mercoledì 20 gennaio 2010

Giudici corrotti

mazapegul


Cambise II giudica sul caso del corrotto giudice Sisamnes




Supplizio di Sisamnes



"Secondo Erodoto, Sisamnes fu un giudice corrotto attivo in Persia sotto Cambise II. Accettò una mazzetta e pronunciò un verdetto ingiusto. Il re lo fece arrestare, sgozzare e scuoiare. La pelle fu poi usata per ricoprire il seggio da cui Otamnes, figlio del giudice suppliziato, avrebbe a sua volta amministrato la giustizia."
(da Wikipedia)


La crudele punizione di Sisamnes venne ripresa nel Rinascimento come esemplificativa della retribuzione che la corruzione giudiziaria meritava. La giustizia, infatti, o è imparziale o non è. Non ci si può attendere da una corte la verità (si parla infatti di "verità giudiziaria" e persino di "logica giuridica", distinta dalla logica tout-court), ma si può pretendere una decisione secondo le regole e in coscienza.
E' forse pleonastico aggiungere che ripugna alla nostra sensibilità moderna, mite e neotestamentaria, l'exemplum erodotiano. Nondimeno, esso ben rappresenta -in modo "barbaro" (seguendo le categorie dello stesso Erodoto)- l'esigenza che l'ordine giuridico sia internamente sorretto da un ordine morale, pena lo scivolamento nell'anarchia, o nell'arbitrio del più forte e del meno frenato da scrupoli.


Da mesi, da anni, la magistratura italiana è al centro del dibattito politico (e dell'ancillare chiacchericcio dei commentatori) per aver invaso con la su azione campi che non sarebbero sotto la sua giurisdizione. Per meglio sostenere questo punto, invero assai debole (la giurisdizione si applica ogniqualvolta c'è notizia di reato), vengono di volta in volta messi in luce i difetti del nostro sistema giudiziario e di chi ne è responsabile. Difetti che esistono nella realtà.
Viene però quasi sempre omesso il difetto più grande. Nel nostro sistema giudiziario è esistito, e probabilmente ancora esiste, il tarlo distruttivo della corruzione. Dei magistrati si sono lasciati corrompere per scegliere non secondo coscienza, ma secondo convenienza. La prima buona notizia è che questi magistrati non sono stati spellati, ma più mitemente processati e condannati. La seconda buona notizia è che a farlo sono stati altri magistrati: segno questo che la "casta" giudiziaria non è marmorea come spesso la si dipinge e che, al suo stesso interno, esistono controlli incrociati e contrappesi.
In alcuni di questi casi, il denaro per corrompere i magistrati veniva dalle casse della Fininvest, anche se -secondo le sentenze- all'insaputa del suo padrone, e nostro presidente del consiglio. Il quale, fatto bizzarrissimo, non ha denunciato e castigato i suoi infedeli collaboratori, ma li ha anzi sempre difesi. Secondo principi morali, verrebbe da dire, del tutto post-testamentari.


I due oli sono di Gerard David (Oudewater, 1460 c. – Bruges, 13 agosto 1523)

9 commenti:

Solimano ha detto...

Màz, mi sono permesso, conoscendo l'uso di Imageshack, di inserire le immagini più grandi, cosa che Blogger di per sé non fa, mentre la larghezza della Home Page di Stanze all'aria lo consente. Se preferisci tornare alle piccole, fammelo sapere, che provvedo immantinenti a ripristinarle.

grazie Màz e saluti
Solimano

mazapegul ha detto...

Sono io che ringrazio te.
Maz

Solimano ha detto...

Màz, proprio in questi giorni il mio amico Claudio ha inserito un post sul blog di Novaluna, intitolato "Le analogie possibili" in cui tratta anche di questo tema. Lo si trova qui e può darsi che nei prossimi giorni io lo porti in Stanze all'aria, se Claudio sarà d'accordo.

Non farei la differenza fra vetero e neo-testamentario. Erodoto, greco, scrive delle costumanze dei barbari persiani. In quanto ellenico, è fuori dalla polarità vetero e neo.

La giustizia non esiste di per sé, è un frutto del sistema morale dell'etnos: la decisione su cosa è giusto e cosa è ingiusto dipende dall'etnos, che muta non solo come etnos ma anche in funzione del tempo.

La frase: "Non è giusto!", che si sente spesso nelle discussioni, è irrisa da Dyer ne "Le vostre zone erronee", dicendo che la frase più corretta sarebbe: "Non mi piace". Si invoca un principio astrato per non fare i conti con la persona concreta.

Venendo alla situazione attuale, continuo a meravigliarmi di due cose:
1. Come le malversazioni politiche hanno potuto andare avanti per decenni senza nessun intervento efficace della magistratura e dei singoli magistrati (d'accordo, c'era il Muro di Berlino, ma il troppo è troppo).
2. Come passi in cavalleria la metodologia che il Nostro sta seguendo ormai da tempo: l'allungamento della durata dei processi per i fatti e fattacci suoi, così ottiene che si svuotino questioni altrimenti non smentibili.

