mercoledì 22 luglio 2009

Taccuino di viaggio: il family restaurant al truck stop

mazapegul

Ci sono negli USA due tipologie di ristoranti in cui sono sempra andato a mangiare con piacere: i diner, di cui magari dirò in altra occasione, e i family restaurant che si trovano nelle aree di sosta della superstrade, soprattutto in quelle maggiormente rivolte ai camionisti. I "ristoranti famigliari" dei truck stop sono grandi sale, per metà almeno dedicate in esclusiva ai camionisti, che hanno diritto a essere serviti per primi. Prima dell'avvento dei telefonini, nei tavoli per camionisti c'era anche il telefono, così che potessero pranzare senza smettere d'essere in contatto con i clienti.
Nei truck stop si respira un'aria da America in viaggio, che è poi la dimensione più vera del paese. Un'America fatta di ceto medio, blue collars e popolino vario. Come gran parte dei ristoranti americani, quelli dei truck stop indulgono al colesterolo e alle porzioni giganti: per questo vi si vedono spesso seduti uomini grassissimi e solitari; angioloni oversize caduti dal cielo che lì masticano e inghiottono in solitudine, senza guardare nessuno e niente che non sia il loro piatto; l'unico loro ricordo di Paradiso.
In questi family restaurant si ha la rara occasione di assaggiare dei piatti locali. In viaggio verso New Orleans con due amici spagnoli, ci fermammo a un truck stop ai margini della palude la cui specialità era "eggs 'n' brains", uova e cervella.
La nostra cameriera era un' allegra signora sulla quarantina; un portamento sicuro da pioniera, che doveva aiutarla a lavorare in mezzo ai camionisti. Sentito il nostro accento decisamente straniero, ci guardò con compassione e mi disse, con la sua forte parlata del Sud, "Honey, ma sei sicuro che vuoi andare in Louisiana? Alla gente di lì gli stranieri non piacciono, li ammazzano sempre volentieri." Insistemmo che era proprio là che volevamo passare la nostra vacanza di primavera.
"Fate molta attenzione, tesorucci, che vorrei rivedervi vivi e interi, un giorno o l'altro."

4 commenti:

Solimano ha detto...

Mi hai dato un'idea, Màz.
Fare una nuova vista logica sul blog del cinema col nome I ristoranti nel cinema. Scegliendo naturalmente solo quelli in cui si svolgono scene essenziali del film. E me ne vengono subito in mente due: Easy Rider e Pulp Fiction.
Sulla Via Emilia, molti ristoranti poi diventati di alto livello sono nati come ristoranti per camionisti. Secondo me anche Il Moro a Sant'Ilario d'Enza e Arnaldo a Rubiera.
Quando ero sempre in macchina per lavoro e non conoscevo certi posti, guardavo sempre dove erano fermi i camion. Poi ho capito che i ristoranti furbi attrezzavano uno spazio ampio di parcheggio proprio per attirare i camionisti. Poi c'è Convoy di Peckinpah, in cui sono proprio i camion il centro, ma i ristoranti servono per prendere accordi. E Thelma e Louise... tutti i film on the road sono così.

grazie Màz e saludos
Solimano
P.S. Senza dimenticare il ristorante di C'eravamo tanto amati, quello specializzato in mezze porzioni.

mazapegul ha detto...

Solimano, mi batti sia per i film che per i ristoranti. Suggerisco per la vista logica anche la locanda di Ossessione.
Grazie a te,
Maz
PS Stasera ero uscito intenzionato a portare Angelica al cinema, compito in genere assolto da Melinda. Ovviamente, il cinema era chiuso per turno. E' destino, evidentemente.

Silvia ha detto...

Quando penso ad un viaggio negli States lo penso così. Route 66: il mio sogno. Ma in compagnia però, proprio perchè sono convinta che percorrendo quella meraviglia di 7000 km circa, percorrerei paesaggi, culture, idomi, tradizioni, secoli, ere geologiche diverse e non saprei mai chi mi potrei trovare davanti di prima mattina. Ma anche la sera. Condizionata poi come sono da tanta cinematografia che ha scatenato la fantasia, ma anche le paure. Bella l'idea dei percorsi dei ristoranti cinematografici.
Molti ristoranti sulla via Emilia sono diventati nel tempo ristoranti di una certa fama, perchè è notorio che dove mangiano i camionisti si mangi bene. Portate abnormal e cucinate bene, che altrimenti i camionisti non si fermano e sono ragazzi dall'apparenza rude, ma che che in realtà celano palati fini. Forse:)

annarita ha detto...

Pensavo che quella dei camionisti che si fermano nei posti buoni fosse una specie di leggenda metropolitana creata ad arte dai ristoratori delle aree di servizio :-p
Prepariamoci dunque ad una grande abbuffata in Abbracci e popcorn!
Salutissimi, Annarita