giovedì 16 luglio 2009

Le mie ipocrisie

Barbara


Confesso che, nonostante il mio dichiarami agnostica a destra e sinistra, a fine mese bettezzerò il bambino.
Lo farò, come era successo anche per la sorella, perchè altrimenti mia madre mi sfinirà la vita. Mi punzecchierà, minaccerà, insisterà, recriminerà, rinfaccerà, piangerà, rimprovererà finchè avrà forza e fiato, sprecando quantità industriali delle sue e mie energie. Così come Parigi val bene una messa, la mia salute mentale val bene un battesimo (anzi due).
In fondo, mi ripeto, la battaglia del matrimonio civile l'ho vinta anche se giurerei che mia madre qualche volta mugugna : -...non si può mai dire...-

Una messa, dicevo, ma soprattutto la cosa più terribile di tutti: il catechismo per i genitori.
Ce ne stiamo lì, nelle stanze della parrocchia, tutti in cerchio insieme alle altre famiglie.
La nostra formazione è al completo: Luna sta sulle ginocchia del padre a bere da una bottiglietta d'acqua ed etTorello sta accanto a me sul passeggino, con entrambi i pugnetti in bocca a buttare ettolitri di bava, mentre io lo guardo in cagnesco.
Il prete ci chiede che nome vogliamo dare ai nostri bambini.
Franti risponde.
Io penso: Ciccio, sei tu che ti battezzi, perchè devo farlo io, il catechismo?
Il prete ci chiede perchè vogliamo battezzare i nostri figli.
Franti mi guarda, sorride e dice: -Io ho risposto alla domanda di prima, adesso tocca a te amore.
Bastardo.
Mentre impapocchio qualcosa di poco convincente, Luna si alza e dice, a voce altissima e indicando il sacerdote:
-Ha finito, babbo?
Franti si alza, prende per mano la piccola e con aria molto stile Charles-Ingalls (chi se lo ricorda?) sospira: -Faccio uscire la bambina, così non vi disturba.
Vigliacchi tutti e due.
La serata si protrae noiosissima, tra una serie di luoghi comuni agghiaccianti a proposito del "peccato originale" da cui dobbiamo "lavare" questi bambini e tutta una serie di teorie sulla resurrezione della carne che in confronto Star Trek è un trattato di astrofisica nucleare.
Guardo etTorello disperata quando ecco che il piccolo mi fa l'occhiolino.
L'occhiolino?
Sì, l'occhiolino e poi subito dopo scoppia a piangere nella maniera più convulsa, isterica e forsennata che gli sia mai capitata da quando è nato. Urla così forte che mi sembra che cadano giù le pareti. Dopo due minuti di quello strazio il prete mi fa:
-Signora, forse il bimbo ha bisogno di un po' d'aria fresca. Non si preoccupi, ci vediamo il giorno della funzione...
Appena fuori dalla chiesa raggiungiamo il parchetto dove Franti e Luna erano andati a giocare e etTorello si trasforma di nuovo nel tranquillo e paciocco frugoletto che conosco.
Vabbè, forse l'occhiolino me lo sono sognato, sarà stata un'allucinazione causata dalla stanchezza ecc. ecc., ma ora la mia domanda è questa:
è possibile eleggere a proprio eroe personale un bimbo di sei mesi?

7 commenti:

Solimano ha detto...

Barbara, per me hai fatto bene, a battezzarli.
In queste cose bisogna essere molto pratici e considerare con freddezza i pro e i contro.
Un adempimento burocratico come tanti che ogni giorno ci piovono addosso senza che ci possiamo sottrarre.
I preti cercano di farci un po' di marketing dietro, ma sanno benissimo qual è la situazione.
Il Limbo non c'è più (peccato, sembrava un posto un po' dandy), ma voglio vedere quanti preti credono veramente al peccato originale che si trasmette da Adamo ed Eva ai discendenti.
Il Battesimo e la Cresima hanno ancora un aspetto di socialmente corretto, ma la Confessione ormai è quasi estinta lasciando una serie di meravigliosi confessionali (speriamo che ne abbiano cura).

Quello che mi indigna è che abbiano sostituito il giornalista del TG 3 che aveva parlato dei quattro gatti che ascoltano Ratzinger, e l'aveva detto affettuosamente, non ironicamente.

E mi indigna ancora di più che parlino di lussuria e di libertinaggio riguardo il comportamento di Berlusconi, quando il problema è un altro: il mercimonio. Ma cosa vorrebbero, inserire il divieto di lussuria e di libertinaggio nella Costituzione?

Gran brutto mestiere, fare il prete quando non si crede più, ma scendere da un pulpito è difficile, mi rendo conto.

Vabbè. Il 25 luglio vado a festeggiare il cinquantesimo anniversario di sacerdozio del prete che mi ha sposato, e di cui ho parlato qui. Una grande persona.

grazie Barbara e saludos
Solimano
P.S. Ma "American Beauty" è piaciuto molto anche a voi, abbiamo ragione!

annarita ha detto...

