venerdì 1 gennaio 2010

Fantasmi di Natale

Roby


Zia Nenè non è più quella di una volta. Le riesce difficile chinarsi a raccogliere il tovagliolo sotto il tavolo del salotto, proprio lì dove un tempo strisciava agilmente con me bambina, sulle orme del fuggiasco Zorro. Neppure la sua casa, malgrado le apparenze, è più la stessa: il trascorrere degli anni l'ha svuotata lentamente degli occupanti, così come ha fiaccato le energie di quella che ormai ne è l'ultima abitante.

"Ti ricordi" mi chiede, tagliando un'altra fetta di panettone "di quel Natale che ti sei nascosta nel ripostiglio, e non riuscivi più a uscire?". Sorride, le labbra lievemente tremolanti. "E di quando spaventavamo la zia Mimma, nel corridoio buio, travestendoci da Belfagor?"

Sorrido anch'io, benchè mi costi. I Natali trascorsi tutti insieme -zie zii nonne sorelle cugini- in quelle stanze fanno ormai parte della mia archeologia infantile. Nessuno (ne ero e ne resto più che certa) ha mai passato nè mai passerà feste più spensierate, avventurose, allegre fino a spanciarsi dalle risate. La vasca da bagno era il porto di attracco della nave di Simbad il marinaio... Le camere da letto gli appartamenti della Bella addormentata nel bosco... La poltrona in soggiorno il trono di Re Riccardo Cuor di Leone, tornato dalle crociate a spodestare l'infido fratello Giovanni...

Con zia Nenè il divertimento era assicurato: e mentre zia Mimma si occupava di mia sorella A., la donnina di casa, rivelandole i segreti di sughi, torte e biscotti, noi due partivamo alla scoperta di nuovi mondi e nuove civiltà (molto prima di Star Trek), decifravamo codici misteriosi (quando Dan Brown era ancora alle elementari), sconfiggevamo (femministe ante litteram) interi drappelli di agguerriti, spietati, invisibili nemici maschi. Riuscendo, per di più, nell'incredibile impresa di non distruggere, durante le nostre scorribande, metà dei costosi soprammobili sparsi un po' ovunque.

Uno di questi, una statuetta d'avorio dal lungo collo, reca tuttavia le tracce di una delle scorrerie più audaci. Sotto il mento si scorge infatti il segno dell'incollatura, rimedio casalingo ad una proditoria decapitazione: e mentre allungo la mano per prenderla, ecco alle mie spalle levarsi un coro di voci allarmate: "Guai a te se la tocchi! L'hai già rotta una volta, con i tuoi modi da maschiaccio!"

Zia Nenè, lì accanto, non ha parlato, sempre indaffarata col panettone. Io ritiro la mano, ubbidiente. Non ho bisogno di voltarmi per sapere che dietro di me ci sono ancora tutti -nonna Gisa, il babbo, la mamma, zia Mimma, zio Guido- con i loro vestiti anni '60, il filo di perle per le signore, la camicia di terital per i signori, e l'odore un po' acre della sigaretta appena fumata...

Sandokan e i suoi tigrotti, affacciatisi sulla soglia per invitarmi all'ultimo arrembaggio, capiscono dalla mia espressione che non è aria, e si dileguano scivolando nella penombra della cucina silenziosa.



9 commenti:

Solimano ha detto...

Spettacolare, Roby, semplicemente. E sai che il complimento non mi esce facile.
Qui non c'è nessuna parvenza di bieco-dolciatro sentimentalismo natalizio, né di tanto bello che puzza, e puzza perché la brutterìa esiste, non c'è niente da fare, fa parte della vita, non va in discarica.
C'è fantasia e sofferenza, anche, perché i pannicelli caldi alla sofferenza non fanno un baffo.
Anche noi non siamo quelli di una volta, un po' come la zia Nene, ma se il ricordo è così vivo, fresco di giornata, è come se tutto accadesse in questo momento, primo gennaio 2010. Una ferita un po' aperta è sempre meglio di una brutta cicatrice, se il sangue c'è in abbondanza, sangue non marcio.
E un bel cervello che guida la danza.

grazie gemellina Roby e buon anno!
Solimano

annalisa6604 ha detto...

ciao Roby
sono la new entry "tanguera" ed è da poco che seguo questo blog....il tuo post ha inevitabilmente riportato alla mente i bei momenti passati e vissuti "sotto l'albero".....il mio è del 1956 decisamente datato, sicuranmente molto "invecchiato" ma ancora in grado di far rivivere momenti di gioia.
Grazie per il tuo post e Auguroni per il 2010
Annalisa

Roby ha detto...

