martedì 1 luglio 2008

Invettiva artatamente zebellante


Dico a te, amorfo acciarpone affettacazzo, che ci ammorbi e avanzi austero, arrancando a mo' di anserica arvicola, mentre bandisci bizzarri banchetti con bislacco brio da baccalare; bigotto bagattino e bergolo, benché tu sia ben un becero berroviere.
O cacasenno cazzulano e ciurmatore cornipede, conciato come cavilloso caghino tal qual cobacchione ti comporti, o creatura cuboide, e dannato disponi con disprezzo della tua dispulzellata druda.
Erronea eiezione di estròmane ed epicuri de grege porcum, fungi da fegatoso ferraoche e ti favelli ficoso forasiepe, ma fottuta forfecchia sei, e fracassone fottigrilli, fungendo da francatrippa friggiculo nel tuo grossolano garbuglio di gavazzatori giaurri.
Così gnaulone di gran fatta e invacchito dall'indole invereconda, loffio e lurco, tu, malnato menoso malcagato, menando vanto ti millanti con misere movenze da minchiamorta.
Ti ostenti oblatratore e onagrocràte, tu, pappataci pecchione della peggior risma, procedendo da pelandrone piscialletto, e pietisci qual salapùzio sbatticazzo, o scombuiato sfessatòne spaccamerda che sol tu sei, strullo!
Ti tengo, tagliacolletti e tarpano tizzone d'inferno, temibilissimo trombacazzo e tumistufi, urinante uccellatore uterino che usa ubriacarsi, qual realmente sei: vile vendicarote vescicone.

Il post "Lo Zingarelli" di Arfasatto mi ha fatto venire in mente di proporvi questo divertissement con il quale ho partecipato al concorso "trentarighe", sul sito della rivista Fernandel2, dove potete andare a curiosare

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