martedì 7 luglio 2009

Fil rouge.

Amfortas


Sabato scorso ha esordito il nuovo allestimento della Vedova Allegra di Franz Lehár, qui al Teatro Verdi di Trieste.
Al di là degli esiti artistici dello spettacolo, volevo esprimere una considerazione a margine.
Quest’anno ricorrono i quarant’anni del Festival dell’Operetta e il programma, a causa degli ormai famigerati tagli al FUS, non è per nulla celebrativo, anzi ha subito un consistente dimagrimento di titoli e di qualità degli interpreti.
Federico Tiezzi, che firma la regia, sottolinea come Hanna Glawari sia una specie di panacea per le casse smunte dell’immaginario stato di Pontevedro, tanto che la protagonista fa la sua entrata in scena uscendo da un’enorme cassaforte.
Inoltre, sempre sabato scorso esordivano anche i saldi estivi, per cui la popolazione della sonnolenta Trieste si è scossa dalle abituali pigrizie e riversata nelle improvvisate, perlopiù, isole pedonali.
Chissà se Dante scriverebbe ancora, ai nostri giorni:

L’amor che move il sole e l’altre stelle…


Davvero è questo, il vero motore delle nostre esistenze, o c'è spazio per qualche percorso alternativo?


P.S.
Le foto si riferiscono alla più famosa, credo, versione cinematografica dell'operetta in questione, quella di Ernst Lubitsch.

8 commenti:

annarita ha detto...

Per ora non vedo questi percorsi alternativi. Quando vedo le libreire affollate penso che, per fortuna, non ci sia solo gente che si muove per i saldi. Poi mi riprende lo sconforto e mi dico che quelli che vedo probabilmente sono i soliti aficionados, lo zozzolo duro dei lettori puri e duri, appunto ;-p
La mia mamma è una grande appassionata di operetta, le ho regalato molte edizioni realizzate da Sandro Massimini. Mi hai fatto venire voglia di procurargliene altre. Povera patria, sottoposta alla dura legge dei tagli alla cultura :-(
Salutissimi, Annarita

Silvia ha detto...

Quest'anno è probabile che mi aggreghi ad una collega che ha il palco all'Ariosto così da gustarmi qualche operetta. Non ne so molto a dire il vero, tanto che non so nemmeno il programma com'è. Per me basta andare a teatro, ne ho una voglia sanguinosa, per cui...Ti saprò dire.
Per quanto riguarda i tagli purtroppo si sa:( Non lo comprendo, in realtà nei teatri di RE c'è sempre pieno. Domani sera sarò ad un concerto jazz, voglio proprio vedere quanta gente ci sarà.

Anonimo ha detto...

sai Amfortas, le mie ninne nanne son state le Operette...

Come Silvia, anch'io sarei sempre a teatro.

Meno male che almeno funzionano le dirette (o le differite) con i grandi teatri, anche stranieri.
E' l'unico modo per non essere tagliati completamente fuori, qui, nei piccoli paesi: si va al cinema e... si è in un teatro ogni volta diverso.

un saluto
zena

Barbara Cerquetti ha detto...

Annarita: riguardo alle persone che vengono in libreria, non essere pessimista.
E' vero, tanti sono i soliti. Però io lavoro molto con i bambini e ti assicuro che sono curiosi e appassionati e soprattutto sono sempre di più!
Un adulto entra in libreria col foglietto. Non guarda niente, non si sofferma su ninte, arriva in cassa spedito col ritaglietto di giornale (magari del mese scorso) e ti chiede: -Ce l'hai questo?
O è sì o è no.
Un bambino invece gira, guarda, sfoglia, posa, riguarda, si innamora, si disinnamora e alla fine sceglie.
E cresceranno questi bimbi e diventeranno lettori curiosi e numerosi, sempre che non incappino alle superiori nella professoressa che li costringe a leggere Jacopo Ortis!

Bisogna avere speranza e comunicare ai ragazzi le nostre passioni, così che non rimangano una cosa per pochi.

A tal proposito mi viene in mente una cosa: Amfortas, hai visto che sono uscite le graphic opera? A me per ora sono arrivati i volumi su Verdi e Puccini, e hanno anche allegato il cd con le arie più belle. Mi sembrano prodotti validi, ma forse un po' cari per un settore che avrebbe tanto bisogno di divulgazione. Che ne pensi tu che sei esperto?

Amfortas ha detto...

annarita, l'operetta è vista come un genere minore, ma in realtà è solo un genere diverso, che è tutt'altra cosa.
I governi, invece, sono tutti uguali, lavorano sulle emergenze e prendono decisioni sbagliate.
Silvia, magari che i teatri vivessero d'incassi...solo per parlare di cose che so con certezza, gli introiti dei biglietti coprono l'11% delle spese vive del teatro Verdi di Trieste. I tagli andrebbero fatti sugli sprechi, non sulle produzioni!
Zena, sì ne abbiamo già parlato, l'idea di trasmettere le opere al cinema è buona, specialmente per i piccoli centri ed i paesini!

Solimano ha detto...

Ah, l'operetta! Trieste è un posto strano, abitato da uomini strani (i triestini) e da donne stranissime (le triestine). Furono due anni affascinanti, quelli in cui tutte le mattine arrivavo a Trieste provenendo da Udine, dove abitavo. A Trieste c'era l'ufficio, in Piazza Unità d'Italia, sopra le Generali.
La goduria cominciava quando arrivavo a Miramare e sulla destra, dalla primavera fino all'autunno, c'era gente a prendere il sole per cinque chilometri, fino a Trieste. Ho rischiato spesso di tamponare, distratto da alcune mirabili visioni.
Paolo, ma come le reggete, le triestine? Quali profonde crisi d'identità dovete attraversare, con 'ste rosse con gli occhi verdi, con 'ste bionde con gli occhi neri, che con una battuta ti stendono? Ma le triestine più belle le ho trovate in Italo Svevo: la bionda Angiolina Zarri e la mora (con la trecciolona) Carla Gerco.
Tornando al post, allora a Trieste c'erano due festival unici in Italia: quello dll'Operetta e quello del Cinema di fantascienza.
E le trattative commerciali ad alto livello si svolgevano tutte rigorosamente in lingua triestina. Per questo dopo due anni scappai a Parma...

grazie Paolo e saludos
Solimano

Silvia ha detto...

Se abitassimo vicine Zena, andremmo insieme:)

Am sicuramente ci sarà andche il solito magna magna che a noi comuni mortali non è darto sapere. Però un buon assessore alla cultura non dovrebbe ignorare il gusto dei cittadini. E poi una buona e ricca stagione di teatro oltre a dare lustro alla città porta anche introito. Tra l'altro Trieste mi pare una città ricca. O sbaglio?

Amfortas ha detto...

Barbara, le graphic opera sono interessanti, ma effettivamente, considerando che l'intento è divulgativo, un po' care.
Solimano, capisco come la riviera triestina possa turbare chi non è autoctono :-), e vale anche per le donne che vedono i bei fusti in mutande attraversare la strada!
Il Festival di fantascienza era veramente importante, al pari di quello dell'operetta.
Svevo è il mio maestro, speriamo non si vergogni troppo dell'allievo :-)
Silvia, Trieste era una città ricca, ora vive di rendita e non è una scelta lunigimirante.