Giulia
Era da molto tempo che non ci vedevamo. Francesco, il mio cugino più piccolo ha deciso di sposarsi. Lui vive a Costarica e la sua fidanzata è canadese. E così hanno organizzato un festa per conoscerci tutti in un colpo solo.
Sì, perché, la mia famiglia (solo quella dalla parte di mia mamma) è molto numerosa. Nove fratelli, ognuno con mediamente due o tre figli. Poi ci sono i figli dei figli ed è così che tre sale di un agriturismo erano occupate l’altra domenica da una vera e propria tribù.
Non so cosa ho provato nell’incontrarli. Cugini che avevo incontrato l’ultima volta molto piccoli erano uomini e donne con i loro ragazzi. Ho rischiato di scambiare i figli per i cugini, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e ci siamo tutti riconosciuti.
E poi c’erano gli zii, quelli sopravvissuti. Purtroppo ne sono mancati molti. Mia mamma era la più vecchia.
“Vengo, non vengo” tutta la settimana a sfogliare la margheritina. Poi è venuta con Maria al seguito. Tra me e lei si sentiva più sicura.
E questa donna che passava come “la forte”, appena si è seduta, dopo aver faticato non poco a raggiungere la meta, è scoppiata in un pianto di gioia e commozione.
Tutti sono andati a salutarla con affetto e tra baci ed abbracci finalmente abbiamo cominciato a mangiare.
Alla fine mia zia, quella che raccoglie tutto il gregge ogni volta che può, ha tirato fuori dalla borsa fotografie in bianco e nero che risalivano ai tempi dei tempi. E tra tutte è comparsa l’unica fotografia che ho con mio padre da neonata…
Così anche chi non c’è più, è per un momento tornato a ripopolare i nostri ricordi. Caro, caro papà…
lunedì 28 settembre 2009
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12 commenti:
Giulia, ma lo sai che tutto un ramo della mia famiglia (ramo nonna materna) è in Costarica... Uno degli archetipi femminili di casa è la mitica Noemi, fuggita lontano per una delusione d'ammmmmmmore...
Ho 'ricostruito' diverso tempo fa la sua storia, in un post che porta il suo nome:)
Prima andò in Brasile, poi in Costarica.
Un saluto.
Bella questa riunione di famiglia ricca, confusionaria, un po' malinconica. Quanto mi piace che tu abbia pubblicato la foto di tuo padre: è un bellissimo modo di farlo rivivere fra noi.
Ti abbraccio.
Ritorno a leggere, perchè c'è un senso di famiglia che mi è caro. Anche nei rapporti che scorrono a distanza, anche nelle vite che procedono per conto loro, ci sono dei collanti invisibili fatti di storie e di ricordi che uniscono.
Che io definisco legami di sangue Zena, e che non è la stessa cosa quando fai le cene di classe, perchè non ci sono gli stessi tratti somatici, anche vaghi, a fare da collante.
L'ultimo grande raduno (da parte di mamma, perchè la famiglia del babbo si è scollata nella notte dei tempi) fu molto tempo fa, io ero l'unica "piccola" già sposata. La desiderò tanto la noni e mia zia l'accontentò e organizzò un pranzo, saremo stati una trentina in tutto. Non siamo una famiglia numerosa.
Credo che questi raduni siano tanto belli e piacevoli quando questo legame lo si percepisce sempre, ogni giorno, e davvero si ha la sensazione che una famiglia sia una famiglia. Quando però, vengono organizzate solo per una parvenza di questo legame, allora diventa una riunione frustrante, come ai funerali, che del morto importa a pochi e gli altri sparlottano di tutto e di più. Mi dispiace risultare cinica in questo contesto, ma questa purtroppo è l'altra faccia della medaglia che io conosco molto bene. Per cui sono fortunati coloro che sono cresciuti in mezzo ad una famiglia vera, vera perchè sono tutti uniti e si vogliono bene e aiutare l'un l'altro. La mia purtroppo non rientra tra queste.
E' molto bella questa occasione di matrimonio amica mia:)Siete davvero tanti! Sono certa che ti ha fatto piacere rivedere tante persone insieme che chissà quando avresti avuto occasione di incontrare di nuovo. Spero che sia stata per te, una piacevole giornata, anzi lo so:) e questo mi fa piacere.
La foto con tuo padre mi commuove.
Mi commuovo sempre in questo periodo, sarà la vecchiaia:) E il suo sorriso è molto bello. Ho capito adesso da chi l'hai preso.tvb
Degli otto cugini marchigiani, il maggiore (che non c'è più) fu addetto culturale nelle ambasciate italiane in Perù, Cile ed Argentina. Quando scomparve, ancora giovane, la moglie di lingua spagnola venne in Italia. Abita ad Ancona e i due figli si sono quasi scordati lo spagnolo.
Un altro di quegli otto ha passato dieci anni in India, non per fare l'hippy, ma per aziende di costruzioni internazionali, in una specie di Svizzera himalayana, a 1500 metri slm.
Ogni tanto tornava e mi faceva ammattire con i racconti sull'India, perché uno sguardo tecnico-laico come il suo è il migliore per capire l'India, senza preconcetti pro o contro. Quando smise di andare, soffrì di nostalgia per almeno cinque anni.
Giulia, da noi i matrimoni erano occasioni per il sorgere di nuovi matrimoni, perché compagnie che non si conoscevano erano mischiate per ore ed ore e quale miglior modo di stutturare il tempo di quello di mettersi a corteggiare la bella sconosciuta seduta vicino a te?