Solimano, ti prego di credermi sulla parola se dico che -dopo mesi di disuso della tastiera- mi sembrava di aver scritto una cosa carina, ma certo non eccezionale! Sapendo però che non fai complimenti a vanvera, accetto lu-sin-ga-tis-si-ma l'aggettivo "spettacolare"!!!!

Cara Annalisa, piacere di fare la tua conoscenza: sono contenta di averti suscitato ricordi lieti... Ho letto il tuo post sul tango, mi è piaciuto e attendo il prossimo.

Accidempolina, però... devo riabituarmi a "commentare"... oggi sono in difficoltà con l'account Google, l'identità, ecc. ecc.

PS: il 1956 è il mio anno di nascita, per cui... grande annata!

R.

Anonimo ha detto...

Che bello ritrovarti qui, cara Roby, con la tua valigia di ricordi-racconti così freschi da avere il profumo del panettone...
Panettone che a me costò l'unica sgridata veramente grossa e punitiva di mio padre: la Rosa miamamma aveva preparato una torta (la torta paradiso, per la precisione) proprio per il giorno di Natale.
Ma si può?
Senza considerare che la torta paradiso è una torta che toglie persino il fiato, tanto perdura lungo la trachea.
Protestai: ero molto sindacalista, nella mia prima infanzia, rivendicando, al grido "la torta mi fa schifo", il mio diritto al panettone.

Fui spedita in bagno, in compagnia del detto panettone: residenza coatta, arresti domiciliari...fino al momento in cui non lo avessi completamente mangiato.
Fui liberata dopo due ore e un pezzettino, per intercessione nonnesca.
:)
Un saluto d'affetto e buon anno.
zena

Silvia ha detto...

Bellissimo cara mia Roby, bellissimo.
Mi hai fatto commuovere un po' e ritornare bambina, col raggio di sole sopra la tovaglia con le ciliegie rosse. E mi hai fatto ricordare uno dei film che preferisco, La famiglia, di Scola. Uno sguardo malinconico e colmo di affetti.
Bentornata

Anonimo ha detto...

Ci hai riportato tutti indietro, cara Roby. Il tuo passaggio qui (che spero non sia solo questo) è molto bello.
Anche io ho ricordi di un Natale da "favola" nel vero senso della parola. E per quanto si tenti di ricreare quell'atmosfera, oggi non è quasi più possibile.
Un abbraccio e spero a ri-leggerti

tanti auguri anche se in ritardo

Roby ha detto...

Silvia, Giulia, Zena, un abbraccio cumulativo a voi. Lo confesso, ragazze, mi siete mancate. Spero di ritrovare presto il ritmo giusto per rileggerci e riscriverci tra queste Stanze.

Baciottoni e... panettone per tutte!!!!

Roby

mazapegul ha detto...

Ciao Roby, che piacere rileggerti su queste stanze! E rileggerti nella sottile membrana che divide il presente da quella memoria che più ci costituisce.
Smack,
Maz

Solimano ha detto...

Roby, ho riflettuto. Sono anni -con qualche intervallo - che scriviamo insieme e quindi un po' ci conosciamo.
Tu non scrivi mai cose carine. Non è il tuo genere, la carineria. Scrivi cose ironiche, a volte addirittura sarcastiche, quasi ciniche, poi cose allegre e gioiose (poco di frequente ma bene), cose sofferte, non come scrittura ma come situazione tua. Sempre umorali (e l'umore può anche non essere buono), mai sdilinquimenti in punta di penna -che ce ne sono millanta in giro, ma che appartengono proprio alla categoria del tanto bello che puzza. Prima o poi ci farò una piccola serie sul tanto bello che puzza: scrittura, pittura, modi di fare, modi di parlare etc etc.
E quindi ribadisco: spettacolare era l'aggettivo giusto, anche perché mi hai tenuto a stecchetto per troppo tempo.

grazie Roby e saluti
Solimano