domenica 15 giugno 2008

La casta Susanna - Il Tintoretto

Tintoretto 1560-62 146,6 x 193,6 Kunsthistorisches Museum, Vienna

Susanna sarà pure casta, ma nel quadro del Tintoretto (1560-62) la padrona è lei.
Donna fatta, giovane e forte, più atletica che sensuale, si guarda intenta nello specchio appoggiato alla staccionata. E' completamente nuda, salvo due braccialetti e gli orecchini; la parrucchiera ha appena finito un lungo e paziente lavoro e l'incastro delle trecce è considerevole. Si sta asciugando con un velo leggero che non la copre quasi per nulla, però indugia con parte della gamba sinistra ancora in acqua, la si vede benissimo attraverso il liquido.
Mancano le ancelle, saranno da qualche parte, ma non manca il necessario: oltre allo specchio il pettine, gli anelli, la collana, un grande recipiente in rame sul prato, un raffinato contenitore di profumi proprio a bordo acqua.
Attorno, un giardino più in ombra che in luce, ma la giornata è calda. Qualche animale si aggira: un cane, delle papere. Una vasta siepe fiorita, sembrano camelie o petunie, separa Susanna dal centro del giardino. Lì, dietro alla siepe, sono appostati i due vecchioni, maligni ed intimiditi, tristi nel loro inutile vizio: Susanna, se vuole, li rovescia con un palmo di mano. Il pittore potrebbe aver usato lo stesso modello per entrambi i vecchi.
Questo è un trionfo di Susanna, i due vecchi sono lì per far risaltare ancor più la freschezza e la ricchezza della giovane, che non si curerà di loro, già ridergli in faccia sarebbe prenderli in considerazione. In fondo al giardino si intravede anche una statua antica, forse di Pan o di un satiro con le corna.
Così era la Venezia agli inizi del secondo Cinquecento, il posto più libero e più ricco. Questa Susanna ne è un simbolo tranquillo, ai due vecchietti non resterà che nascondersi in qualche angolo della terraferma.


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