domenica 3 gennaio 2010

Entomologia natalizia

mazapegul

Il Natale ha portato in regalo ad Angelica un piccolo microscopio elettronico da collegare al PC. Abbiamo utilizzato il nuovo strumento per rimpicciolirci e andare a trovare alcuni cugini che frequentano gli angoli meno puliti dell'appartamento e la foresta vergine dell'aiuola di fronte a casa. Ecco alcuni dei nostri incontri.

Questa è una comune coccinella, di specie non meglio identificata. Per la sua evidente eleganza, in inglese è chiamata lady-bug, insetto-madama. E' un animale carnivoro e vorace, utilizzato nella lotta ai parassiti delle piante. In assenza d'altro diventa cannibale, a volte preda in gruppo: la coccinella è un insetto con comportamenti abbastanza variati.
I bei colori della livrea avvertono i predatori che la coccinella è tossica: divieto di pasteggio. (Altri insetti, gustosi e nutrienti, vestono una simile livrea per sembrare coccinelle).



Ciò che vedete qui sotto è, ingrandita di duecento volte, l'ultima immagine impressa e diffratta sugli occhi composti di una zanzara intrappolata nella tela di un ragnetto zampa-lunga (Pholcus phalangioides). Sono quei ragnetti dal corpo minuto e dalle lunghissime zampe che si trovano in casa, soprattutto negli angoli del soffitto, abbarbicati a ragnatele irregolari, ma efficienti.



I ragni hanno molti occhi: in questa vista dall'alto della testa, si vedono due gruppi di tre occhi. (Crediamo che ce ne siano altri due davanti, ma non siamo sicuri). Il cervello del ragno vede probabilmente il mondo in maniera abbastanza diversa da noi. Peccato che i ragni non dipingano.



Forse avete già incontrato questo parassita, ghiotto di linfa di aceri e tigli, che viene chiamato da molti (italiani) insetto-carabiniere e da pochi (entomologi) Pyrrhocoris apterus.



Prima che Angelica scattasse questa foto, pensavo che la storia degli occhi composti degli insetti fosse un'invenzione dei registi di film fanta-horror:


mazapegul

Il ragnetto e l'insetto-carabiniere sono stati sacrificati (da me) in maniera spero indolore al fine di essere osservati. Per quanto riguarda la coccinella, non ne abbiamo avuto il coraggio e abbiamo rinunciato a una visione più dettagliata.

16 commenti:

Solimano ha detto...

Màz, entrerò in medias res successivamente, ma stamattina, appena ti ho letto, sono partito per Edimburgo e dopo dieci minuti sono tornato onusto di un breve brano dell'Adalgisa di Carlo Emilia Gadda, questo:

"Perché infine il povero Carlo era anche entomologo, ragione per cui diverse signore di mia conoscenza, tra le più colte anzi della nostra società, lo dicevano professore d’etimologia. La sua «passione», la sua «specialità» furono i coleotteri. Dapprima aveva tentennato, aveva svolazzato qua e là, come ad orizzontarsi, nel campo infinito: «la natüra l’è talment granda, talment infinida!....» Poi però, poco a poco, aveva preso a ragionare, a restringersi. Trovò che bisognava «specializzarsi», saper resistere alle tentazioni dissolvitrici dell’Enciclopedìa. «Siamo nel secolo della specializzazione», enunciava autorevolmente: ipnotizzando gli interlocutori coi grossi occhi e coi baffi, gli uni e gli altri nerissimi.

Trascurò così a poco a poco calabroni e farfalle, mosche e cimici: abbandonò al loro destino lepidòtteri, imenòtteri e dìtteri: non volle più saper di rincòti, «roba de pomada mercüriàal», soggiungeva ridacchiando, con un’a baritonale, lunga dai 18 ai 22 secondi.

Si liberò d’ogni scoria enciclopedica, si specializzò. Puntò sugli scarabei".

A Edimburgo c'è un magnifico sito su Carlo Emilio Gadda, con molti testi e saggi suoi, fra cui il racconto lungo "L'Adalgisa" al completo. Il sito è mezzo in italiano mezzo in inglese. C'è veramente di tutto: Gadda e il Manzoni, Gadda e il Leopardi, Gadda e il fascismo...

grazie Màz e saluti
Solimano
P.S. E può darsi che torni da Edimburgo onusto di un altro brano, prima o poi. Non è una minaccia, è una promessa.

mazapegul ha detto...

