giovedì 6 agosto 2009

Sì, viaggiare (4)

Annarita


C'era una volta una bambina che sognava ad occhi aperti davanti al mappamondo e si rammaricava perché in tutta la sua vita certi posti non li avrebbe visti mai.
Mica tutti, solo alcuni che, chissà perché, la chiamavano con voce lontana e suadente.
Stonehenge era uno di questi.
Fattasi ragazzina, la sognatrice di viaggi ha incominciato a comperare libri e a consultare l'enciclopedia.
Più cercava di imparare su Stonehenge, scoprendo invece quante fosse misterioso, più sentiva crescere la voglia di trovarsi a camminare sull'erba, intorno al magico cerchio di pietre, come immaginava facessero intere processioni di severi druidi intenti alla preghiera e ai sacrifici.

Non so spigarvi l'emozione di veder realizzato il mio sogno e di essermi trovata a pochi passi dal complesso megalitico.
Quando dalla strada ho visto l'inconfondibile sagoma stagliarsi all'orizzonte, il mio cuore è tornato quello della ragazzina che guardava affascinata le fotografie sui libri e sognava.

Trovarmi così vicina a quelle pietre millenaria, legate anche al mito di re Artù, riusciva a farmi dimenticare che, con tutti i rimaneggiamenti e i restauri nei secoli, dell'originaria Stonehenge è rimasta ben poco. E riuscivo persino a ignorare la folla fluviale, il vociare, i flash e la confusione, totalmente immersa nel mio sogno infantile che era diventato realtà.

Credo non riuscirò mai a capire davvero perché il cerchio di megaliti nella piana di Salisbury abbia esercitato e continui a esercitare un tale potente fascino su di me.
Ho ancora nelle orecchie il sibilo del vento nell'erba di un verde smeraldo che contrastava con il grigiore dell'aria e negli occhi il caldo colore delle pietre e la possente leggerezza degli architravi millenari .
Luogo di culto, osservatorio astronomico, area sacrificale o semplice oggetto di un culto di massa., Stonehenge si carica degli echi di romantiche passioni infantili e mi restituisce tutta la freschezza dei sogni. Forse è proprio questo il suo segreto.


4 commenti:

Silvia ha detto...

Non mi ricordo in che documentario o trasmissione o film lo abbia visto, ma era girato senza musica nè parlato, in mezzo ai monoliti, e si sentiva il vento fischiare che squassava il mare d'erba attorno. Una cosa molto, molto suggestiva e mi sarebbe piaciuto parecchio trovarmi lì.
Casualmente Annina parlavo di Stonehenge ieri sera e di come la disposizione delle pietre a me ricordi la condivisione, lo stare uno di fronte all'altro, il raccontare e fare insieme, come cosa che fa parte della natura dell'uomo ed è necessaria alla sua sopravvienza, perchè la memoria diventi patrimonio e non si disperda l'esperienza di chi ci ha preceduto. Non avevo bevuto, giuro:)
Mi ha fatto piacere trovarlo qui.

Solimano ha detto...

Prima o poi riuscirò a procurarmi le immagini giuste, di un film importante che ha una scena che si svolge a Stonehenge. Per il momento non le ho.
Ognuno vede le cose dal suo punto di vista, ed adesso il mio è questo.
Non ci trovo nulla di misterioso nei tanti siti megalitici, di cui Stonehenge è sicuramente il più noto (ma ce ne sono anche in Italia, ad esempio ad Alatri).
Però, debbo riconoscere che provai una grande emozione a Micene, non alla cosiddetta Tomba di Atreo, ma dopo aver attraversato la Porta dei Leoni quando giunsi al megaron centrale.
L'Iliade, gli Atridi, Eschilo etc etc. Provvisoria conclusione: sono gli uomini (in particolare i poeti) a fare i luoghi, più che i luoghi a fare gli uomini.
Il più grande facitore di luoghi è stato Daniello Bartoli, autore del libro Della geografia applicata al morale: le dune hanno un significato, le cascate un altro, quel bosco un altro ancora...
Nomina non sunt consequentia rerum, sed hominum, questo penso oggi.

grazie Annarita e saludos
Solimano

Amfortas ha detto...

Stonehenge è sempre stato uno dei miei sogni proibiti, inserito in un sogno più ampio di approfondiemnto di alcuni argomenti.
Sono attratto da queste cose ma anche qui il tempo manca, grazie di avermi fatto ricordare almeno uno dei miei sogni :-)

annarita ha detto...

Silvia, un'immagine di Stonehenge insolita e affascinante quella che ci offri! Altro che bevuto, hai dato una splendida interpretazione, ma di che mi meraviglio? ;-p
Solimano, mi piace molto la tua conclusione sul fatto che siano gli uomini, molto spesso, a fare i luoghi. Anche io ho conosciuto poco tempo fa un facitore di luoghi e ne parlerò qui volentieri molto presto.
Amfortas, sono contenta di dividere questo sogno con te e spero tu possa realizzarlo presto!
Salutissimi a tutti, Annarita