martedì 1 luglio 2008

Tattica

Sedeva sempre allo stesso posto, a un tavolino in ombra, in disparte rispetto al convulso via vai di camerieri e di clienti.
Ciò che mi aveva colpita era la sua capacità di estraniarsi completamente dalla confusione che lo circondava. Era un bene, ché se mi avesse sorpresa a osservarlo con tanta intensità, sarei morta di vergogna.
Ogni giorno mi ripetevo che non l'avrei fatto più e ogni giorno mi smentivo. Passavo davanti al bar, lo vedevo seduto e cedevo. Mi sistemavo in modo tale da poterlo guardare e mi perdevo in lui.
Quel profumo inconfondibile giungeva fino a me, carico di promesse, e rabbrividivo.
A volte eravamo così vicini che mi sarebbe bastato allungare una mano per sfiorarlo. Se accadeva che cambiasse posizione, distoglievo gli occhi e mi sentivo avvampare, pregando che non si accorgesse di nulla. Ma appena si isolava di nuovo nel suo mondo, mi abbandonavo a fantasie audaci nelle quali mi vedevo allungare le dita e finalmente toccarlo.
Averlo tra le mani, sfiorarlo con delicata decisione e mostrargli che sapevo il fatto mio.
"Non avevo mai incontrato uno sguardo così carico di desiderio..."
Il suono della sua voce mi colpì come uno sparo e non osavo fiatare, schiacciata dalla vergogna.
"Non c'è motivo per essere tanto imbarazzata. Avvicinati. È da un po' che ti osservo e mi domandavo quando ti saresti decisa... ma vedo che ti occorre un piccolo aiuto."
Se fossi stata una donna di buonsenso, mi sarei alzata per andarmene subito. Invece scivolai sulla sedia accanto a lui. Mi parve di cogliere un lampo d'ironica soddisfazione nel suo sorriso, ma preferii ignorarlo.
Avevo immaginato tante volte quel momento e ora non sapevo che dire, che fare. La consapevolezza di essere a un passo e di poterlo toccare mi faceva impazzire. Smisi di resistere.
Allungai la mano nel medesimo istante in cui lui, con un gesto deciso e delicato al tempo stesso, fece scivolare il libro fino a me, sul tavolino. Le nostre dita si sfiorarono sulla copertina consumata dell'Hypnerotomachia Poliphili.
Era proprio una copia aldina del 1499.

1 commento:

Barbara Cerquetti ha detto...

Ho visto scene del genere.
Ho visto la brama negli occhi di chi vuole la copia di un certo titolo. Ma quella del '73, edizione aggiornata. Altrimenti niente, non la compro. Ah, si ricordi: quella del '73, edizione aggiornata, copertina verde a pois. Se arriva quella a copertina rossa non la voglio.

A volte mi fanno sorridere.
Poi penso alla mia copia de "La storia infinita", con la copertina in stoffa rosso rubino e l'Auryn inciso sopra e mi ritrovo inaspettatamente possessiva.