Solimano: domani viene a trovarci un amico di mia moglie (nippo-pakist-americano, con fidanzata piacentina) che, per l'appunto, s'e' addottorato con una tesi sul dialetto nella letteratura franco-italiana del Novecento; scegliendo Gadda come principale esempio italiano. Gli passero' la tua segnalazione.
A presto,
Maz

Silvia ha detto...

Le immagini sono bellissime Maz. Quasi quasi chiedo alla Befana se porta un microscopio elettronico anche a me.
Una curiosità. A che età un bimbo può usare uno strumento del genere? Mi pare un ottimo regalo.

Roby ha detto...

Maz, di solito le macrofotografie di insetti e affini mi repellono. Quelle tue e di Angelica invece mi affascinano. Dipenderà dalla "mano" degli autori? Concordo sull'impossibilità di giustiziare la coccinella: mentre di ragni, dài, ce n'è tanti a giro... vedessi in casa mia...

Baci e abbracci

R.

mazapegul ha detto...

Ciao Silvia. Angelica ha otto anni e comincia ora a vedere il mondo in maniera, diciamo così, adulta (come un qualcosa di pienamente fuori da sé). Forse era troppo presto per il microscopio, ma me l'ha chiesto lei e ora ci divertiamo.
Sullo strumento in sé, noi abbiamo preso un microscopio altamente non professionale, che si appoggia alla cosa da vedere, che poi appare sullo schermo ingrandita da 20 a 200 volte. In particolare, non c'è l'oculare. Questo è importante, perché i bambini solo a una certa (variabile) età imparano a chiudere un occhio solo: prima di questo momento, è inutile regalar loro binocoli, canocchiali, telescopi e microscopi con mono o bi oculari. Questo microscopio, invece, non richiede quella particolare coordinazione degli occhi.
Ciao,
Maz

Silvia ha detto...

Grazie Maz, dritte molto utili per un bel regalo.

p.s. il ragno non l'avrei ucciso, mi stanno simpatici. Da ragazzina ne avevo uno che ogni sera, come accendevo la luce della lampada sul comodino, filava lungo la ragnatela e mi veniva a salutare, si lasciava penzolare un po' e poi risaliva. Avevo proibito a mamma di tirarlo via e l'avevo chiamato Filippo, per via delle zampe lunghe. Infatti gli Pholcus phalangioides li definisco i filippi, per me specie protetta:)
Sappiamo però che in nome della consocenza spesso debbano essere compiuti sacrifici di ogni genere, anche dei filippi:)

Silvia ha detto...

Maz, il mio Filippo più probabilmente era uno Holocnemus pluchei, più scuro e grigiastro, rispetto al Pholcus phalangioides di colore prevalentemente giallastro.
Questo, per dovere di cronaca.

Anonimo ha detto...

Alla piccola Irene, che ha passione grande per tutto ciò che è piccolo piccolo e si muove,dovrei proprio regalare una 'cosa' del genere. Può andare bene, Maza, anche per una bimba di quasi cinque anni, affiancata da un 'grande'?
Pirro (posso chiamarlo così) e coccinella sono già amici suoi:)
Ciao, eh.
zena

mazapegul ha detto...

Zena: credo che la piccola Irene si possa sfogare a guardare e vivere la natura senza microscopio per ancora qualche anno (e a farsi degli insetti quell'immagine un pò antropomorfa che in genere ne hanno i bambini più piccoli). [Altro è il discorso per te: potresti usare la scusa del regalo e poi divertirti a guardare cosa si nasconde nell'humus padano].
Silvia: fino a due giorni fa non avevo idea della specie a cui appartenessero i ragnetti di casa. Il nome l'ho trovato su internet e anche io ho esitato tra i due Pholcidae (e non è detto che abbia poi identificato la specie giusta, anche se il disegno sul capo è identico).
Roby: il tuo pregiudizio favorevole verso Angelica e me mi confonde! (Le prossime fotografie saranno dal mondo vegetale o minerale).

Ciao a tutti,
Maz

Solimano ha detto...

Finalmente ho imparato il nome di un insetto che ho visto tantissime volte, molto più della coccinella: l'insetto-carabiniere!

