mercoledì 15 aprile 2009

Siamo tutti bisognosi

Solimano

I discorsi di questi giorni mi hanno fatto venire in mente il vecchio Abraham Maslow, che nel 1954 inventò la cosiddetta Piramide dei bisogni, anche se i termini inglesi sono più chiari (bisogno sembra un discorso da mi scappa la pipì).
Il libro di Maslow si chiamava Motivation and Personality e il tema è la Hierarchy of Needs. Discorso con una sua ambiguità: cosa si intende per gerarchia? Apparentemente quelli che stanno in cima alla piramide sono bisogni di livello più alto, ma se non riesci a soddisfare quelli che stanno sotto nisba, sarebbe come dire: "Ho fame, in attesa di trovare un panino mi autorealizzo".
Discussioni a non finire, critiche, integrazioni. E due discorsi come Soldi e Sesso non si sa bene dove metterli. Non mi ci addentro, non ne uscirei più, però faccio alcuni esempi di esperienza:
1. State sicuri che il primo discorso che fa un politico trombato è: "Potrò finalmente dedicarmi alla mia famiglia". Sta semplicemente scendendo dai bisogni di stima (e di successo) a quelli di appartenenza.
2. I premi hanno un effetto motivazionale superiore a quello degli aumenti di stipendio. Ti faccio un aumento di 100 allo stipendio mensile: è manutenzione. Ti do un premio di 500: è motivazione.
3. L'unico discorso che non ho condiviso l'altra sera ascoltando Roberto Osculati è che i nostri sono "bisogni da ricchi". Non mi piace il poverinismo, tutti dovrebbero poter avere bisogni da ricchi. La civiltà è nata dal tempo libero, non dal lavoro: il Fiume Giallo, il Tigri e l'Eufrate, il Nilo inondavano vaste plaghe fecondandole col limo. Gli uomini -a pancia piena- si grattavano la testa pensando: "E mo' che faccio, del tempo a disposizione che mi ritrovo?"
4. Sono tutte griglie di interpretazione spesso utili. A me, quella che piace di più è che la fame sia duplice: fame di carezze e fame di strutturazione del tempo. Il tempo... o è lui a strutturare noi o siamo noi a strutturare lui. Scelgo la seconda che ho detto. Della creatività parliamo un'altra volta, magari guardandoci negli occhi.

11 commenti:

Barbara Cerquetti ha detto...

Stamattina avevo commentato il post, ma al momento di premere invio la bimba ha tirato una manata sulla tastiera e il mio intelligentissimo commento è sfumato nel vento.
Direi che i bisogni di appartenenza si sono scontrati con quelli di autostima. Hanno perso (come sempre) quelli di autostima.

Anonimo ha detto...

Ho guardato bene questa piramide, che devo dire non mi ha mai convinto. Non riesco a collocarmi.
Mi ritrovo sul bisogno di strutturare il tempo altrimenti è lui a strutturarci e sulla fame di carezze è sicuramente un mio debole o una mia forza...
E per quello che dice Barbara, a volte l'autostima e in conflitto col bisogno di appartenenza. In me è andata a fasi alterna, ma se devo scegliere, scelgo l'autostima.

Habanera ha detto...

Con il tempo ho sempre avuto dei problemi, nel senso che ho una certa tendenza a perderlo.
Se ho tante, troppe cose da fare, in qualche modo mi organizzo ed il tempo riesco a sfruttarlo al massimo.
Se invece posso disporne a mio piacimento (capita, raramente ma capita) finisco per non combinare niente, vagolo tra una cosa e l'altra in maniera del tutto inconcludente.
Forse, nel mio caso, è molto meglio che sia il tempo a strutturare me.

La fame di carezze è un bisogno primario nei bambini, alla pari del cibo. Chi non ne riceve a sufficienza da piccolo sarà perennemente insicuro, continuamente alla ricerca di gratificazioni, sempre e comunque insoddisfatto anche se dovesse avere il mondo ai suoi piedi.
Senza autostima non si va da nessuna parte, è da lì che bisogna iniziare a costruire.

