venerdì 22 maggio 2009

Open day

Annarita

Domani è sabato e normalmente la nostra scuola, organizzata sulla settimana corta, sarebbe chiusa.
Dico normalmente perché invece domani sarà una giornata speciale, l'Open day.
Vuol dire che gli alunni della scuola dell'Infanzia e della Primaria abbandoneranno il grembiule per indossare allegre magliette colorate e insieme con le loro insegnanti apriranno le porte della scuola ai genitori, ai nonni, ai fratelli più grandi, insomma a tutti quelli che avranno voglia di vedere come funziona, che cosa c'è dietro le porte delle aule.
Ci saranno mostre, rappresentazioni, canti, danze, gare sportive.
Il giardino e le classi si riempiranno di gente e di suoni.
Sarà il momento per mostrare che cosa è stato possibile fare e forse non si farà più, con la scure dei tagli che cala dall'alto di una fredda manovra economica sulla pubblica istruzione.
Sono orgogliosa di partecipare a questa giornata della mia scuola, anche se in fondo al cuore sento un po' di amarezza per questa sorta di canto del cigno.
Organizzare una giornata così ha richiesto a tutti grande impiego di forze e di tempo e nessuno di noi vuole pensare che non ci possano più essere altre occasioni.
Per domani bando alla malinconia e alle lugubri previsioni, ci godremo la felicità e la soddisfazione dei nostri bimbi che mostreranno quanto di bello e fantasioso hanno saputo fare in questo anno scolastico che sta per chiudersi.

9 commenti:

giulia ha detto...

Sono questi momenti davvero belli, soprattutto per i ragazzi, forse più faticoso per gli insegnanti. Penso comunque che valga sempre la spesa.
I tagli ci sono e pesanti anche se si è cercato di non dirlo o di far credere che ci sono solo sprechi.
La scuola è stata solo denigrata senza nessun discorso costruttivo, senza che nessuno sappia cosa vuol dire fare l'insegnante.
Ad essere penalizzati non saranno gli insegnanti "fannulloni", ma proprio quelli che hanno voglia di lavorare in modo creativo e vogliono davvero il bene dei ragazzi.
In compenso è stato "regalato£ il cinque in condotta come panacea a tutti i mali della scuola.

Un abbraccio

Habanera ha detto...

Annina, non so se parliamo della stessa cosa ma nella scuola elementare di mia nipote, alla fine di ogni anno scolastico, c'è questa festa con i genitori.
È una specie di saggio scolastico in cui i bambini cantano, recitano poesie in inglese e mostrano quello che hanno fatto durante l'anno. È un impegno grande per i bambini ma credo soprattutto per gli insegnanti che ci mettono tutto il loro impegno devo dire con ottimi risultati.
Io, in qualità di nonna, non ne ho mai persa una (martedì prossimo sarà la quarta volta) ed ogni anno mi commuove vedere quanti progressi hanno fatto da un anno all'altro i nostri piccoli.
Non voglio neanche pensare che i tagli alla scuola incideranno anche su questa bellissima cosa e che l'anno prossimo non ci sarà il solito invito: "Nonna, vieni alla festa della scuola di fine anno?"
H.

Solimano ha detto...

Non critico l'open day, anche se si potrebbe chiamarlo scuola aperta.
Ma sono abituato ad utilizzare l'inglese in queste cose perché è più diretto: open door, management by magic, brain storming, one minute manager, small is beautiful in a large scale... In italiano hanno un suono un po' da presa per i fondelli, in inglese possono essere concetti-fatti.
La scuola aperta non dovrebbe essere una festa ma il modo quotidiano di essere e di agire.
Open everyday, ecco!
Il bello è che, malgrado tutto, è possibile, se lo si vuole veramente. Ma ogni buona intenzione ha una buona scusa per non metterla in pratica...

grazie Annarita e saludos
Solimano

Dario ha detto...

Sono appena uscito - almeno per quelli che sono stati i miei compiti :-) - dalla festa di fine anno... ho visto parecchi lavori in cui era evidente la gioia realizzativa dei piccoli e l'impegno delle/i maestre/i... già ora gran parte di queste iniziative sono di difficile realizzazione (nell'economia dei tempi didattici) e praticamente non retribuiti (nonostante l'utilizzo di ore extrascolastiche), non so per quanto tempo ancora gli insegnanti post-brunettiani abbiano voglia di "volontariato sociale" :-(

Ermione ha detto...

