giovedì 11 febbraio 2010

La moglie di Putifarre (8)

Solimano

Scrive Federico Zeri: "Ogni tanto qualcuno mi interroga sul mio metodo: ma è una domanda che resta senza risposta, non essendo io in grado di esporlo né con un Trattato né con un Discorso. Tutt'al più posso descrivere i vari momenti e i vari capitoli della strada seguita.
Comincio a guardare ripetutamente le innumerevoli fotografie che mi vengono recapitate, esaminandole dapprima nell'insieme e poi, con una lente, nei dettagli. Preciso che le fotografie debbono essere in bianco e nero: anche se può sembrare un paradosso, non riesco a leggere correttamente le fotografie a colori dove ogni dato è affogato in una sorta di minestrone; le riproduzioni a colori impediscono di isolare le forme, di analizzare lo stato di conservazione della superficie, che è la prima cosa che faccio con le fotografie in bianco e nero".
("Confesso che ho sbagliato" pag.127-128)

Anonimo romano c.1635 Biblioteca Apostolica Vaticana

La "Fondazione Federico Zeri" è stata costituita nel 1999 dall'Università di Bologna. La Biblioteca d'arte contiene 85.000 volumi e la Fototeca circa 290.000 fotografie. Zuleykha mi ha convinto a cominciare a tuffarmi nella fototeca e inserisco alcune immagini che ho trovato. Opere tutt'altro che trascurabili di artisti importanti. Tutto questo post è in bianco e nero, salvo alla fine per un motivo che racconterò. Queste immagini di Zuleykha sono meno di un terzo di quelle che ho trovato nella fototeca e che in rete non c'erano.
L'opera che inserisco in apertura ha una storia singolarissima. Si tratta di un disegno (penna, inchiostro su carta) eseguito nel Seicento, ma è la copia di un'opera molto anteriore e che non c'è più: un dipinto murale di Pietro Cavallini eseguito negli anni 1275-1280 per la Basilica di San Paolo fuori le mura. Quindi, questa Zuleykha stava in chiesa.

Baldassarre Peruzzi: 1515-20 Palazzo della Cancelleria, Roma

Il tema dell'affresco: Giuseppe e la moglie di Putifarre, Virtù, Amorini, Motivi decorativi a grottesche. E' nel Palazzo della Cancelleria, uno dei più importanti di Roma, situato in piazza della Cancelleria, tra Corso Vittorio Emanuele II e Campo de' Fiori. Accoglie tuttora i massimi tribunali della Santa Sede: la Rota Romana e la Segnatura Apostolica. Il palazzo fu costruito tra il 1485 ed il 1513. Baldassarre Peruzzi (Siena, 7 marzo 1481 – Roma, 6 gennaio 1536) è stato pittore, architetto, ingegnere militare, archeologo, teorico, scenografo, "uomo universale" che lavorò alla Biblioteca Piccolomini di Siena, poi a Roma alle ville Farnesina e Chigi e al Palazzo Massimo delle Colonne.

Giovanni Lanfranco: c.1615-20 101 x 157 cm Galleria Borghese, Roma

Giovanni Lanfranco (Parma, 26 gennaio 1582 – Roma, 30 novembre 1647) lavora a Roma con Annibale Carracci nel Palazzo Farnese e con Guido Reni nella cappella di Sant'Andrea. Diventa famoso e protetto dai papi. La cupola romana più famosa è quella di Sant'Andrea della Valle. La Zuleykha della Galleria Borghese si ricorda della dolcezza femminea del Correggio. Nessun dramma: Giuseppe finge di fuggire, ma volta la testa per guardare quant'è bella Zuleykha, che gli sorride. Non c'è spazio per altro: la musica la fanno loro due, l'accompagnamento lo farà la confortevole alcova.

Giovanni Lanfranco: 1615 Affresco Palazzo Mattei di Giove, Roma

Ancora Giovanni Lanfranco nel Palazzo Mattei di Giove (fra Via Funari e Via dei Caetani). Simile come impostazione, composizione e movimento al dipinto della Galleria Borghese. E' molto più castigato e soprattutto è logicamente decorativo, vista la destinazione ad un palazzo nobiliare.

Mattia Preti: c.1650 110 x 130 cm Collezione privata, Firenze

Mattia Preti (Taverna di Calabria, 24 febbraio 1613 – La Valletta, 3 gennaio 1699) è un gran pittore, detto il Cavaliere Calabrese per le origini e perché fatto cavaliere da papa Urbano VIII. Com'è simile eppur diversa la sua Zuleykha da quella del Lanfranco! Simile per la concentrazione sui due personaggi, per il loro reciproco coinvolgimento amoroso. Diversa perché il caravaggesco Mattia Preti scolpisce con la luce. Mirabile il cosiddetto profilo perduto di Giuseppe.

Francesco Solimena: fra '600 e '700 120 x 170 Collezione privata, Reggio Emilia

Francesco Solimena (Canale di Serino, 4 ottobre 1657 – Barra -Napoli- 5 aprile 1747)
noto come l'Abate Ciccio. Altro grande pittore meridionale, però successivo al Preti: Francesco Solimena opera fra Seicento e Settecento nella sua lunghissima vita. Una Zuleykha altamente decorativa, che richiama altre che abbiamo già visto (compresa la presenza del vivace cagnetto). Una rappresentazione vasta e teatrale: Zuleykha esprime sensuale pigrizia e tutto è scenografica ricchezza, dal letto con i legni massicci, agli ampi tendaggi, alle nobili costruzioni sullo sfondo, allo stesso abbigliamento di Giuseppe casto, più che per sua volontà per eccesso d'abiti.

