La parola abitudine è una parola baule... Ci sta dentro tutto quello che ha a che fare con l''abito' e con l''abitare', proiettati nel tempo della persistenza.
In Proust l'abitudine aveva la doppia connotazione di necessità (legata anche alla malattia) e di legame da cui fuggire. Non c'era "buona abitudine". Il tuo breve dialoghetto mostra che in Proust c'è tanto, ma non tutto. (Morì giovane, del resto). Maz
Un concetto che non potrò vivere sulla pelle nella mia vita: ho avuto relazioni relativamente brevi perchè potessi considerare l'altro una "buona abitudine", anche se non è solo questione di quantità, ma soprattutto di qualità. E credo di aver fatto spesso confusione tra ciò che era abitudine all'altro e routine del quotidiano che a volte è degenerata in noia. Questo per dire che mi piacerebbe poter dire una cosa del genere ad una persona.
Mi allineo a Silvia. Non c'è nessuno nella mia vita che possa considerare "buona abitudine", quindi non so cosa voglia dire veramente. Se è ciò che ho visto in certe coppie, bè allora è una cosa che mi piace e che apprezzo. Se è invece è quello che dice Maz parlando di Proust, quello sì è un legame da cui sono sempre fuggita.
Fatevi un piacere, cliccate l'immagine in modo da vederla grande. A parte il valore intrinseco del mio amico Frans Hals, un quadro così era del tutto impensabile nel Seicento in Italia, in Francia, in Spagna, in Germania, in Inghilterra. Poteva essere pensato e fatto solo in Olanda, il paese più libero come società, come economia e come religione. Come filosofia, basta il nome di Spinoza. Un paese veramente ed altamente mercantile. Poche balle: tutti a dire che bisogna cacciare i mercanti dal tempio, spesso sarebbe stato meglio cacciare i predicatori, non i mercanti.
Delle abitudini si parla e si pensa generalmente male, ma noi vivremmo molto peggio se non ci fossero le abitudini, questa specie di inconscio pratico che semplifica la vita e ci permette di aver tempo per pensare anche ad altro. Guai se no. Riguardo l'amore cronico, ho la fortuna di avere un mio giro di amicizie a Bologna, a Parma, a Milano, a Monza, a Roma e le vedo, queste coppie croniche in azione e nei comportamenti: rognano fra di loro, ogni tanto, ma le buone abitudini assunte insieme in decenni di vita comune sono come le fondamenta di una casa: guai se non fossero buone, la casa crollerebbe o diverrebbe insoffribile. Certo, esistono anche le cattive abitudini che portano prevedibilità e noia. C'è un film, Cuori solitari, in cui i due sono su una barca sul lago Maggiore. E lei (Senta Berger) pensa: "Adesso dirà: è di un bello il lago stamattina". E lui (Ugo Tognazzi) dice ad alta voce: "E' di un bello il lago stamattina". Poteva dire: "All'inizio di questa giornata, il lago Maggiore ha un fascino che mi ti fa desiderare da tutti i punti di vista, cara te (Senta Berger)". No: "E' di un bello il lago stamattina". Qualche anacoluto, metonimia, ipallage, sinossi, iperbole, sineddoche, suvvia! Le figure retoriche avrebbero aiutato con una lei dotata di cotal figura (Senta Berger).
Ho ingrandito. Non lo faccio mai, sono proprio una sciocca. E' bellissimo e concordo con Maz, mi par che ci sia una certa somiglianza:) E' un dipinto che mette di buon umore e da allegria. Coppie che hanno sguardi simili, sono coppie felici. Ne ho conoscoiuta una così da poco tempo ed è un autentico e assoluto piacere stare in loro compagnia.)
Non ho pensato a spunti autobiografici, né cercato somiglianze. Mi interessava ed interessa il tema: come mai così pochi quadri e film danno una valida rappresentazione dell'amore felice? Il difetto non sarà nel manico, cioè in una concezione storicamente errata dell'amore? Per questo ho scritto alcuni brani raggruppandoli sotto il titolo "L'amore intelligente", che parrebbe, secondo il senso comune, un ossimoro, e invece non lo è. Raccomando in particolare la lettura del capitale testo "L'amore nei Baci Perugina" che trovate sia qui sia nel Nonblog di Habanera. L'ho scritto alcuni anni fa, quando ero un po' meno rincoglionito: ah, che bei tempi! E le buone abitudini sono uno dei tanti modi in cui si manifesta un amore intelligente, cioè un amore che non cerca la sofferenza, perché è questo il punto chiave.
10 commenti:
La parola abitudine è una parola baule...
Ci sta dentro tutto quello che ha a che fare con l''abito' e con l''abitare', proiettati nel tempo della persistenza.
Come non desiderare un 'a lungo' buono?
Ben tornato, Solimano.
