venerdì 19 giugno 2009

Piccola cosa

zena

In questi giorni ho potuto girare un po’ di più per le Stanze: ho lasciato poche tracce, ma sono stata molto bene, qui con voi.

Ho ritrovato tanti dei mondi che amo: quello degli alberi e delle storie impigliate fra i rami, quello dei fiori, precari e mai uguali, come la mutabilis che nasce rosa aranciata e poi si stempera in fucsia o in bianco, per chiudersi nell’ocra o in violetto.

Ho ritrovato il mondo degli odori e il mondo dei bambini, che nella mia esperienza spesso si mescolano, in quanto sono la zia capolinea di ogni scoperta capace di passare attraverso il naso di una quattrenne curiosa: da un filo di acetosella a un’ala di ‘cimicia’ (non c’è verso di convincere la piccolina a dire bene ‘sto nome)

Grazie quindi per questa costellazione di parole nell’aria e di parole in transito sulla pagina, pure quelle che fanno testa-cuore e faticano un poco ad uscire. Come le mie.

Quasi buona estate, dunque, a tutti e a ciascuno: a chi parte, a chi torna, a chi non ha ancora deciso la piega dei prossimi giorni.

7 commenti:

Solimano ha detto...

Zena, per motivi intuibili è probabile che nei mesi estivi ci sia un diradarsi delle presenze, sia come post che come commenti.
Io continuerò, salvo imponderabili, ad essere assiduo, perché è una esperienza in cui credo e perché sono un po' indietro con la Biblioteca.
La mia impressione è positiva ed analoga alla tua,anche perché vado di frequente a leggere cosa abbiamo scritto in questi mesi: mi piace il modo e mi piacciono i contenuti.
Poiché credo nei fil rouge, farò sì che i post "Alla ricerca dell'arte perduta", oltre che nel diario in rete, abbiano anche una collocazione unitaria nella Biblioteca. Senza fretta e senza frenesia, ma le possibilità sono più di quelle che abbbiamo esplorato sino ad ora. Questo è un discorso che è fattibile da tutti, si tratta solo di intendersi sul come e sul quando. Ma lo strumento c'è, sia tecnicamente che concettualmente.

grazie Zena e saludos
Solimano

Silvia ha detto...

Grazie tesoro.
Io rientro nell'ultima definizione e giro sospesa tra la vita del desiderio e quella del possibile.
E qui sto bene anch'io, come spesso ho scritto. Anche qui tra il desiderio di esserci più spesso e il possibile più costretto, che la vita impone a volte.
Per fortuna che c'è Solimano che è una certezza e che dice io sono sempre qui e rassicura con la sua presenza.
Che belle parole che hai scritto.
Cimicia mi piace:)

Anonimo ha detto...

Grazie per questa bellissima mutabilis, Solimano :))

E per ogni cosa, come sempre.

Un abbraccio a Silvia e un saluto a tutti.
zena

Anonimo ha detto...

Ho dovuto per un po' assentarmi da queste stanze. E' stato un periodo in cui la vita "reale" mi ha afferrata e portata là dove sentivo di voler esserci.
Ma torno sempre volentieri in questa casa che sento abitata da "persone", quelle che non è facile incontrare.

Grazie Zena per le tue parole sempre leggere e profonde. Silvia, tu sei presentissima. I tuoi commenti accompagnano ogni cosa che viene detta o raccontata e sei come un filo che lega una parola all'altra.

Grazie Solimano, per tener sempre vive queste stanze. Pian piano sapremo cogliere fino in fondo l'opportunità che ci regali.

Un abbraccio a tutti

sabrinamanca ha detto...

Goditi la quattrenne, Zena, i bambini ci permettono di recuperare quella magia che l'età ci ha spesso fatto scordare. Metterai forse qualche parole per metterci a parte delle sue scoperte, della tua meraviglia di bambina!

Habanera ha detto...

Buona estate anche a te, Zena cara, e felici sorprese di tanti buoni odori per il nasino curioso della tua piccola.

Un abbraccio ad entrambe
H.

Anonimo ha detto...

Giulia, Sabrina,Haba, non so che estate sarà, questa.
Da due anni l'affronto con apprensione: un tempo conteneva solo date bellissime, ora le cose sono cambiate e la costellano anche altre date, cui aggiustare il cuore.
Potendo.
L'appuntamento quasi quotidiano con la bambina è però il più gioioso: oggi è arrivata su per le scale con il suo papà.
Vede un foglietto (in casa ne volano centinaia...) e guarda lo zio: ci starebbe un bel tarabusino, dice.
Siamo reduci da un libretto coi racconti della palude: ormai tarabusini, picchi e aironi sono entrati nel dizionario.
Lo zio (figuriamoci!!!) comincia a disegnare, poi dipingono il tutto insieme, con molta gioia di entrambi, del bambino grande, soprattutto.
Lo posso accarezzare?, dice a disegno finito, la pupa, poi scappa in soggiorno con la bottiglia dell'acqua per berla a collo, senza bicchiere...
Ecco.

Un abbraccio a tutta la pagina

zena