Mentre non mi stupisco del fatto che allla maggioranza degli italiani non importi se questi fatti e fattacci siano veri oppure no: fa parte dei caratteri identificativi italiani la trnquilla sicumera che la furberia faccia aggio sull'intelligenza.
Solo che questo atteggiamento ha un costo salato: stiamo pugnando con la Corea de Sud, e siamo messi peggio. Da questo punto occorrerebbe partire, non da un senso morale minoritario.

grazie Màz e saluti
Solimano

Roby ha detto...

Solimano, voglio anch'io le immagini GRANDI COSI'!!! Lo so che non sono capace delle lucidissime analisi etico-politiche di Maz (tanto di cappello, Maz!) però le voglioooo!!! Ufff!

[;->>>]

Roby

mazapegul ha detto...

Solimano, non era mia intenzione attribuire a Erodoto un pensiero cristiano: veterotestamentario era, per dirla troppo semplice, l'abito mentale europeo nel momento in cui riprendeva Erodoto per mostrare la retribuzione salatissima della corruzione in atto giudiziario. (Troppo semplice perché in realtà c'era tanto umanesimo: il colloquio con gli antichi e via dicendo).
Che la corruzione renda precario lo sviluppo, per citare solo uno dei suoi danni, è vero. Che si esiga un profilo di altissima moralità da parte dei giudici è altrettanto vero. Il fine è una società in cui l'arbitrio non sia la norma. La moralità dei funzionari è il mezzo, e non da oggi. (Ambrosoli faceva l'interesse economico generale, certamente; ma faceva ciò con la serena moralità che ci si aspetta da un funzionario incaricato da un tribunale -ciò che gli costò la vita. Andrebbe ricordato oggi, mentre avanza il processo di santificazione di Craxi).

Roby: bisogna chiedere a Solimano un corso accelerato!

Maz

Gauss ha detto...

E pensare che fino a qualche anno fa (diciamo una decina) ero sorretto dalla convinzione che la corruzione e il malaffare, per quanto imperversanti nella nostra società, davanti a due porte andassero a sbattere il muso senza riuscire ad entrare, quella della scuola e quella del tribunale.

Ritenevo sacrilogo anche solo pensarlo, che un docente si prestasse a contrattare un esame, o un giudice ad aggiustare una sentenza. Perfino allo stadio, dare del "venduto" all'arbitro per un calcio di rigore concesso o negato era più un'ingiuria che un'accusa, nessuno sospettava che veramente quella sua decisione fosse oggetto di un negozio.

Poi, ci hanno pensato le cronache a dimostrarmi quanto le mie convinzioni non fossero altro che illusioni. Ed è toccato a me sbattere il muso sull'intero campionario delle vergogne, mercimonio delle promozioni, esami truccati, sedi calabresi elette a esamifici di stato ad esito garantito, tribunali ostili contrapposti ai tribunali compiacenti, sentenze scritte sotto dettatura, giudici al soldo degli avvocati.

Perfino gli arbitri di calcio, s'è visto che se lo meritavano davvero l'epiteto di "venduti" (vox populi), avevano perfino la sfacciataggine di andare in campo col loro bravo Rolex d'oro al polso, omaggio di una squadra riconoscente.

Gauss

Solimano ha detto...

Gauss, oltre ai fatti che hai evidenziato, ne inserisco altri che non sono direttamente di corruzione o di concussione, ma che sono ancora più gravi, perché sono come il terreno su cui inevitabilmente cresce il resto:

1. La carriera automatica dei magistrati.
2. L'assenza di incompatibilità fra fare il magistrato ed essere parlamentare. Addirittura, correva il doppio stipendio e fu introdotto l'aggancio fra lo stipendio dei magistrati e quello dei parlamentari.
3. La lunghezza dei processi. Facile dire che gli organici etc etc, ma è successo, anche qui a Monza, che questa lunghezza fosse abbreviata di molto per l'impegno di un magistrato che invece di nascondersi dietro alla libretta e al piagnisteo facesse veramente quello che poteva intelligentemente fare.

E così via. Lasciamo stare che su queste cose ha infierito la destra, ma quando manca ogni aspetto meritocratico non può andare che così.
Questi aspetti da clan che si autoprotegge sono tipicamente italiani: esistono, quasi come regola non scritta, fra i ricercatori, i professori universitari, i medici i giornalisti.
Non sogno un mondo in cui questi metodi non ci siano, ma un sistema in cui esistano corpi ed anticorpi. Proprio quello che non si vuole, e qui non è questione di destra e sinistra, ma di sistemi di cooptazione talmente universali che non ci si bada più.
Chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori: finisce che siamo fuori tutti.

saluti
Primo

giulia ha detto...

Maz, davvero mi sembra che ormai la corruzione è il nostro sistema...
E' un argomento che veramente per ora non lascia molte propsettive di soluzione.

Anonimo ha detto...

Il GIUDICE DEL LAVORO DEL TRIBUNALE DI TERAMO, ALESSANDRO VERRICO; HA EMESSO UNA SENTENZA CON UNA NORMA ABROGATA, NON PIU VIGENTE, UNA BEFFA.
MA PERCHE UN GIUDICE SI COMPORTA IN QUESTO MODO, APPLICANDO NORME CHE NON ESITONO PIU NELLA NOSTRA GIURISPRUDENZA?