lunedì 6 aprile 2009

Senza troppe parole

Annarita

Stanotte, quando mio marito mi ha svegliata, credevo di sentirmi male.
Pensavo che quel movimento sussultorio fosse dentro di me, nella mia testa.
Poi le sirene e gli allarmi a lacerare la notte, il tintinnio dei vetri.
Egoisticamente ho pensato ai miei cari, ma il telefono taceva e, egoisticamente, ho pensato che tutto andasse bene. Per me.
Per questo stamattina il dolore e l'amarezza sono stati più forti, acuiti dal senso di colpa per aver pensato solo a me stessa, ai miei affetti.
Non ho altre parole in una giornata come quella di oggi.

7 commenti:

Silvia ha detto...

E' talmente umano e sincero e intimo ciò che hai scritto che ti abbraccio forte, forte. Non sentirti in colpa amica mia, sei talmente leale e sincera che meriti tutta la comprensione e ammirazione del mondo, perchè spno certa che saresti la prima a partire e a dare una mano. E questo è ciò che conta.

mazapegul ha detto...

Annarita, a prevenire questi sensi di colpa, sugli aerei si mostra come la madre debba mettere la maschera per l'ossigeno PRIMA di metterla ai figli, in caso d'emergenza. La scossa e' passata e tu hai la maschera indosso: solo per questo adesso puoi guardarti intorno e vedere se qualcuno ha bisogno del tuo aiuto per indossare la sua.
Un abbraccio,
Maz

Anonimo ha detto...

Mi sembra più che normale che si pensi prima ai propri cari, a proteggere chi ci è più vicino. Perchè sensi di colpa, cara amica? I sensi di colpa li dovrebbero sentire altri che mai hanno pensato a prevenire.
Io abitavao in un paese vicino alla valle di Susa anni fa. C'era stata di notte una scossa di terremoto e che cosa ho fatto? ho prelevato di forza mio figlio dal letto e poi siamo corsi in macchina per uscire di casa... E' la prima cosa che ti viene da fare. Per fare qualcosa per gli altri non è quello il momento, in quel momento si può solo cercare di salvare noi stessi... Siamo tutti rimasti annichiliti di fronte a questo disastro. Il dolore è tanto.
Un abbraccio forte
Giulia

Barbara Cerquetti ha detto...

Sono contenta che tu e i tuoi stiate bene. Un abbraccio.

annarita ha detto...

Mi sono riconosciuta in ciò che ha scritto Silvia qui:http://sgnapisvirgola.splinder.com/post/20266697/Sciame%2C+sciami%2C+scemi.
Vorrei fare chissà che, ma non ho la preparazione necessaria. Farò nel mio piccolo ciò che posso. Finalmente abbiamo avuto notizie di un amica che lavorava nella Casa dello Studente. Ha perso la propria casa, ma lei, il marito e i bambini sono salvi. È dura, ma è felice di essere viva insieme con i suoi cari. Un abbraccio a tutti voi. Annarita

Silvia ha detto...

Si possono fare tante cose Annina e tu lo sai meglio di me.
Un bacio grande.

Solimano ha detto...

Annarita, siamo stati tutti allevati col senso di colpa incorporato, sempre e comunque.
E' la modalità di controllo che usano i propagandisti dell'amore comandato. E del dolore comandato.
Esiste anche il piacere comandato, ma ne parliamo un'altra volta.
Si vuole prescrivere la spontaneità, tutto qui.
Eventi di questo genere ne accadono uno al mese, nel mondo, basta ricordare lo tsunami.
Ho sofferto veramente tanti anni fa per il terremoto nel Friuli: eravamo a Parma, ma un anno prima abitavamo ad Udine e mia moglie ed io eravamo quasi tutti i giorni a Majano per lavoro (scuola e multinazionale). E persone che conoscevamo bene scomparvero in quel terribile evento naturale.
In questi giorni c'è molta emozione, ma anche molta curiosità. Siamo fatti in modo tale che personalizziamo la sofferenza in funzione della conoscenza, e non può essere altrimenti. L'osservazione di Màz è giustissima, ai marinai dei velieri la prima regola che spiegavano era: la prima mano per te, la seconda per la barca.

grazie Annarita e saludos
Solimano