martedì 28 luglio 2009

Proletariato

mazapegul

Il significato latino del termine proletarius nasce da una condizione di povertà tale che non era possibile dare contributi allo stato, all'infuori dei loro stessi figli (proles). (da wikipedia)

A lanciare l’allarme sull’impossibilità per i genitori clandestini di riconoscere i propri figli al momento della nascita è stato Giovanni Daveti, il funzionario responsabile per gli affari che riguardano la comunità cinese per la prefettura di Prato. “Nel pacchetto sicurezza – ha detto Daveti – è inserita una norma che obbliga i clandestini a mostrare il permesso di soggiorno negli atti di Stato civile. Attualmente non abbiamo alcuna circolare che ci spieghi come comportarci nel dettaglio: dall’8 agosto, quando entrerà in vigore la legge, quindi noi avremo neonati che non potranno essere riconosciuti dai genitori, se entrambi clandestini. L’unica via praticabile sembra quella di affidarli ai servizi sociali. Solo nei primi sei mesi del 2009 a Prato sono nati 412 bambini in questa condizione”. (dal sito di Repubblica)

Marco, 18
1 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". 2 Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: 3 "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4 Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. 5 E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
6 Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. 7 Guai al mondo per gli scandali! E` inevitabile che avvengano scandali, ma guai all`uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! 8 Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno. 9 E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco. 10 Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.


5 commenti:

Solimano ha detto...

Un'altra cosa curiosa, Màz. Tu hai inserito l'immagine della Strage degli innocenti di Giovanni Pisano a Pistoia, ed io domenica mattina mi sono fermato abbastanza a lungo nella Pincoteca di Bologna davanti alla Strage degli innocenti di Guido Reni a Bologna, finalmente capendone qualcosa. Guido Reni non era un "Apelle clericale", come diceva Roberto Longhi, il suo modo di raccontare mi fa pensare alle tragedie di Racine. E lì, a tre metri, c'è la pala della peste, dipinta dal Reni nel 1630. La peste non era entrata solo a Milano, ma anche a Bologna. In basso ci sono i portantini con i letti dei malati vicino al lazzaretto. Un dipinto su seta: abbinamento di grande finezza pittorica col senso tragico, come faceva Racine nella letteratura. Torno a Giovanni Pisano: un grndissimo scultore conosciuto quasi solo dagli addetti ai lavori.

grazie Màz e saludos
Solimano

mazapegul ha detto...

Caro Solimano, la strage degli innocenti del Pisano la vidi diversi anni fa e, devo confessare, era troppo ignorante (lo sono ancora) e frettoloso (lo sono meno) per isolarla da una generico apprezzamento per lo stile di Giovanni (a Bologna abbiamo, come ben sai, un capolavoro di Nicola: più romaneggiante, mi pare, di Giovanni). Ho ritrovato il bassorilievo cercando delle "stragi" con google-immagini e l'ho selezionata come più adatta tra le prime che erano riportate (c'era anche quella del Reni). Quella del Reni mi rimane ancora oscura: devo ancora dirozzarmi per apprezzarla. Troppa simmetria e troppo colte le citazioni: la donna che corre con la chioma all'indietro (perché tirata) riecheggia la donna in corsa della predella di de Roberti, come le Marie in terracotta di Niccolò dell'Arca; ma queste ultime mi paiono più sincere, in qualche modo. Ma tra qualche anno potrei avere un'opinione più matura, non dispero.
Il tema della Strage degli Innocenti è forse un pò esagerato, rispetto al tema del post: una banale legge su chi puà e chi non fare certi atti anagrafici. Però, mi pare che il tipo di scandalo sia, cristianamente, lo stesso: l'accanirsi (scandalosamente) su dei fanciulli per ragioni di potere.
Maroni loo ha detto chiaramente con una battuta: "non sono Hitler". Quasi a significare che ogni oltraggio ai bambini (stranieri) è lecito, purché ci si trattenga al di qua degli orrori nazisti.
Che si vadano a toccare diritti così delicati come quello di esser allevati dai propri genitori (e di allevare i propri figli) mi pare una mostruosità. Spero che il governo ci metta quantomeno una toppa, o che Repubblica abbia capito male.
Ciao e grazie,
Maz

annarita ha detto...

Spero tu abbia ragione, Maz, ma non mi sento molto fiduciosa.
Ho seguito con diligente partecipazione la vostra digressione artistica, non si finisce mai di apprendere.

Solimano ha detto...

Màz su Guido Reni pesa ancora il pre-giudizio anticlassico.
Perché fu giusta la scossa data in successione da Roberto Longhi, da Francesco Arcangeli e da Andrea Emiliani (ma anche da altri) per liberare la pittura bolognese dalle pastoie anti-carraccesche (e a seguire contro gli allievi dei Carracci). Ma fu una scossa che andò quasi sull'esclusivo versante "Natura ed espressione", privilegiando Ludovico Carracci e il giovane Guercino. Il succo di tutto questo è che Annibale Carracci e Guido Reni non erano in opposizione alla rivoluzione caravaggesca. Annibale Carracci era amico personale del Caravaggio e ci sono dei quadri attorno al 1610 in cui Guido Reni è quasi caravaggesco. Per capire Guido Reni, occorre vederlo con lo stesso occhio con cui si guardano di quadri di Poussin. L'opera del Reni che ammiro di più è proprio nella Pinacoteca di Bologna: la Pietà che era nella chiesa dei Mendicanti, un quadro che prima va visto da lontano (è alto più di sei metri). Tutti i più bei quadri del Reni sono attorno al 1614, proprio come questa Pietà, che è quattro quadri in uno, però fusi tra loro, la Strage degli Innocenti ed un affresco che non guarda nessuno, perché sta proprio in alto sopra l'Arca di San Domenico. Forse è il concerto di angeli più bello che sis mai stato dipinto.

saludos
Solimano

mazapegul ha detto...

Solimano, conosco di vista (e con frequenza) i due quadri e l'affresco, ma non sono mai riuscito a entrar con loro in confidenza. Prendo però spunto dal tuo incoraggiamento (e dal riferimento a Poussin, che conosco poco o nulla) per cercare nel futuro prossimo di far miglior conoscenza di queste opere a me ostiche (ma non ai loro contemporanei: qualche ragione ci sarà pure, che sfugge a me e non a te).
Grazie infinite per le (come sempre) ispiratrici dritte artistiche,
Nicola
PS In tema col post, mi chiedo come mai la notizia gravissima che riportavo non ha avuto eco: perché falsa, o perché troppo grossa per essere creduta?