Da noi l'open day è una cosa piuttosto anonima, dedicata ai genitori che vengono a conoscere gli insegnanti e gli spazi della scuola; in genere si fa prima delle iscrizioni, verso gennaio. Ci si sente squadrati, anzi, sottoposti a una specie di analisi ai raggi x, e si è sottoposti a mille domande. In genere non si vede l'ora che sia finita.
Viceversa, la festa di fine anno è attesissima, preparata con con cura e amore, e lì davvero viene fuori il meglio di ciò che sanno dare i bambini e le maestre; per me questa "festa" sarà il 12 giugno, sarà un po' triste perché lascerò una quinta...ma poi ricomincerò con una prima, meraviglia e freschezza del nostro mestiere.

Silvia ha detto...

Annina spero che sia stata una bellissima giornata di grande energia creativa e di grande volontà.
La Gelmini a mio avviso non capisce niente, ma proprio niente ed è messa lì giusto per questo perchè sarebbe drammatico in un governo come questo, un ministro all'istruzione, minimamente pensante. Per cui prevedo purtroppo tempi duri per i nostri ragazzi. Ma leggendo anche sui blog, di tanti insegnanti arrabbiati e preparati e con tanta capacità, confido, come al solito, sulla loro coscienza e sulla loro voglia di non mollare. Sarà durissima lo so, ma il futuro è solo nelle loro/vostre mani.
Forza!

zena ha detto...

Tempo fa, in classe, in una prima media (il tipo di classe che forse amo di più, nella sventagliata 'inferiori/superiori in cui ho insegnato), mi è nata una 'città immaginaria', alchemica mescolanza di frammenti di realtà combinati e montati in un altro modo.
Trattavasi di una città (Boznevas) popolata di usignofanti, di fàrmiche, di fraspole, di melurie, di margherose, di petumini e via smontando e rimontando, disegnata, modellizzata, raccontata in una giocolazione infinita...
Un catalogo di destini e di nuove identità per ogni ragazzo...
C'erano i luoghi di schifo di bisogno e di desiderio e i pensieri, non le lettere, venivano recapitate da farfatine, nauralmente farfalle postine molto zelanti.
Fu così bello inventarla e abitarla nel nostro laboratorio di scrittura creativa( se ne fece persino l'inno, musicato e cantato...)che alla fine dell'anno si dovette davvero aprirla almeno un giorno alle famiglie: ciascun allievo - abitante potè portare al massimo due invitati, per evitare eccessiva confusione.
Il più piccolino arrivò con la nonna e il cane: gradirono molto, entrambi :)

Un saluto
zena

Solimano ha detto...

Credo che non ci siano molti a credere all'importanza della scuola come ci credo io. Le ragioni, i fatti, li ho raccontati e sicuramente alcuni di voi li hanno letti. Fatti concreti, che hanno cambiato in meglio la mia vita.
Ma non posso dimenticare che quasi trent'anni fa erano disponibili ed usati quotidianamente da noi in azienda dei mezzi tecnologici che consentivano l'apprendimento dei linguaggi di programmazione e delle lingue, consentendo agli allievi di procedere secondo il ritmo suo: la parte nozionistica (quantitativa) era demandata alle macchine, ed era l'80% del tempo. La parte culturale (qualitativa) era compito dell'insegnante (il 20% del tempo). L'approccio è estensibile in molte direzioni, ed è liberatorio, un gioco a somma assolutamente positiva. Solo che vedo ancor oggi, dopo tanti anni, ritrosia e sordità da parte di molti insegnanti, e mi è venuto un dubbio: non è che ci si nasconda dietro la parte nozionistica perché non si è in grado di svolgere la parte culturale?
Anche su un certo tipo di creatività ho seri dubbi: creatività, ad esempio, è riuscire a fare in modo che gli allievi capiscano e amino Dante e Shakespeare, Tiziano e Cézanne, Leibniz e Galileo, Darwin e De Sica. La base per farlo è che l'insegnante sviluppi un'arte indispensabile e oggi quasi dimenticata: l'oralità. Ma non ci si pone neppure il problema... forse perché è comodo non porselo.

grazie e saludos
Solimano

annarita ha detto...

L'Open day è stato un successo. Era una grande allegria vedere tutti quei bambini con le loro magliette colorate e i genitori emozionati, con macchine fotografiche e cineprese. A conclusione di tutta la manifestazione i bambini hanno fatto volare i palloncini con legati i bigliettini dei loro desideri. Bello, davvero, al di fuori della retorica. Penso che questo tipo di manifestazioni si tenga un po' in tutte le scuole e speriamo che si possa continuare ad averle, contando sulla buona volontà degli insegnanti, ma la vedo dura. Grazie e buona domenica, Annarita.