Va detto, che spesso i matrimoni sono l'ultima occasione di uscita da casa per persone avanti con gli anni. Hai fatto benissimo a provvedere, e a quell'età il pianto è la migliore espressione di una commozione gioiosa.
grazie Giulia e saluti
Solimano
Mia mamma ha una situazione simile alla tua, undici zii e una ...antina di cugini.
L'ultima volta che si sono riuniti la pro pro pro zia Pincapanca aveva preparato un albero genealogico da distribuire a tutti. Mamma c'è andata in brodo di giuggiole e ancora lo conserva da qualche parte.
Io invece, da pecora nera quale sono, rifuggo questi eventi.
Quando ero ragazza perchè chiunque, qualsiasi parente sconosciuto e mai visto, per prima cosa mi diceva:
-Ah! Tu sei Barbara. Ce l'hai lo vardascio? (n.d.t.= il fidanzato)
Un po' più in là:
-Ah! Tu sei Barbara. Quando te sposi co' lo vardascio?
E dopo qualche altro anno:
-Ah! Tu sei Barbara. Quando li fate i figli, tu e mariteto?
Siccome veniva fuori il lato peggiore di me, quello orso e scostante e musone, ho preferito eclissarmi.
Penso che quando avrò una certa età e faremo queste cose io e le mie cugine sarà un po' diverso. Noi siamo in tutto sei (più un cugino molto piccolo) e siamo quasi come sorelle.
Bellissima la foto col tuo babbo. E bellissimo che tu l'abbia voluta condividere con noi.
Ancora commento doppio!
E' un mistero, non so perchè blogger mi fa questo scherzo :-(
Cara Zena, a mio cugino è morto il papà (mio zio) che era molto piccolo e così lui e i suoi fratelli per scelte diverse sono andati via da Torino. La storia di questi cugini è emblematica.
Il senso di famiglia c'è, a volte è una cosa positiva, a volte può pesare quando sei "diversa" da loro. Io ho sempre avuto una storia conflittuale, ma rivederli adesso mi ha riappacificato più che con loro, con me stessa.
E' vero, cara Ermione, per me ha avuto questa risonanza malinconica, anche se il clima era molto festoso. La foto di mio padre mi ha devvero commosso. Io sono stata l'unica figlia che ha visto nascere e quindi per lui la mia nascita è stato un evento speciale, prima era in guerra.
Nel bene e nel male, hai ragione Zena, i ricordi ci uniscono anche se non sempre sono "bei ricordi".
Sai, Silvia, quanta esitazione ho avuto ad andare a questo raduno. Non mi sono mai piaciuti un granchè, perchè la mia vita e le mie scelte sono sempre state tanto diverse. Mi cugina che ha 10 anni meno di me, mi ha detto: "sei stata sempre il mio mito". Devo dire che mi ha stupita visto che non ho fatto "carriera", nè tanto meno "soldi" (valori molto sentiti). Ero il suo mito perchè mi ero staccata dalla mia famiglia e avevo fatto quello in cui avevo creduto.
Non sei cinica, le famiglie per me valgono come legami, nel momento in cui si è fatto almeno un pezzo di strada insieme. Altrimenti, è vero quello che dice Zena, ma è anche vero che queste riunioni lasciano il tempo che trovano.
Io credo molto più nell'amicizia e si può anche essere amici del proprio cugino. Ma senza amicizia e vera condivisione, no.
Solimano, uno dei fratelli di cui ho parlato prima ed esattamente la sorella arrivava dall'Egitto dove suo marito è ambasciatore della Svizzera. Mi ha raccontato della fatica di cambiare sempre paese... E' immagino che sia vero. Ma penso al giorno che si fermerà, sarà anche questo un trauma.
Mia mamma non ha mai amato le feste, neanche quando era giovane, ma questa volta ho capito che anche se era in conflitto era bene che ci andasse. E così è stato.
Cara Barbara, un mio cugino aveva in mano proprio un albero genealogico per vedere chi c'era e chi no e devo dire che vedere anche le croci di chi non c'era, mi ha fatto intristire.
Come ho già detto un po' prima, io sono stata sempre "la pecora nera", ma sopratutto la "diversa". Tanto è vero che quando sono arrivata c'è stato un coro di "non ci posso credere! c'è anche Emilia...!!". Ma la pecora non è tornata all'ovile, è solo entrata a fer visita alle altre e poi se n'è di nuovo uscita, perchè le diversità sussistono, eccome. Solo che adesso non le patisco più.
Per quanto riguarda la foto del mio babbo: sì, ho avuto voglia di condividerla con voi...
Grazie a tutti e un abbraccio
Condivido in pieno Giulia. Per quanto mi riguarda si muovono solo quando sentono sentore di pecunia. Non posso considerarli una famiglia.Ho vicino un cugino di secondo grado che per me è più che un fratello. Ci sono persone vicino a mio padre che valgono oro quanto pesano e non hanno nessun grado di parentela.
Ci si sceglie alla fine della fiera.
Ma sei tu il topino in braccio al babbo?
[Le mie famiglie si sono sempre spostate poco. Registri parrocchiali e di monasteri ne atestano la testarda permanenza in pochi paesi della piana, per secoli e secoli.]
Maz
Sì, Maz... il topino devo essere proprio io. Essendo l'unica foto non è stato facile identificarmi. Ma mio fratello che ha 7 anni più di me, mi ha riconosciuta.
Le mie "famiglie" erano meridionali e quindi si sono spostate come tante altre.
Grazie e un caro saluto
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