Volevo chiudere qui. Ma nominare pittori come Lanfranco, Preti e Solimena senza farne percepire la grandezza mi sembrava eccessivo. Quindi trasgredisco l'imperativo del bianco e nero di Federico Zeri per inserire il Concerto di Mattia Preti col particolare della donna, un meraviglioso esempio di beltà aggressiva.

Mattia Preti: Concerto c.1630 110 x 147 cm Ermitage. San Pietroburgo

7 commenti:

Silvia ha detto...

Primo, scusa. Ma non potresti fare una mini raccolta di questi post, racchiuderli in un e-book da sfogliare tutto in una volta? Come una carrellata. Ormai questa donna mi è familiare. E' di casa, provo quasi una sorta di affetto per lei, anche se non è un'esempio fulgido di onestà. Ma forse è anche per questo che mi piace, mi affascina. Pesca, la bastarda, nelle pieghe profonde dell'animo e scopre il nervo. Mi piacerebbe vederne di lei una, due, tante pagine, in fila, tanti colori, tante forme. Per cercare di carpirne i segreti intimi. Così mi parrebbe, vederla sinuosa e tentatrice in tante fattezze e acconciature, come la perfidia a volte sa essere.
Bellissimo personaggio, bellissimo post.

Solimano ha detto...

Ci sto pensando, Silvia. Credo che non farò un e-book ma una cosa semplice: mettere una etichetta comune a questi post. Perché occorre trovare una soluzione in cui, oltre ai post, ci siano i nostri commenti al post. Non per gentilezza mia ma perché la serie esiste solo con i commenti (pochi o tanti che siano) ai post. Altrimenti non c'è. E questo vale anche per gli altri fil rouge che sto facendo e che farò. Si possono trovare modalità nuove: ad esempio, perché non inserite i commenti ad un post in un altro post corredato al primo, magari corredato di immagini? Costa un po' di badilografia ma si può.

grazie Silvia e saluti
Solimano

Silvia ha detto...

Non avevo pensato ai commenti a dire il vero. Sono bellissimi anche i post da soli secondo me. Ma se ritieni che i commenti siano fondamentali per arricchire di ultereriori contenuti, l'idea che hai avuto mi pare buona. Vorrà dire che l'e-book me lo creerò da sola:)

Solimano ha detto...

No-no-no Silvia, me lo spieghi anche a me, come si fa l'e-book. Non dovrebbe essere una cosa difficile, ma non l'ho mai fatto. Però sono prevenuto, perché in queste cose è fondamentale la battuta: "A noi di Bagnacavallo ci piace il contatto con la dama", e l'e-book mi dà una sensazione di liofilizzato. Mbah! Vedremo.
Poi c'è il discorso Imageshack in cui non mi sento anora tranquillo (quando funziona però è una meraviglia, salvo per chi vuol guardare le immagini col microscopio).
Problemi, problemi, problemi... però mi diverto una mucchia (direbbe Silvia).

saluti Silvia
Solimano
P.S. Però i commenti sono importanti! Tu pensa, solo per fare un esempio, che cosa è stato capace di tirar fuori il Signor Gauss sulle Zuleykha di ieri, di oggi, di sempre.

Solimano ha detto...

E aggiungo, Silvia, che nulla osta a che i commenti possano essere inseriti nel post da chi ha scitto il post. Come se fossero le note in un libro. E' tutt'altro che una cattiva idea, prova a pensarci. Qui è praticabilissima, visto che quelli che scrivono post sono tutti guest, il che vuol dire che è come se avessero un loro blog personale all'interno di Stanze all'aria. Perché si fa presto a dire apertura, ma questa è la vera e rischiosa apertura (perché tutte le vere aperture sono rischiose). Fare diversamente è molto più facile, ma apre meno possibilità. Lo dico tranquillamente, perché l'ho vissuto per tre anni in AEP e ne sono stato ampiamente ripagato.
Conclusione (tutt'altro che ovvia): ci lamentiamo spesso in rete perché qui e perché la, ma accettiamo certi condizionamenti che sono solo abitudini. Più siamo persone reali e meno blogghieri virtuali meglio è. Senza confini: sitaioli, forumisti, blogghieri, facebookkiani sono tutte etichette che convengono o meno, come indossare un vestito o l'altro: in dipendenza della stagione, del tempo, dell'occasione si cambia il vaestito, ma sotto il vestito c'è una persona, non un manichino. Come sappiamo bene, ciò vale anche per le scarpe, compresi, che ti piaccia o no, i sandali Birkenstock di Crande Cermania!

saluti Silvia
Solimano

zena ha detto...

Aldilà dei commenti o meno, è il filo che unisce questo insieme di immagini e parole a dare veramente il senso di un percorso. E' non solo la declinazione multiforme dello stesso episodio, è la sua storicizzazione a colpire.
Nella varietà trovi sempre il nuovo.
E' un lavoro bellissimo e di grande spessore, Solimano: non è una espressione che uso molto spesso.

Solimano ha detto...

Grazie Zena! La grande passione c'è, io ci provo. Quello che forse mi aiuta è sapere benissimo che con la storia dell'arte (e in genere con la fruizione artistica) non si finisce mai di imparare, il so di non sapere è la vera lente di ingrandimento. E la coscienza che serve una capacità di stabilire dei nessi con la storia, la geografia, l'economia, il mercato...
Lo specialismo è necessario, ma può diventare una trappola. Quello che mi piacerebbe avere di più è una specie di umilismo curioso.
Con queste piccole indagini il problema e l'opportunità non finiscono mai, sono dei work in progress, e la duttilità dello strumento tecnico blog aiuta.
Ne riparleremo, perché ho alcune idee in mente di come possiamo sistemare certe robe nostre qui dentro: ognuno per sé, ma con fluidità di aiuto reciproco se serve.

saluti Zena
Solimano