martedì 23 febbraio 2010

Tasti & tastiere (divagazioni scolorite)

zena

Mi si è scolorita la tastiera.
Mi sono morte lentamente la ‘n’, la ‘m’ e la ‘l’.
Questo getta ombre sinistre sulla mia scrittura (vagamente sbiancante: toglie colore? scioglie le lettere, specie quelle liquide, effetto candeggina?).

Vero è che la faccenda mette in cattiva luce anche le tastiere.

Ne parlavo per lettera a un amico, tempo fa: le tastiere, bisogna avere il coraggio di dirlo, hanno cattivo carattere. Abituate a stare in basso (rispetto al monitor), secondo me coltivano complessi di inferiorità che le rendono vendicative.

Le tastiere più altezzose sono legnose e accompagnano il movimento delle mani con un ticchettìo lievemente tedesco. Ne escono scritture segaligne, che sembrano aver fatto le scuole in certi austeri collegi nordici.

Le tastiere più sensibili schizzano subito: silenziose e operose, sembrano pattini. Vuoi scrivere una ‘g’? In rapida successione fanno fitto sul monitor anche una ‘f’ e una ‘h’ . I tasti si muovono con la forza dei pensieri. Ne escono scritture ubertose, coi pampini e le foglie, docili alle idee.

Le tastiere più bugiarde, invece, hanno i tasti falsamente morbidi e retrattili, in realtà affondano solo per prendere la spinta sufficiente a creare un molleggio terribile, che assomiglia al beccheggio di certe imbarcazioni, portatore di mal di mare. Ne escono scritture vibratili ed emotive, dal sapore tremulo e ottocentesco.

Un caso a parte sono le tastiere come la mia: hanno dei momenti di auto-esaltazione che alternano ad altri di depressione.
Premi un tasto e quello si rigenera: batte le ciglia e scrive tre, quattro volte la stessa lettera, come se dicesse “visto che efficienza?”.
Poi si sgonfia come una vescica e ti lascia intendere che è esaurito: si blocca perché si sente un tasto doloroso della tua vita. Lo premi a vuoto, lo senti chiuso nel suo incanto. Tasto autistico. Tu gli sussurri… “dai, su … vero niente, nel tuo genere sei anche un bel tasto”: se si riprende c’è qualche speranza, altrimenti bisogna pensare ad una protesi…
Il risultato è comunque una scrittura diseguale: a volte un po’ ripetitiva, a volte muta come certe acque troppo quiete.
E ora?
Che scrittura uscirà dai tasti bianchi?
La pagina crepita a nuovi spazi d’indecisione...

Giovannino de' Grassi: Lettere dell'alfabeto (da h a r)
Miniatura 1390 26 x 18,5 cm Biblioteca Civica, Bergamo

6 commenti:

Solimano ha detto...

Consiglio di ampliare l'immagine, per apprezzare meglio i dettagli umani ed animalistici con cui sono costruite le lettere (in caratteri gotici).

grazie Zena e saluti
Solimano

zena ha detto...

Sono bellissime e surreali: quasi finestre di strana foggia sull'immaginario...

Grazie, Solimano.
Come sempre, ogni volta.

Silvia ha detto...

Grazie amica mia, adesso so di chi è la colpa di tutti i miei refusi. E' colpa della mia tastiera che ha sì una vociotta di tutto rispetto, infatti secondo me a tarda ora, disturbo i vicini, però come dici tu, soffre di complessi d'inferiorità rispetto al monitor nuovo e lustro, bellissimo nel suo design. Lei non è tanto belloccia a dire il vero, più bella era la sorellstra, ergonomica e senza fili che regalai ad un amico. Evidentemente il fatto che io abbia preferito lei all'altra non ha migliorato la sua autostima. Ancora non ha adottato rappresaglie di oscuramento caratteri, però ogni tanto qualche tasto rimane pigiato contro la mia volontà e si ostina a non tornare in postazione. A nulla valgono le mie proteste e le leve improvvisate fatte con qualsiasi oggetto piatto e sottile. Poi, per incanto e quando pare a lei, il tasto ritorna tra le fila più pimpante che mai. La bastarda. Lei lo sa che non posso sostituirla con la vecchia olivetti manuale. Anche perchè quella soffre di erre blesa.
Post delizioso e immagine pure.
Reduce da un pessimo Otello, mi ci voleva un posto così per farmi tornare il buon umore.

Solimano ha detto...

Zena, una informazione preliminare: debbo cambiare la tastiera da almeno tre mesi. Da cui una serie di lapsus nei miei commenti: in questo caso non si tratta di senescenza - o scenescienza? bella domanda...

Noi oggettiviamo fuori di noi alcuni aspetti nostri che non ci piacciono: non sono le tastiere ad essere invide, vendicative, altezzose, bugiarde, esaltate-depresse. Siamo noi ad esserlo e diamo la colpa al tasto meccanico che attende solo di essere schiacciato dalle ditine tue o da' ditoni mia.
Però meno male che siamo così, le acque troppo quiete sanno di silente minaccia, per questo il Garda - bello sempre - è bellissimo nei giorni di vento specie invernale. Forse perché i teteschi di Crande Cermania prima della Pentecoste non scendono.

Gli spazi d'indecisione... eh, disturbano ma guai non averne. Il decisore è ben diverso dal decisionista. Il decisore valuta i pro' e contro delle varie scelte, si sente a disagio nell'indecisione ma sa che serve. Invece il decisionista, che di fondo è un pauroso, decide subito... e va a sbattere contro il primo paracarro della curva. Una profezia che si autodetermina - ci tornerò sul tema - perché il pauroso idoleggia la causa della propria paura e per dimostrare che ha ragione a temere, nella trappola della paura ci zompa dentro a piè giunti.
Una prece.
Però, tutto ammaccato si rialza e dice (non a se stesso ma a noi): "Ammirate il mio decisionismo!"
Un'altra prece.

Conclusione. Cara Zena, l'ora delle grandi decisioni è scoccata: cambiamo le tastiere! La testa è più difficile che la cambiamo...

grazie Zena e saluti
Solimano

Roby ha detto...

Zena cara, le "mie" lettere scomparse sono la E e la A, ma anche la R e la I son lì lì per andarsene.

Che significherà tutto ciò?

Che ho scritto migliaia di volte le parole ERA, AEREI, IRA, IERI ???

Mah.

In più, alcuni tasti non "battono" più come una volta: quindi, credo di scrivere CIAO e mi vien fuori CIO... voglio mandare un SALUTO e ottengo invece un SALTO... Ahimè lassa!

Bciott a tuti

Rby

Emilia ha detto...

Una bella scrittura comunque, aneche con i tasti bianchi...
Io non amo la tastiera, vorrei cun computer con cui poter scrivere con la penna su un foglio. Il computer mi piace per tutto quello che ci offre, ma ha un limite: usa il maouse e lo schermo invece che la penna, il foglio. Che differenza: provo per loro un amore "per sempre".