Barbara, come ti capisco! Hai ragione a voler preservare la tua salute mentale! Però che furbastro il piccolo etTorello... ci permetti di condividerlo come super eroe? nella mia hit parade personale il matrimonio è il sacramento che più discuto, dopo tante viste e sentite e pure vissute. Dividere un sacramento con un'altra persona è cosa difficilissima, meglio viversi quelli individuali, se ci si crede, nel migliore dei modi e senza troppi sensi di colpa. Salutissimi, Annarita

Barbara Cerquetti ha detto...

Primo: il mio rapporto con la Chiesa è da tempi immemorabili piuttosto tormentato. Ho materiale e aneddoti sufficienti per uno o due romanzi (che mai scriverò).
Il catechismo non mi indigna, ma mi annoia parecchio.

Quello che più mi ha indignato della Chiesa è stato lo scandalo dei preti pedofili americani. Non che fossero pedofili, quello è un problema della persona non della struttura, ma che la Chiesa abbia cercato di insabbiare la cosa e di trasferire i colpevoli.
Inoltre mi sto impedendo di leggere "Vaticano SPA". Non lo voglio leggere perchè non voglio guastarmi il fegato.

Io credo che la Religione e la Religiosità siano due cose molto diverse e quando mi capita di trovare degli ecclesiastici che capiscono anche solo empaticamente questa cosa ho sempre la sensazione di trovarmi di fronte qualcuno che merita.

La storia del tipo del tg3 è assurda. Io pensavo fosse una bufala tanto era sciocca.

Detto questo American Beauty è un cult. Ero certa che avresti colto la citazione, noi ormai ne abbiamo fatto un tormentone domestico.

Annarita: io non credo nei sacramenti. Per questo ho intitolato il post all'ipocrisia (mia). Ma devo sopravvivere ragà.
Mi sono sposata in un teatro e invece della cerimonia ho offerto ai miei invitati un concerto di pianoforte. Musica invece che predica. Ma per arriverci (insieme ai precedenti quattro anni di convivenza) ho consumato tutta la mia riserva di grinta e discussioni. Con mamma non voglio litigare più.

sabrinamanca ha detto...

Ti capisco Barbara. Mia madre mi ha tormentato per almeno un anno. Mia figlia infatti non l'ho battezzata, un'ipocrisia in meno nella mia vita, che ne contempla diverse...
Qui in Francia è diverso, tantissimi bambini non lo sono e sapevo che Juliette non avrebbe avuto alcun problema (perché la coerenza dei genitori è importante per i figli quando cresceranno ma anche il fatto che i figli non abbiano a soffrire della coerenza dei genitori!)
Mia madre sembra aver ceduto e dopo la convivenza sembra aver ingoiato anche il non battesimo a meno che non la faccia battezzare di nascosto.
So che tenterà in tutti modi di convincere mia figlia e mi attendo nuove battaglie ma, per ora la tregua è serena.

Ermione ha detto...

Io non ho figli ma vi racconto cosa è successo in famiglia mia, quando è nata la figlia di mia sorella (unica continuatrice della nostra stirpe). Mia sorella l'ha fatta battezzare per non dispiacere alla suocera, molto credente, ma in gran segreto. Quando mia madre l'ha saputo, anni dopo, si è offesa mortalmente, ha fatto mille scene e c'è voluto tempo e tanta pazienza perché "perdonasse" l'onta di avere una nipote battezzata. Insomma, con le madri non se ne fa mai una giusta!

mazapegul ha detto...

Le mie figlie sono battezzate, perché lo voleva mia moglie, per non litigare con suia mamma. Sono però contento: è pur sempre un rito che segna il passaggio del bambino nella comunità (nella famiglia, nel paese), con una sua vitalità.
Il parroco sa benissimo che non sono credente: mi ha chiesto solo di "non ostacolare" l'educazione religiosa delle bambine; ciò che io non mi sogno neanche di fare.
Barbara: hai fatto bene, e hai fatto bene a farlo ora. Dei nostri amici (non battezzati) hanno rimandato il battesimo dei figli sino al momento in cui potessero essere in grado di prendere una decisione consapevole. Lodevole, ma il tutto è risultato artificioso. E secondo me, avevano la stessa consapevolezza dei loro coetanei che fanno la prima comunione (quasi nessuna).
Ciao,
Maz

Silvia ha detto...

Tuo marito è di una simpatia...:) E ho riso dall'inizio alla fine. E tuo figlio è un genio.
Sono certa che si è messo a piangere a dirotto per lo stesso motivo per cui ho smesso di andare a catechismo.
Di solito sento dire che battezzano i figli per non farli sentire diversi dagli altri nell'età scolare. Non so di certe dinamiche perchè di figli non ne ho, però mi pare piuttosto una forma di pigrizia per evitare di spiegare certe scelte. E poi perchè le idee dei genitori devono per forza pagarle i figli? Ma questo varrebbe per ogni cosa. La cosa migliore a mio avviso sarebbe che un idividuo una volta maggiorenne, potesse scegliere liberamente cosa fare. Ma la chiesa nella nostra laica Italia, come al solito, condiziona le nostre scelte. E questo non è giusto.