sabato 27 marzo 2010

Il tempo de "I Bei Momenti"

Ottavio

Avevamo cominciato da qualche mese a collaborare con Arengario, un po’ per passatempo un po’ per curiosità. Lavorare per un giornale, e per di più un giornale online, era sicuramente una novità per noi. Eravamo stati arruolati da Franco, direttore-amministratore, per curare la rassegna stampa, che doveva essere prodotta quotidianamente (salvo i festivi) ma al giornale c’era spazio per fare un po’ di tutto. Io mi ero scelto il compito di cronista che seguiva le attività dell’amministrazione comunale, il che mi serviva per entrare nelle vicende cittadine meglio di quanto avessi potuto fare durante gli anni del lavoro. Primo all’inizio scrisse qualche editoriale, poi decise che si doveva fare la rassegna stampa anche la domenica, che si doveva per quel giorno svincolarla dalla cronaca e si assunse il compito in esclusiva. Scoprì così, nella ricerca delle immagini per corredare gli articoli della rassegna, la ricchezza della rete, e se ne appassionò. E qui maturò l’idea dei Bei Momenti.

All’inizio dell’estate del 2003, prima che andassi in vacanza, cominciò a parlarmi di un nuovo progetto. “Giorgio – mi diceva – nella nostra vita abbiamo vissuto moltissime esperienze che ci hanno fatto provare emozioni particolari ed incancellabili, legate ad un luogo, ad un tempo, a sensazioni provate al cospetto di un’espressione dell’arte, o della natura, o del lavoro dell’uomo. Se ci pensi sono sicuro che puoi ricordare decine di queste esperienze. Raccontarle sarebbe una maniera di arricchire il giornale trasmettendo le stesse sensazioni ai nostri lettori”.

Andai in vacanza in montagna senza essere del tutto convinto. Ho sempre avuto un certo riserbo nel manifestare i miei sentimenti e poi, pensavo, quello che è stato bello per me può essere insignificante per gli altri. Ma Primo continuava a sviluppare la sua idea e mi teneva al corrente con delle periodiche e-mail.
(La mia casa in montagna non è collegata, per scelta consapevole, alla rete telefonica fissa. Allora i sistemi wireless non erano ancora diffusi, ed io col mio PC portatile ero isolato. Nel mio piccolo paese non c’era (e neanche ora) un Internet Point e quindi ogni 3-4 giorni mi recavo nella cittadina del fondovalle o addirittura a Belluno per controllare la posta).
Trovavo sempre i messaggi di Primo che mi aggiornavano sullo sviluppo del progetto ("Sai, se ci mettiamo in quattro o cinque facciamo un bel volume di fuoco… Ogni testo deve essere corredato da immagini, belle immagini, le immagini sono molto importanti… Poi ci vuole un indice che dia subito l’idea di ciascun oggetto… e poi, il colore di sfondo delle pagine…” e così seguitando per tutta l’estate.

Al rientro a settembre la struttura era cosa fatta. Ci ritrovammo con Primo e Lanfranco (altro amico candidato a partecipare alla stesura) per individuare la possibile “squadra” iniziale, poi con Franco definimmo le modalità organizzative (inserimento della nuova rubrica nel sito del giornale e periodicità di alimentazione). Seguì il lavoro di redazione dei primi “articoli” e finalmente il 18 ottobre 2003 sul giornale comparve


La Scuola degli Schiavoni a Venezia
di Primo Casalini

il primo de



I Bei Momenti

Dove sono i bei momenti
di dolcezza e di piacer..
Luoghi del cuore? Luoghi dell'amore? Non la vedo solo così. Ognuno di noi ha la sua personale vicenda, ed un cinema di periferia, una pensione al mare, un boschetto appenninico, un'aula universitaria possono esserlo stati, luoghi così, e non si dimenticano.

Posti in cui non si trova calca, in cui chi arriva spesso si ferma dieci minuti e poi via, verso i prodotti tipici o spacciati come tali. Per questo, non uso il termine luoghi, ma il termine momenti, dallo spazio al tempo. Una musica che ogni tanto ci viene in mente da sola, senza stereo.



A seguire Primo in questa avventura, a buona distanza, Nicola, Giuliano, Giorgio, Manuela, Giovanni. Toti, Franco, Enzo, Massimo, Lanfranco, Mauro e Letizia.

2 commenti:

Roby ha detto...

Caro Giorgiottavio, leggendoti sembra proprio di rivedere Primo! Che bello! Un po' mi vien da piangere, un po' da sorridere, ma va bene così.

Rileggere i Bei momenti, comunque, è sempre -oserei dire- terapeutico.

Ne avete avuti molti, insieme, e questo è senz'altro un tesoro prezioso.

R.

Roby ha detto...
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