sabato 18 luglio 2009

Le ambasce di un blogghiere pudibondo (2)

Solimano

La ciociara di Vittorio De Sica

Intendiamoci, che arrivino nel blog del cinema con chiavi di ricerca Google "Vanna Barba nuda" o "Licia Maglietta nuda" a me fa solo piacere.
Punto primo, sono tutte visite in più, e non ne sono seccato. O debbo fingere, dicendo che mi dispiace? Ma va!
Punto secondo: arrivano, qualcuno si aggira nel blog e magari poi torna per conto suo, senza fare solo il cercone di nudità (che di per sé non è un brutto mestiere).
Uso un tono paradossale, perché il paradosso è a volte una scorciatoia per verità che hanno il difetto di essere troppo evidenti per essere socialmente accettabili. E il corpo è una verità, poche storie, non nascondiamoci dietro una eventuale anima, ma guardiamola in faccia, questa verità, facciamoci animo.

Però. Esiste un però, a fare il blogghiere, che giustifica il mio essere pudibondo. C'è gente brutta in rete, come nella vita, e lo so perché cercano immagini di film come "La ciociara" o come "Cane di paglia". Lì non è questione di centimetri quadri di pelle scoperta, magari fosse così, lì c'è un interesse morboso per la violenza, espressa con lo stupro. Arrivano dall'Argentina alla Polonia, da Ottawa a Montalcino, è una sindrome diffusa, segreta e pericolosa. Allora che fare? Non scrivere post su due film così importanti? No: scriverli, a maggior ragione perché c'è questa exposure, cercando di esprimere al meglio quello che Vittorio De Sica e Sam Peckinpah hanno detto. Avere la giusta misura nelle immagini in questi casi è essenziale. C'è differenza fra un appassionato amore acrobatico e un atto di violenza, fosse anche spicciolo.

Cane di paglia di Sam Peckinpah

Sempre per paradosso, me la sono presa con le squinziette che girano col book sottobraccio. Alludevo agli squallidi accadimenti di Palazzo Grazioli, di Villa Certosa, che purtroppo sono solo la punta dell'iceberg. Oggi, tante ragazze si rifanno i corpi attorno ai vent'anni, anche prima. Letteronze e meteorine costituiscono modelli diffusi di corpo e di comportamento. Gabriele Muccino non sarà un grande regista. E' sicuramente furbo, forse anche cinico, ma in Ricordati di me ha espresso benissimo questo mondo postribolare, però socialmente accettato: tutti contenti, in famiglia, la ragazza ce l'ha fatta.
Che su queste robe la Chiesa faccia dell'indignazione tirando fuori la lussuria ed il libertinaggio è una offesa per i lussuriosi ed i libertini che, al limite, come diceva Dante, sottomettono la ragione al talento, il minore dei peccati in tutte le tre cantiche della Divina Commedia.

Ricordati di me di Gabriele Muccino

4 commenti:

Silvia ha detto...

Ho visto entrambi i film che sono bellissimi. Hai ragione. Io Solimano vado di rado a cercare immagini di animali, o mi fermo alle primissime che trovo perchè se sbaglio a formulare la ricerca o mi avventuro trovo di ogni, all'improvviso e sotto mentite spoglie. La pornografia e la violenza sono dietro l'angolo, come nella vita reale, anche qui. Infatti quando navigo, lo faccio sempre con circospezione perchè certe cose mi danno molto fastidio, anzi offendono profondamente il mio essere umana.
Posso definirmi pudibonda anch'io?

annarita ha detto...

Allora siamo tutti putibondi, per fortuna, o almeno la maggior parte di noi. Quoto Silvia e penso con profondo dispiacere a dove possano finire le ricerche su internet dei nostri ragazzi. Salutissimi, Annarita.

zena ha detto...

Trovo insultante l'uso della pornografia, dentro e fuori la rete: violento e volgare. Offende tutti, perchè non solo svilisce il corpo della donna ma fa passare l'idea che sia veicolo di morbosità.

Solimano ha detto...

Sono discorsi in cui, più che dare delle risposte affrettate, è importante porsi le domande giuste, che permettono di capire soprattutto noi stessi.
Il discernimento è importante, perché proveniamo da una cultura in cui con il corpo, il corpo, si fatica ad avere un rapporto limpido: l'esaltazione e lo sprezzo stanno nella stessa brutta pentola.
Sono rimasto ad esempio a bocca aperta nel leggere qualche tempo fa in un blog una discussione sul romanzo Lolita di Nabokov, uno dei capolavori del Novecento. E il mio argomento non è che l'arte depura tutto (non è vero: Bernardo Bertolucci poteva e doveva evitare la scena di Novecento in cui Stefania Casini sta con De Niro e Depardieu), è che in quel caso la blogghiera proprio non aveva capito il romanzo (ammesso che l'avesse letto) e procedeva con lo spadone antipedofilo e definitorio.
Per fortuna non sono intervenuto, ma avrei voluto fare due domande:
a quale età finisce il reato di pedofilia? Che è come dire: a quale tasso di interesse comincia l'usura?
E la seconda domanda l'avrebbe mandata sicuramente in bestia, come tutte le cose che dentro si sanno ma che si fa finta di non sapere: lo sai che secondo tutti gli addetti ai lavori, la grande maggioranza dei casi di pedofilia avviene all'interno delle famiglie?
Venendo alla pornografia, la mia sensibilità trova assolutamente pornografico il tipo di telefonate alla Noemi, in cui veniva lodata per la sua purezza angelicata.
Esattamente come trovo pornografico papa Borgia, che quando la sua giovanissima amante Giulia Farnese scappò in campagna con il marito le scrisse una lettera per minacciarla di scomunica latae sententiae.
Teniamoci attaccati al nostro corpo, ascoltiamolo,lasciamo che ci dica quello che ha da dirci... e su questi argomenti, teniamo ben lubrificato il nostro cervello, che fa parte del nostro corpo, non viceversa.
Comunque, meglio Playmen di Playboy, e meglio Playboy di Max.
Perché? Perché l'ipocrisia aumenta la pornografia.

grazie e saludos
Solimano