Besos
H.

Solimano ha detto...

No, Barbara, il tuo intelligentissimo commento è andato sulla Luna e sta lì, in un'ampolla, fra il senno di Orlando e il teorema del Màz. Hai presente che si dice che del maiale non si butta niente? Ecco, noi siamo così, e se lo impariamo, l'autostima cresce, cresce, e anche il senso di appartenenza (a noi stessi, perché solo se si appartiene a se stessi si può appartenere anche agli altri).
Giulia, la fame di carezze è come la fame di cibo, non è che puoi dire: "Decido di non avere fame". Però bisogna essere anche autocarezzatori. Io adopero l'autobacio. Con una mano, basta accostare le proprie labbra ad una delle due guance, a scelta. E SMAK! parte l'autobacio. Funziona.
Il punto è che non ci collochiamo, ma quasi sempre siamo collocati dagli eventi o dalle persone, fattori esterni a noi. E allora bisogna accorgersi quello che sta succedendo, cioè dove siamo nella piramide senza fare l'esercizio inconscio di raccontare balle a noi stessi. O con fughe in avanti utopiche: domani, domani, domani... e oggi? Comunque sono griglie di interpretazione che non vanno mitizzate, ma aiutano a capire. Secondo me molti ignorano che esistono bisogni diversi fra loro correlati.
Habanera, perdere tempo è spesso guadagnarlo, come in una poesia filastrocca di un certo Vittorio Gassman, che diceva le varie cose che facevano gli altri e poi diceva di sé: "Io fo buchi nella sabbia". L'importante è che i buchi siano profondi, profondissimi, così ce la possiamo tirare con la storia del superimpegnato. Ma il peggio sono quelli che avrebbero tanto tempo libero e ne patiscono e si dedicano ad hobby str... str... strepitosi. E' diffusissimo (sia fra le donne che fra gli uomini) ma tutti lo nascondono, perché sanno che il loro gioco con la vita è truccato.

saludos y besos
Solimano

Silvia ha detto...

Io ho bisogno di tutto perchè è stare bene il mio obiettivo.
Se per ottenere questo a volte disponessi di più tempo, ne sarei felice.

Anche io Haba a volte mi trovo a bighellonare e a non combinare nulla di particolare. Mi accorgo poi, che in realtà sto caricando le pile. A volte vorrei fare come i bambini e fare tutto, perchè cerco di fare solo cose che mi piacciono ultimamente e vorrei dedicarmici sempre. Sono un'entusista di fondo. Alla fine non combino nulla tanta è la frenesia. Ma è importante vivere anche di questi entusiasmi, che possono sparire e anche per tanto tempo, nell'arco di una vita.
Passione è la parola chiave secondo me.

Solimano ha detto...

Un tema importante -e spiacevole- è la discesa di livello. Quando si viene costretti a ripiegare su un bisogno a livello più basso perché quel bisogno non è più al sicuro, ma è a rischio.
Due esempi: gli incidenti di percorso sul lavoro e gli incidenti di percorso nei rapporti familiari. Lo senti sulla pelle, che quell'anno non puoi più permetterti quell'albergo o che il camminare in una certa strada ti mette in subbuglio, perché era lì che incontravi lei. E il cercare di recuperare il bisogno che sta più in alto è una tattica dannosa: prima bisogna sgrugnarsi quell'inciampo che finché c'è c'è, e comanda lui. Durante la depressione, ascoltare la musica mi faceva sentire peggio, non meglio: altro che autorealizzazione! Però è importante sapere che funzioniamo così, e il nostro libero arbitrio, in quelle situazioni, è solo una illusione pericolosa. Sapere la vera ragione per cui si soffre, è già soffrire di meno.

saludos
Solimano

Silvia ha detto...