In Proust l'abitudine aveva la doppia connotazione di necessità (legata anche alla malattia) e di legame da cui fuggire. Non c'era "buona abitudine".
Il tuo breve dialoghetto mostra che in Proust c'è tanto, ma non tutto. (Morì giovane, del resto).
Maz
Un concetto che non potrò vivere sulla pelle nella mia vita: ho avuto relazioni relativamente brevi perchè potessi considerare l'altro una "buona abitudine", anche se non è solo questione di quantità, ma soprattutto di qualità. E credo di aver fatto spesso confusione tra ciò che era abitudine all'altro e routine del quotidiano che a volte è degenerata in noia.
Questo per dire che mi piacerebbe poter dire una cosa del genere ad una persona.
Mi allineo a Silvia. Non c'è nessuno nella mia vita che possa considerare "buona abitudine", quindi non so cosa voglia dire veramente. Se è ciò che ho visto in certe coppie, bè allora è una cosa che mi piace e che apprezzo.
Se è invece è quello che dice Maz parlando di Proust, quello sì è un legame da cui sono sempre fuggita.
L'importante è quell' "anche".
Fatevi un piacere, cliccate l'immagine in modo da vederla grande. A parte il valore intrinseco del mio amico Frans Hals, un quadro così era del tutto impensabile nel Seicento in Italia, in Francia, in Spagna, in Germania, in Inghilterra. Poteva essere pensato e fatto solo in Olanda, il paese più libero come società, come economia e come religione. Come filosofia, basta il nome di Spinoza. Un paese veramente ed altamente mercantile. Poche balle: tutti a dire che bisogna cacciare i mercanti dal tempio, spesso sarebbe stato meglio cacciare i predicatori, non i mercanti.
Delle abitudini si parla e si pensa generalmente male, ma noi vivremmo molto peggio se non ci fossero le abitudini, questa specie di inconscio pratico che semplifica la vita e ci permette di aver tempo per pensare anche ad altro. Guai se no.
Riguardo l'amore cronico, ho la fortuna di avere un mio giro di amicizie a Bologna, a Parma, a Milano, a Monza, a Roma e le vedo, queste coppie croniche in azione e nei comportamenti: rognano fra di loro, ogni tanto, ma le buone abitudini assunte insieme in decenni di vita comune sono come le fondamenta di una casa: guai se non fossero buone, la casa crollerebbe o diverrebbe insoffribile.
Certo, esistono anche le cattive abitudini che portano prevedibilità e noia. C'è un film, Cuori solitari, in cui i due sono su una barca sul lago Maggiore. E lei (Senta Berger) pensa: "Adesso dirà: è di un bello il lago stamattina". E lui (Ugo Tognazzi) dice ad alta voce: "E' di un bello il lago stamattina". Poteva dire: "All'inizio di questa giornata, il lago Maggiore ha un fascino che mi ti fa desiderare da tutti i punti di vista, cara te (Senta Berger)". No: "E' di un bello il lago stamattina". Qualche anacoluto, metonimia, ipallage, sinossi, iperbole, sineddoche, suvvia! Le figure retoriche avrebbero aiutato con una lei dotata di cotal figura (Senta Berger).
grazie e saluti
Solimano
Visto il quadretto ingrandito: in effetti una somiglianza c'è.
Ciao (e cento anni di buone abitudini),
Maz
Ho ingrandito. Non lo faccio mai, sono proprio una sciocca. E' bellissimo e concordo con Maz, mi par che ci sia una certa somiglianza:) E' un dipinto che mette di buon umore e da allegria.
Coppie che hanno sguardi simili, sono coppie felici. Ne ho conoscoiuta una così da poco tempo ed è un autentico e assoluto piacere stare in loro compagnia.)
Non ho pensato a spunti autobiografici, né cercato somiglianze. Mi interessava ed interessa il tema: come mai così pochi quadri e film danno una valida rappresentazione dell'amore felice? Il difetto non sarà nel manico, cioè in una concezione storicamente errata dell'amore?
Per questo ho scritto alcuni brani raggruppandoli sotto il titolo "L'amore intelligente", che parrebbe, secondo il senso comune, un ossimoro, e invece non lo è.
Raccomando in particolare la lettura del capitale testo "L'amore nei Baci Perugina" che trovate sia qui sia nel Nonblog di Habanera.
L'ho scritto alcuni anni fa, quando ero un po' meno rincoglionito: ah, che bei tempi! E le buone abitudini sono uno dei tanti modi in cui si manifesta un amore intelligente, cioè un amore che non cerca la sofferenza, perché è questo il punto chiave.
grazie e saluti
Solimano
Concordo con Silvia e Maz...
E sull'amore intelligente che non cerca la sofferenza, perchè no. Ma esiste? Spero di sì.
Grazie
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