanti sorrisi, più di labbra che di occhi, diverse docce, qualche sbadiglio, sofferenza nessuna.
Amore perfetto, obiettivo raggiunto, l'innamoramento lasciamolo ai camerieri, come diceva l'Avvocato. E se finisse? Nessun problema: morto un amore, se ne fa un altro, ugualmente perfetto.
9 novembre 2006

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