Sai Solimano che solo negli ultimi anni ho compreso perchè soffrivo da ragazza? Ti rendi conto di quanto tempo ho perso? Di quanta confusione ho fatto nel mischiare i bisogni di quella scala? Che in realtà l'unico vero bisogno era quello di capire, ma io credevo di saperlo, invece non era vero per niente? Se non fossi una signora, mi lascerei andare ad improperi da scaricatore di porto.

Io però li ho sentiti gli scaricatori di porto. Non sono poi così volgari come vengono dipinti poracci...

Solimano ha detto...

Silvia, la vera e irrimediabile volgarità non è di chi lavora bene con le mani. Ho avuto la fortuna di lavorare per sette anni in fabbrica d'estate fra i 15 e i 22 anni, e ho imparato molto dai lavoratori manuali. Tuttora non ho nessun problema di rapporto, perché, ad esempio, si accorgono del rispetto vero che ho per loro e mi accorgo del rispetto vero che hanno per quelle quattro cose che so. Lo spessore di una persona non si misura dai libri o dai quintali di libri che ha letto, ma da altre cose. Dopo di che, a me piace leggere e mi piacerebbe che si leggesse di più in quanto sono un animale leggitore: leggitore ma animale, per fortuna, Gurdulù è un godurioso.

grazie Silvia e saludos
Solimano

Silvia ha detto...

Non ho mai pensato un solo secondo che chi sa lavorare e onestamente e con coscienza con le mani sia volgare. Anzi. Io ho un grande rispetto proprio per i contadini che hanno un diretto contatto con la terra. E poi ritengo che vi sia grande cultura dentro ogni professione, data anche dall'esperienza individuale tramandata che poi diventa collettiva. Basta saperla leggere.
Poi c'è l'apprendimento studiato sui libri altrettanto importante. Ma una cosa non esclude l'altra. Forse non ho compreso cosa volessi dire.

Solimano ha detto...

Silvia, volevo dire una cosa che capirai benissimo, visto che a tutti e due piace disegnare e dipingere.
Ci sono due frasi di due celebri pittori.
La prima è di Leonardo da Vinci:
"Dipingere è cosa mentale".
La seconda è di Annibale Carracci:
"Noialtri dipintori abbiamo a ragionare con le mani".
Sembrerebbe che le due frasi dicano l'una l'opposto dell'altro, ma non è così, e noi due, dentro, lo sappiamo benissimo.
La separazione fra arti liberali e arti meccaniche ha infierito per secoli, con le arti liberali che stavano sopra e quelle meccaniche che stavano sotto, e ne paghiamo ancora le conseguenze.
La dicotomia corpo/spirito è falsa e bugiarda, difatti yoga vuol dire unione.
Umberto Galimberti dice che noi siamo un corpo animato, e la sua metafora mi piace.
Per cui qui mi confermo D.I.S.A.I. : Dottore Ingegnere Solimano Aspirante Idraulico, alla faccia di tutti i sopracciò (e a anche a quella dei sottociò).
Noi due potremmo fare insieme una Cooperativa Idraulica, intravedo un buon mercato, fra Albinea, Cavriago, Montechiarugolo e Traversetolo.

saludos y besos
Solimano

Silvia ha detto...

Cavolo Solimano! Dipintora non me l'aveva detto nessuno. E' bellerrimo. D'ora in poi mi classificherò solo così:)
Adesso ho capito perfettamente (mica avevo capito prima, sai...)e concordo pienamente. Infatti vorrei avvicinarmi allo yoga. Credo che mi possa insegnare molte cose.

Affare fatto per la cooperativa.
A.S.A.I. (Assistente Sgnapis, aspirante idraulico)lo dico da una vita. L'idraulico non lo vuole fare più nessuno. Anzai, non lo sa fare più nessuno. Guarda solo perchè sono una donna sulla china della terza età:)) ma se avessi vent'anni... Ti faccio presente però che l'ultima volta che la lavastoviglie è entrata in sciopero, io ho avvitato tutti i tubi al contrario. Le cascate Vittoria sono impallidite.