La mia passione, più che i ragni, sono le ragnatele, ed auguro a tutti l'esperienza che ebbi una mattina all'alba, da fungaiolo. Arrivai in una radura fra le querce, e il prato era quasi abbagliante: era arrivato il primo raggio di sole, il prato era pieno di ragnatele che normalmente non si notano, e tutte le ragnatele erano ricolme di gocciole minutissime della rugiada della notte. Ogni gocciolina aveva in sé la luce del sole.

Inserisco un altro brano del Magnus
Gaddus
, sempre dall'Adalgisa:

"S’era cavata la giacca, s’era sporto avido, con il retìno, per una preda di larve: e anche ditischi adulti, magari: così almeno riferirono i testimoni. Ma quei vigorosi nuotatori, subodorate le intenzioni del retino, (lo lumarono subito, dal sotto in su), via! s’erano spiccati come altrettante spole dall’erbe e dagli steli subacquei, dove pareva invece che ci dormicchiassero: e lui dietro! col suo retìno, bravo! come ci fosse probabilità di raggiungerli! In maniche di camicia com’era, teso fino all’ultimo il braccio, Dio com’era peloso!, perché aveva rimboccato la manica. Attaccandosi con la sinistra a un ramo, sì! finché il ramo si scerpò netto: e lui patapùmfete!: dentro come un salame fino al collo.

Una nuvola di fango lo aveva sùbito circondato.

Quelli intanto bucarono via l’acqua come siluretti felici, scampati nei roridi e verdi regni, fra i capegli dell’erbe e dell’alghe: salvi dal loro profilo ellittico o parellittico, che offre, credo, un minimum di resistenza, che segna un optimum della forma natante. E devono aver raggiunto quest’ottimo nella pertinace evoluzione della discendenza, in un loro amore del meglio e poi del perfetto, educendo dalla grossolanità primigenia il garbo del capo, del corsaletto e dell’èlitre, sforzandosi di tendere, tendendo all’elisse, entro paludi, o gore morte nelle golene de’ fiumi: ogni acqua ferma un bacino da esperimenti, ogni specchio livido un mondo da perforare col pensiero: traverso generazioni e millenni raggiungendo il loro laborioso integrale isoperimetrico".

saluti
Solimano

Anonimo ha detto...

@ Angelica

Cara Angelica,

buon giorno - lo sai che la coccinella che hai visto al microscopio - buona settimana - porta fortuna a tutti quelli sui quali si poggia - buon mese - quando è stanca? Si è poggiata su di te la coccinella fotografata - buon anno - nel post pubblicato dal tuo papà?

Io mi chiamo Pasquale.
www.pasqualemisuraca.com

Ah, dimenticavo: ti piacciono le favole?

mazapegul ha detto...

Solimano: tralascio il resto e sottolineo "traverso generazioni e millenni raggiungendo il loro laborioso integrale isoperimetrico", che è veramente irrestibile (oltre che tremendamente verosimile).
Maz

Solimano ha detto...

Màz, tu devi leggere L'Adalgisa, almeno il racconto lungo con lo stesso nome e i due racconti più brevi "Quando il Gerolamo ha smesso" e "Un concerto di centoventi professori". E le note, le note dell'Adalgisa, a piè di ogni pagina! Un libro felice, e leggendolo si comprende che Gadda, oltre che uno scrittore come pochissimi, aveva una mentalitù tecnico-scientifica approfondita. Concordo col "laborioso integrale isoperimetrico" e quel che precede. Non si può dire meglio, non si può dire più esatto.

saluti
Solimano

Emilia ha detto...

Il microscopio è uno strumento molto affascinante e se i bambini lo chiedono bisogna obbedire... Il mondo lo vedono in un'altra prospettiva, forse meno romantica, ma più scientifica.
Le immagini sono davvero belle.
Ma la coccinella no... Meno male che l'avete risparmiata.
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

caro pasquale, si che mi piacciono
perchè ha la fantasia, un abbraccio Angelica

Anonimo ha detto...

@ Angelica

Visto che ti piacciono le favole, se vuoi, te ne racconterò una. Una favola su ordinazione.

Facciamo così: tu scegli tre cose (animali, piante, oggetti, personaggi - insomma le prime tre cose che ti passano per la testa), me lo scrivi, io ci penso sopra e ci dormo sotto, scrivo la favola di queste tre cose e te la mando.

Pasquale