venerdì 7 agosto 2009

Tempo d'estate

Habanera

Tempo d'estate, di pigrizia, di sole.
Tempo di riletture e riflessioni.
Tempo per ricordare una poesia...


Forse il cuore

Sprofonderà l'odore acre dei tigli
nella notte di pioggia. Sarà vano
il tempo della gioia, la sua furia,
quel suo morso di fulmine che schianta.
Rimane appena aperta l'indolenza,
il ricordo d'un gesto, d'una sillaba,
ma come d'un volo lento d'uccelli
fra vapori di nebbia. E ancora attendi,
non so che cosa, mia sperduta; forse
un'ora che decida, che richiami
il principio o la fine: uguale sorte,
ormai. Qui nero il fumo degli incendi
secca ancora la gola. Se lo puoi,
dimentica quel sapore di zolfo,
e la paura. Le parole ci stancano,
risalgono da un'acqua lapidata;
forse il cuore ci resta, forse il cuore...
(Salvatore Quasimodo)



7 commenti:

Silvia ha detto...

Grazie Haba, è bellissima.
Quasimodo non è uno dei poeti che conosco meglio. Ne ho un buon ricordo ma podo distante dalla preparazione scolastica. Invece ha scritto poesie di grande intensità. Di lui mi piace molto lo stile schietto e pulito.
Il cuore c'è sempre:)

Solimano ha detto...

Quasimodo non è un poeta che leggo volentieri, adesso.
Come non leggo volentieri Ungaretti, salvo le primissime poesie, quelle scritte durante la prima guerra mondiale.
E neppure Saba, che ha delle poesie molto belle, ma il suo modo di vedere mi dà fastidio.
Preferisco Vincenzo Cardarelli, la cui poesia per molti è una invecchiata retorica. Ci sarà retorica, ma c'è un reapiro ampio. Sembra che quell'uomo, che personalmente era quasi di sicuro meschino, diventasse un altro quando scriveva poesie sulle stagioni o sulle città.
A me piace quasi tutto di Montale, che è un grande poeta d'amore, fra l'altro (molti non se ne accorgono) e mi piacciono alcuni minori oggi poco conosciuti e poco letti: Govoni, Moretti, Onofri.
Ci devo sentire le cose, nelle poesie, non i pensieri sulle cose. Per questo mi piace anche una poetessa che in genere non piace ai sopracciò (e alle sopraccioesse ancor meno, naturalmente): Patrizia Valduga:

"In questa maledetta notte oscura
con una tentazione fui assalita
che ancora in cuore la vergogna dura.

Io così pudica, così compita,
vedevo un uomo a me venire piano
e avvolgermi quasi avido la vita;

un altro ne veniva e con la mano
oh delicatamente lui mi apriva,
e un altro e un altro e un altro ch'era vano

a guerra apparecchiarmi d'armi priva
già incatenata, e senza una catena,
nel tempo che la vita non par viva.


grazie Habanera e saludos
Solimano
P.S. Com'erano belli, insieme, lei e Giovanni Raboni, quella sera al Conservatorio!

Habanera ha detto...

Vabbè, a quanto pare questa poesia di Quasimodo piace soltanto a me ed a Silvia. Che ci vogliamo fare?
De gustibus non est disputandum...
H.

annarita ha detto...

Ammetto di aver frequentato poco Quasimodo e solo per necessità scolastiche. È una lacuna da colmare, ma mi rimane poco spazio dopo aver riversato lo splendore di Emily Dickinson. Non so quale poesia citare, mi piacciono talmente tanto tutte che mi sembra di fare un torto, scegliendo. Tuttavia il pensiero mi corre subito a una, così dolce e sensula nel medesimo tempo, che mi fa pensare alle calde notti estive.

Wild nights - Wild nights!
Were I with thee
Wild nights should be
Our luxury!

Futile - the winds -
To a Heart in port -
Done with the Compass -
Done with the Chart!

Rowing in Eden -
Ah, the Sea!
Might I but moor - tonight -
In thee!


Notti selvagge - Notti selvagge!
Fossi io con te
Notti selvagge sarebbero
La nostra voluttà!

Futili - i venti -
Per un Cuore in porto -
Via il Compasso -
Via la Mappa!

Vogare nell'Eden -
Ah, il Mare!
Potessi soltanto ormeggiare - stanotte -
In te!

J249/F269, 1861
[La traduzione è di mio marito :-)]

Anonimo ha detto...

No, no :)
Piace molto anche a me.

Stavo cercando una poesia, per me bellissima, di Quasimodo, di cui volevo farti dono, in commento: ma è volata via, non la trovo più... L'avevo, tempo fa, annotata su un foglietto, ago nel pagliaio, naturalmente.

Qui, mi piace il senso d'attesa, di sospensione, che spesso compare dopo un attimo di gioia, quando non sai quale piega potrà prendere la tua vita...

Un abbraccio, cara Habanera.
zena

Habanera ha detto...

Zena, adesso mi fai morire di curiosità. Quale sarà la poesia perduta?
Benedetta ragazza, se invece di annotarla su un foglietto volante tu l'avessi salvata in un documento word (sul pc) ora potrei leggerla anch'io.
Grazie comunque per il pensiero e un bacione grande.
H.

zena ha detto...

La terra impareggiabile

Da tempo ti devo parole d’amore:
o sono forse quelle che ogni giorno
sfuggono rapide appena percosse
e la memoria le teme, che muta
i segni inevitabili in dialogo
nemico a picco con l'anima. Forse
il tonfo della mente non fa udire
le mie parole d'amore o la paura
dell'eco arbitraria che sfoca
l'immagine più debole d'un suono
affettuoso: o toccano l'invisibile
ironia, la sua natura di scure
o la mia vita già accerchiata, amore.
O forse è il colore che le abbaglia
se urtano con la luce
del tempo che verrà a te quando il mio
non potrà più chiamare amore oscuro
amore già piangendo
la bellezza, la rottura impetuosa
con la terra impareggiabile, amore.


Mi piace il ‘tu’ che compare a riprendere un dialogo silenziosamente.
Mi piacciono le parole d’amore non dette, taciute forse perché il ‘tonfo della mente’, suono su suono, copre la voce, o forse perchè l’ironia sa abbattersi sui sentimenti e reciderli, o forse perché la vita, ‘accerchiata’, non lascia varchi…
Certo è che queste parole d’ amore mi sembrano abitare ancora più in profondità: lasciano la superficie facile delle cose per diventare ‘entronaute’ e camminare dentro, oltre gli ostacoli e le fini, oltre la ‘rottura impetuosa’.

Un abbraccio, cara Haba.