sabato 9 maggio 2009

Spegni la tv, accendi la fantasia

Giulia


In questo periodo ci sentiamo tutti impotenti davanti ad una politica che sembra oltre che arrogante anche senza cuore.
Ci sentiamo stanchi e sfiduciati. Io sono d'accordo con quanto ha sempre detto Solimano in molti commenti che ha fatto. Bisogna imparare la politica dei piccoli gesti, dobbiamo sforzarci di uscire da un terreno di scontro che non porta a nulla e impegnarsi nel nostro piccolo ogni volta che lo possiamo.
Ho letto oggi una notizia su Repubblica che mi è sembrata degna di essere rimarcata.
Gli abitanti di Noceto con un passaparola hanno spento la TV. "Un gesto di rabbia, una rivolta civile contro le trasmissioni che mandavano in onda di tutto senza curarsi delle conseguenze. Che a Noceto furono imprevedibili e drammatiche. David, un bambino di 12 anni, dopo avere visto l'esecuzione di una sentenza capitale aveva deciso di imitare la scena per gioco. Morì impiccandosi".
E' stato allora che si sono inventati uno slogan che però non rimaneva tale, ma si trasformava in impegno civile: "Spegni la tv, accendi la fantasia". "La creatività è diventata una strategia educativa condivisa". Non si è trattato di demonizzare la televisione, ma di offrire delle alternative. Anche la scuola si sta impegnando in questo senso:"Più chiacchierano senza dire niente - spiegano le insegnanti Enrica Alinovi e Gabriella Grisenti - più capiamo che sono stati troppo di fronte alla tv". Per questo, osserva il dirigente scolastico Paola Bernazzoli, da anni i bambini partecipano a laboratori in cui fanno gli attori, i costumisti, gli sceneggiatori, i registi, i musicisti... E il risultato viene portato in piazza proprio nella settimana della creatività".
Credo che questo sia un bell'esempio di impegno civile che va oltre i soliti scontri verbali e le sterili contrapposizioni ideologiche.

4 commenti:

Solimano ha detto...

Giulia, aggiungo alcune osservazioni.
1. I piccoli gesti non debbono essere velleitari, ma concreti, cose che si fanno nella quotidianità e/o in rete e che abbiano, sebbene piccoli, il fiato lungo della continuità. Un sit-in non è generalmente un piccolo gesto, è uno sfogo per sentirsi a posto: "Ho fatto il sit-in!" Bravo, e poi?
2. Occorre saper andar oltre l'individualità operando in gruppi, seppur piccoli. Che sinistra è, una sinistra anomica, che non sa darsi delle regole e rispettarle? Che butta via per puntiglio in un giorno il lavoro di mesi? Che non si rende conto che la leadership è un servizio indispensabile? Non ha nessuna dignità né politica né morale.
3. Bisogna ragionare per, non contro. Non si tratta di essere ostili alla televisione, si tratta di essere favorevoli ad altre possibilità gradevoli ed utili. Così non si convince nessuno, ed hanno ragione, a non convincersi. Una sinistra arrogante, utopica e piagnona è la prima nemica delle vere ragioni della sinistra.

C'è un lavoro che è prioritario, rispetto a prendersela con gli altri: fare le pulizie in casa. E farle più per piacere che per dovere. Ma i segnali positivi sono molto pochi, prevalgono quelli negativi. Sono veramente stufo della lagna generalizzata, a cui, quando posso, ribatto: e tu, cosa fai? Tu, tu, come persona? In genere se la prendono e mi mandano a quel paese. Ci vado contento (è un gran bel paese)perché, quanto meno, si lagneranno di meno, visto che gli ho scoperto il gioco furbetto.

E comunque palleschi, ad essere piagnoni c'è sempre tempo.

grazie Giulia e saludos
Solimano

Habanera ha detto...

La televisione, di per sè, non sarebbe un male.
Io ricordo una televisione bellissima, intelligente, seria ma non seriosa, che ha aiutato gli italiani a crescere, dando loro la possibilità di guardare ben oltre l'orticello di casa propria.
Prosa, poesia, lirica, sceneggiati fatti come diocomanda, film magari un po' vecchiotti ma sempre di ottimo livello. Con degli errori, certo, dovuti più che altro al bigottismo imperante in quegli anni, ma che oggi quasi rimpiango.
Io, che bigotta non lo sono mai stata, trovavo ridicolo ed irritante che mettessero i mutandoni alle ballerine o censurassero Tognazzi e Vianello. Ma, con quello che si vede oggi, tornerei volentieri anche a quei buffissimi mutandoni pur di riavere indietro tutto il resto.
Oggi, ma già da molti anni, la TV la guardo pochissimo, solo qualcosa su Rai3 ogni tanto, ma le poche cose che scelgo di vedere non mi deludono.
Quindi non è lo scatolotto che non va quanto l'uso sempre più strumentale che ne fanno i politici, ed uno di loro in particolare.
Non vorrei sbagliarmi ma credo che questo impadronirsi della TV per manipolare il cervello dei cittadini-elettori facesse parte del famoso piano Gelli.
Ma l'Italia, per fortuna, non è fatta solo di burattini nelle mani del puparo, ci siamo anche noi. Acciaccati, delusi, stanchi, irritati per la litigiosità della nostra parte politica, forse scoraggiati, ma burattini no.
Noi burattini non lo saremo mai.
H.

giulia ha detto...

Solimano, sono d'accordo sui tre punti che hai aggiunto, e se li metti in pratica ti accorgi di quante resistenze ci sono nelle persone.
Bisognerebbe fare le pulizie in casa: ma chi le fa?
Habanera anche io rimpiango quella televisione, ma oggi esiste solo in minima parte e soprattutti è seguita solo da chi ha già idee di un certo tipo.
Poi sono d'accordo nel dire che noi non siamo burattini, no davvero non lo siamo, ma forse dovremmo anche scrollarci di dosso la delusione e la stanchezza per capire ogni giorno cosa si può fare anche nel nostro piccolo.
Baci

Silvia ha detto...

Concordo Giulia.
Ieri sera sono andata a sentire un amico che suona, bene, che ha accompagnato con nove suei brani un attore, bravo, che ha recitato pezzi tratti da Esercizi di stile di R. Queneau.
Tutto questo dentro un'iniziativa durata 4 giorni, itinerante, rivolta soprattutto ai bambini, con storie narrate, teatro e musica.
Con grande piacere ho visto la città piena, gente che passeggiava ovunque, forse perchè sono le prime serate in cui si può stare fuori con piacere, ma non mi ricordo tanta gente in strada. E questi la tv non la stavano guardando.
Mi pare già una bella cosa.
Queste iniziative dovrebbero esserci in continuazione.
Sarei contenta di spendere i miei soldi così.